Un pareggio, quello maturato all’Arechi di Salerno contro la solida squadra di patron Lotito, che in molti alla vigilia avrebbero sottoscritto. Questo, in fondo, avrebbe significato – come poi è stato – allungare la striscia di risultati utili consecutivi (arrivata ora a dodici) dando prova di grande continuità, e tenere a “bada” una diretta concorrente per la promozione diretta. E in effetti il risultato di 1-1 (reti di Tutino a metà del primo tempo, pareggio di De Luca in avvio di ripresa) è da accettare con favore, viste le premesse, ma è indubbio che al triplice fischio dell’arbitro Sozza, il rammarico stesse più dalle parti di Aglietti che di Castori. Già perché il Chievo, dopo un avvio di gara in cui la squadra di casa ha tentato con più efficacia la via del gol costringendo il sempre ottimo Semper ad alcune parate decisive prima di capitolare sul tocco ravvicinato del numero 9 campano, ha con l’andare del tempo preso in mano le redini della partita e non le ha più mollate fino alla fine. I vari Obie e Palmiero, Mogos e Renzetti, Garritano e Ciciretti, sono saliti in cattedra e con un preciso giro palla e fraseggi sempre orientati alla verticalizzazione hanno messo più volte in difficoltà la retroguardia granata.

Alla lunga ne è venuto fuori un “possesso palla” a dir poco imbarazzante per gli avversari, che di fatto hanno osservato per gran parte della partita i gialloblù scambiarsi il pallone. Le diverse occasioni capitate sui piedi di Ciceretti e Djordjevic, prima e dopo la rete di De Luca – la sua quarta nelle ultime sei partite -, ancora una volta bravo a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, certificano la qualità della rosa e del gioco di mister Aglietti, che non si perde mai d’animo e anche nelle partite più difficoltose tenta di imporre la propria superiorità tecnica e tattica. Una superiorità che ieri è stata per larghi tratti schiacciante, al cospetto di una delle migliori formazioni del torneo. E quindi, alla fine, la parola che è risuonata di più fra gli addetti ai lavori, era proprio “peccato”, per un’occasione in parte persa, perché vincere a Salerno avrebbe significato, al di là dei tre punti in classifica, dare un messaggio a tutte le avversarie di grandissima compattezza e determinazione. Messaggio che è comunque arrivato forte e chiaro: per la promozione in A dovranno fare tutti i conti con il Chievo. Più si avanza nel corso del campionato e più si delineano i veri valori delle compagini concretamente impegnate in questa lotta al vertice. E la formazione veronese, è indubbio, è squadra di grande sostanza. E ora che si è aggiunto, alla fine del mercato di gennaio, anche Antonio Di Gaudio, arrivato dall’Hellas Verona a rinforzare la compagnia di “trequartisti e seconde punte” (forse la più nutrita di tutta la categoria), ci sono ulteriori alternative tattiche per l’allenatore toscano.

Antonio Di Gaudio mostra la maglia con il Presidente Luca Campedelli

Mercoledì sera contro la Reggiana e domenica sera nella trasferta di Brescia il Chievo ha l’occasione per allungare ulteriormente la propria serie positiva. Nel girone d’andata fu proprio nella sfida contro gli emiliani, prima, e i lombardi, poi, che partì il suo vero campionato, con una striscia di quattro vittorie consecutive e un pareggio. Vedremo se la storia si ripeterà anche nel girone di ritorno. Vincere non solo per avanzare in classifica, dunque, ma per ribadire forte e chiaro, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il Chievo non è certo lassù per caso ed è intenzionato più che mai a riprendersi ciò che per tanti anni è stato suo: la Serie A.

Foto di copertina di BPE – Maurilio Boldrini

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