Termina nel peggiore dei modi l’avventura in Top 12 del Verona Rugby. Gli antracite, infatti, non sono riusciti a superare l’ultimo ostacolo rappresentato dallo spareggio contro la Lazio e devono dire addio al massimo campionato italiano di palla ovale. Entrambe le compagini si sono trovate di fronte in questo tragico epilogo al termine di due finali di stagione diversi tra loro ma accomunati da un comune destino. I romani, dati per spacciati fino a qualche settimana fa, hanno saputo risalire la china nelle ultime giornate di campionato sino a guadagnarsi la salvezza attraverso lo spareggio mentre Verona, protagonista di un campionato tra alti e bassi, ha compromesso le ultime residue chances di salvezza diretta, uscendo sconfitta dal match disputato all’ultima giornata contro Viadana, compagine già salva ma evidentemente per niente disposta a concedere sconti.

Gli antracite in una fase di gioco

Sul neutro di Padova è andato, quindi, in scena l’atto finale di un campionato comunque sofferto per entrambe le squadre protagoniste di un identico cammino fatto di sei vittorie e ben 16 sconfitte. Il punteggio finale del “Plebiscito” ha decretato vincitrice la squadra romana con un risicato 14 a 13 che per la compagine veronese significa retrocessione in Serie A. Si tratta decisamente di una brutta batosta perché, seppur consapevoli delle difficoltà di un torneo impegnativo come il Top 12, l’ambizione e l’auspicio di tutto l’ambiente erano sicuramente quelli di mantenere la categoria conquistata con molta fatica solamente lo scorso anno.

Davanti ad una retrocessione, smaltita la cocente delusione – che nel caso del Verona Rugby si presenta impresa tutt’altro che facile – diventa necessario lasciare che il tempo faccia la sua parte prima di cedere inevitabilmente il passo alla stagione dei processi. Tuttavia qualche spunto di riflessione può servire a rendere la successiva analisi più serena e meno incline a concedere il fianco alla sterile polemica. L’inattesa sconfitta con Viadana aveva sicuramente minato la testa dei giocatori in maglia antracite che hanno visto vacillare le loro non certo granitiche certezze. Nei quindici giorni trascorsi dall’ultima giornata coach Doorey ha, infatti, lavorato molto sulla testa dei suoi uomini con l’intento di riportare nelle loro menti la convinzione nei propri mezzi, parzialmente smarrita. Il fatto di aver vinto entrambi gli scontri diretti disputati nell’arco della stagione – 27 a 7 al Payanini Center e 35 a 31 in terra laziale – lasciava, inoltre, ben sperare sulla possibilità di tornare dal campo patavino con un risultato positivo.

Il coach Grant Doorey

Come ha dichiarato lo stesso coach antracite Grant Doorey nel dopo gara «Troppi sono stati gli errori commessi in distinte fasi di gioco come touche, trasmissione, falli in attacco e calci». Probabilmente in questi punti deboli si racchiude un’intera stagione, partita con i migliori auspici e terminata con il finale peggiore. Nel tirare le somme è intellettualmente onesto affermare che la squadra veronese meritava probabilmente la salvezza, soprattutto per l’impegno e la determinazione mai venute meno durante tutto l’arco della stagione. Questo, però, non è purtroppo bastato perché in qualsiasi sport servono anche altre qualità che gli antracite hanno mostrato di non possedere probabilmente in quantità necessaria. Sicuramente è venuto a mancare anche un pelo di fortuna che in qualsiasi risultato sportivo rappresenta sempre una componente non certo di poco conto.

Adesso, una volta leccate le ferite, servirà capire cosa si vuole dal futuro. Il progetto ha tutte le carte per poter andare avanti e così dovrebbe essere. Certamente servirà capire bene quali saranno gli intepreti – staff tecnico e giocatori – ai quali affidarsi per cercare di ripartire fin dalla prossima stagione. Quache settimana e ne sapremo senza dubbio qualcosa di più…