Nemmeno il tempo di assimilare gli entusiasmi estivi e la pallavolo italiana è già pronta a far ripartire i propri campionati nazionali. Vediamo quali sono le principali curiosità di questa nuova stagione.

Tornano i tifosi nei palazzetti italiani.
Prima di sviluppare ogni altro tema, occorre rilevare che si torna a giocare con il pubblico, ancora non al 100% della capienza delle strutture, ma per poter fare il tutto esaurito appare ormai solo questione di tempo. Imprescindibile tornare a vivere la pallavolo con i tifosi e gli appassionati non solo per questioni meramente economiche, ma anche perché è uno degli sport che, per proprie caratteristiche, più necessita della vicinanza del calore della gente. In altre discipline l’adrenalina di una competizione si sviluppa anche con il contatto fisico tra atleti, con l’aumento dei battiti cardiaci fino al limite. Il volley in questo è diverso. Dai palazzetti della SuperLega alle palestre di provincia, il pubblico è parte integrante dello spettacolo della pallavolo, impossibile farne a meno.

Dopo il Covid-19, largo ai giovani
Se osserviamo gli organici delle squadre di SuperLega e le età dei singoli atleti ci rendiamo conto di come il campionato da tutti considerato più bello del mondo stia procedendo ad un ringiovanimento del proprio parco atleti, lento ma continuo negli ultimi anni. Ai nastri di partenza la mediana di anno di nascita dei giocatori di Superlega è il 1995. Se però analizziamo con maggiore attenzione le varie squadre e suddividiamo ogni sodalizio in fasce sulla base degli obiettivi sportivi, ci rendiamo conto che tra una concorrente per lo scudetto e una che lotta per salvarsi la differenza è pari a 3,3 anni, con le “big” che puntano sugli atleti più esperti. Nulla di nuovo, ma il divario è decisamente elevato, ancor più evidente se si va a guardare il sestetto base atteso di ogni organico, a conferma che la rivoluzione giovane sia spesso tanto decantata, ma non pienamente realizzata. Questa forbice così marcata evidenzia poi come in SuperLega siano soprattutto le società non coinvolte nella corsa scudetto ad aver optato per la valorizzazione di atleti giovani e non ancora affermati, aspetto questo che, pur comprensibile e interessante da un punto di vista progettuale, rischia di aumentare il divario tra alta e bassa classifica. Se prima c’era solo Padova a puntare con decisione e costanza sui giovani, per lo più del proprio vivaio, adesso anche Verona Volley (età media inferiore ai 25 anni, ma più bassa se si escludono alcuni senatori), Monza, Vibo e soprattutto Trento hanno scelto di ringiovanire con decisione.
La scelta, in ogni caso, appare un buon investimento sul futuro. Nell’impossibilità di competere per il successo nel breve periodo, si prova a valorizzare il materiale umano e tecnico e a costruire per il domani. Tanto più che la scoperta di nuovi talenti oggi appare una necessità obbligata dalla contrazione dei budget. Tale strategia, in ogni caso, è del tutto coerente con quanto fatto vedere dalla nazionale italiana che, orfana dei principali senatori protagonisti dell’ultimo quinquennio, ha saputo affermarsi in campo europeo valorizzando le qualità di tanti esordienti.

Giovani sì, ma forse troppi stranieri
La questione non balza certo alla ribalta oggi. Che la SuperLega sia una meta ambita come rampa di lancio per gli atleti di tutto il pianeta è motivo di orgoglio. Inutile poi invocare a logiche nazionalistiche e campanilistiche che richiedono la precedenza agli atleti di passaporto italiano. Sarebbero ragionamenti fuori dal tempo. Rimane però ragionevole riflettere sui numeri. Nel momento in cui scriviamo la percentuale di stranieri sul numero totale di giocatori è di circa il 40%, incidenza che però supera il 50% se guardiamo al roster di Sir Safety Conad Perugia, la più autorevole candidata al successo finale, e raggiunge il 70% se guardiamo agli opposti. Il ruolo è determinante nella pallavolo maschile e questa percentuale, non una sorpresa del 2021/2022, appare davvero preoccupante.  
Da tempo si discutono regole e strategie che inducano le società ad una maggior valorizzazione dei propri vivai. Di sicuro il protezionismo e una eccessiva limitazione del numero di stranieri nel tempo ha solo creato effetti distorsivi. Fino a quando sarà meno costoso accaparrarsi il talento di un giovane straniero – a pari età di solito più maturo a livello sportivo rispetto ad un italiano – sarà in ogni caso difficile favorire lo sviluppo dei vivai nostrani.

