Può oggi la narrativa dare voce ai problemi dei bambini e dei giovani? Ornella Della Libera parla di violenza, ingiustizie, bullismo, anche grazie alla scrittura, per dare un aiuto concreto nell'affrontare la difficoltà di crescere.
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Pedofilia e bullismo, spesso veicolati dai media digitali, funestano la crescita dei super accessoriati bambini del nostro tempo. Può la letteratura per l’infanzia mediare tra problemi e soluzioni adottando un approccio coinvolgente e gradito a giovani lettrici e lettori?
A questa domanda ha provato a rispondere Ornella Della Libera, scrittrice e poliziotta, autrice del testo della canzone vincitrice dello Zecchino d’Oro 2002, Lo stelliere, con Edoardo Bennato e Gino Magurno. Ispettrice capo di Polizia a Napoli, ha fatto della lotta ai “cattivi” la sua mission e visita le scuole incontrando bambini e ragazzi per parlare dei temi più spinosi e urgenti, al fine di prevenire le forme di violenza e sopruso sovente molto subdole, che assediano il mondo infantile.
All’incontro online del 12 febbraio, organizzato da AsPeI Padova (Associazione pedagogica italiana) e coordinato da Donatella Lombello, già docente all’università patavina di Storia della Letteratura per l’infanzia, con un pubblico prevalentemente formato da insegnanti, ha presentato i suoi libri, organizzati come un vero e proprio percorso di prevenzione, nonostante si presentino come romanzi avvincenti e di piacevole lettura.
Tredici casi per un’agente speciale si compone di storie tratte dalla realtà in cui si destreggia una poliziotta bionda con gli occhi azzurri, nome in codice Blondie, una tipa davvero speciale, un po’ pasticciona, che non sopporta di veder soffrire i bambini e neppure vederli replicare su altri le violenze subite. Un libro che si rivolge a ragazze e ragazzi della scuola secondaria inferiore per avvicinarli alla legalità che supera e risolve il disagio.
Pensato invece per la scuola primaria è Florian del cassonetto. Storia di un piccolo Rom, anche questo testo ispirato alla vera storia di un bimbo abbandonato tra l’immondizia e raccolto da una donna che lo cresce con i suoi figli nella comunità Rom. Ma Florian, come i suoi fratelli e sorelle, coglie presto la contraddizione tra il suo mondo e quello degli “altri” bambini che vivono nelle case, vanno a scuola, sanno leggere e non sono obbligati a rubare e chiedere l’elemosina per mantenere la famiglia. Il romanzo permette ai giovani lettori di percorrere la parabola della conoscenza del problema, fino al gratificante lieto fine, dimostrando che gli adulti non sono tutti aggressivi e prevaricatori ed esiste un modo di vivere confortevole e sicuro che si nutre di affetto.
I nuovi casi dell’agente speciale Blondie e Il primo bacio di Pennylù sono pensati per gli ultimi anni della scuola secondaria inferiore: cyberbullismo, droga, concerti rock, bravate che comportano grossi rischi, primi amori e amicizia tra pari, desiderata più di ogni altra cosa o tradita.
L’autrice ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Elsa Morante ragazzi e il Premio Libri Infiniti. Della Libera ritiene che proporre all’attenzione dell’infanzia, quanto prima possibile, i problemi reali che li circondano sia il modo migliore di proteggerli dalle insidie che si fanno sempre più pressanti, grazie al dilagare delle chat, anche tra i giovanissimi. L’ambiente protetto della letteratura può agganciarli con il loro linguaggio, i loro interessi e proporre modelli positivi di risposta alla domanda di vita e di ribellione alle consuetudini, suggerendo di esprimere il disagio familiare o scolastico e le paure piccole e grandi agli insegnanti, per esempio, che sono tenuti, a norma di legge, alla comunicazione ai presidi dei casi dubbi per avviare gli accertamenti del caso.
Solo il dialogo tra infanzia, adulti e istituzioni può rompere il cerchio della violenza sui minori perché, come dice Della Libera, «c’è sempre una Blondie che sa ascoltare».
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