Verona Volley, quali prospettive?
La società gialloblù ha finalmente intrapreso una strada programmatica chiara e netta, in piena discontinuità con il passato. I cambiamenti in seno alla compagine sociale e le esigenze di budget hanno obbligato il sodalizio veronese a rinviare i sogni di gloria, andando a posizionarsi tra le realtà che puntano ad una decorosa salvezza e ad una valorizzazione di nuovi giocatori. Attorno ai confermati ed ormai esperti Luca Spirito, Federico Bonami e Joan Bastien Baptiste Aguenier, coach Radostin Stoitchev dovrà lavorare sulla crescita dei giovani confermati Asparuh Asparuhov e Mads Kyed Jensen, ma soprattutto dei nuovi Lorenzo Cortesia, Rok Mozic, Uros Nikolic e Anton Qafarena. Sono poi tre i giovani di nascita veronese che vanno a completare il roster. Giulio Magalini, Andrea Zanotti e Francesco Donati cercheranno di ricavarsi qualche spazio in campo e sfruttare ogni opportunità concessa. Capitolo a parte è l’ingaggio del campionissimo regista Vieira de Oliveira Raphael, over 40 dalla carriera incredibile, a Verona chiamato ad un ruolo compatibile con l’anagrafe, ma che sarà estremamente utile alla crescita di un gruppo motivato e che saprà appassionare i presenti all’Agsm Forum.
Difficile pensare, per quanto ottimisti, che Verona Volley possa riproporre il livello che ha saputo esprimere negli anni a marchio Calzedonia quando insidiava le big per l’accesso tra le prime quattro del campionato. Non è il caso di disperarsi però. Come ha dimostrato anche la nazionale italiana, non sono i grandi nomi la garanzia di spettacolo, ma la freschezza le motivazioni e la voglia di affermarsi di un collettivo. E questo gruppo ha tutte le caratteristiche per trascinare il tifo veronese, storicamente una delle piazze più appassionate e presenti d’Italia.

Le favorite
Sono principalmente due, la già citata Perugia e Cucine Lube Civitanova. Appena dietro, con le imprevedibili difficoltà di un roster ampiamente rinnovato, troviamo Leo Shoes PerkinElmer Modena. Trento ha ringiovanito e, sulla carta, esce dal lotto delle principali favorite dopo più di un decennio di grande pallavolo. Attenzione però a loro. Se il gruppo dei medagliati europei dovesse confermare le performance di quest’estate e crescere ancora nulla è precluso, specie nell’anno post olimpico in cui molti atleti potrebbero ancora dover smaltire le scorie fisiche e mentali di un’estate di grande impegno.

I nomi nuovi che ci stupiranno
Citare il nostro Alessandro Michieletto sarebbe non in linea con quanto già fatto vedere dal talento bresciano. Non può più essere considerato una sorpresa, ma possiamo mettere la mano sul fuoco che questa stagione porterà in dote la sua definitiva consacrazione.
Molto interessante il progetto tecnico di affidare a Paolo Porro la regia di Milano. Alzatore sotto dimensionato per gli standard attuali, ha fatto un mondiale giovanile eccellente, facciamo il tifo per il successo di questa scelta non esente da rischi, ma che potrebbe restituire grandi dividendi.
Tra gli stranieri desta molta curiosità Yuji Nishida, classe 2000 dall’altezza modesta per i parametri del ruolo di opposto – 1.86 cm – ma accreditato di un 3 e 50 di altezza di colpo. Ha un talento incredibile e il suo colpo mancino non potrà non calamitare le attenzioni della SuperLega. Classico giocatore da YouTube (guardare per credere https://www.youtube.com/watch?v=T4hW2oj_aAM), ma siamo certi che oltre alle immagini saprà produrre molta sostanza in una squadra, Vibo Valentia, che potrebbe anche permettergli di concorrere per il premio di miglior marcatore.

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