Ci avviciniamo al Natale e tutti i media, sia ufficiali che social, sono pieni di catastrofismo, disgrazie e anatemi che non si sentivano dai tempi del Millennium Bug nel 1999. Siamo tirati per la giacchetta dai rappresentanti estremi di due fazioni contrapposte: i negazionisti, che si sentono eroi a trasgredire, e i paranoici, che lavano con la candeggina anche le pastiglie per la pressione. Visto che non è possibile affrontare un altro mini-lockdown con questi opposti terrorismi, noi vogliamo donare a voi tutti serenità ed equilibrio, quella pace interiore che solo il pensiero razionale (e appena un goccio onirico) ci può regalare. Abbiamo quindi pensato a una breve guida per sopravvivere alle festività, riprendendo e riportando sulla terra le più comuni e roboanti frasi di entrambi i suddetti estremismi.

Non ce n’è Coviddi

Sarebbe davvero bello darla vinta ai negazionisti. Ma stiamo perdendo un’intera generazione, la nostra memoria, la nostra storia. È talmente evidente, ormai, che fa sorridere doverlo ancora ribadire a quelli che “eh ma vuoi mettere con i morti di cancro o infarto?”. Il Covid-19 è un bastardo, si attacca alle nostre debolezze e le amplifica; che si muoia “con o per” il Covid (trend-topic da mesi) non cambia. Molte persone sono morte per qualcosa che, a differenza di cancro e infarti, si può prevenire ed evitare. I container frigo davanti agli ospedali, il numero di epigrafi attaccate ovunque, le campane a morto ogni ora e mezza sono tutti indizi che anche al più ottuso negazionista non possono essere sfuggiti, anche al netto delle giuste distrazioni tipo complotti del mondo nuovo o cure miracolose col limone.

There is not Coviddi’s (la variante inglese)

La nuova paranoia generalizzata è quella della mutazione impazzita del virus, con tutti i TG a strillarlo in copertina. Ebbene, il virus – tutti i virus – è un perfezionista, si adatta velocemente alle diverse condizioni per garantirsi sopravvivenza e massima diffusione. La variante isolata in UK è solo una della ventina di mutazioni rilevate in tutto il mondo. Che sia più aggressiva potrebbe spiegare i picchi elevati di questi due mesi ma non esistono prove scientifiche a supporto, solo calcoli di modelli matematici. Gli stessi che avevano previsto la recrudescenza autunnale e che prevedono una nuova ondata prima della primavera. Non sembrano invece essersi modificati gli “agganci” su cui lavora il vaccino, che dovrebbe quindi mantenere la stessa efficacia. Chiudere la stalla inglese quando il virus è già scappato forse è poco utile, ma sai la soddisfazione di fare noi gli snob per una volta!

Non cielo dikonoh !1!

Eh no, ci dicono tutto. Esistono istituti che raccolgono dati a tutti i livelli, li analizzano e confrontano tra loro. Tutto pubblico e pubblicato, ovviamente non sui siti con i meme: ci sono grafici complessi e parole da guardare nel dizionario, a volte è addirittura in inglese, ma è sotto gli occhi di tutti. Anzi, si potrebbe pensare che ci dicano troppo. Certi dettagli medici, tecnici al punto di non ritorno, vengono buttati là, finendo per creare allarmismo, terrorismo sanitario (altra parola che va alla grande). Diventa sempre più difficile leggere un testo equilibrato e sensato, oltre che comprensibile. Ecco come fare: eliminare i titoli, che normalmente non c’entrano niente; poi gran parte degli avverbi e praticamente tutti gli aggettivi non necessari. Spolpando la notizia dal clamore sensazionalistico, resta una verità, che va però confrontata con altri pezzi di altre verità, fino a creare nella nostra testa un puzzle di nozioni e certezze, al posto dei dubbi e le paure.

Succede solo qui

L’egocentrismo italico, veneto e veronese (in gradi crescenti) ci impone di pensare che altrove tutto venga gestito in modo efficiente, che il virus sia stato neutralizzato o eliminato. E invece, tutto il mondo è nella stessa situazione: seconda ondata di contagi, lockdown più o meno lunghi e pesanti, commercianti allo stremo. Perfino la Svezia, che molti additavano come la nuova Terra Promessa, ha dovuto arrendersi alla chiusura, vista la quantità assurda di morti avute in questi mesi. Il virus è tornato perfino nei paesi asiatici, che pure erano definiti “quelli bravi, con i carri armati”. Quello che però abbiamo qui, a Verona, è uno scostamento incredibile dalle medie: nella prima settimana di dicembre il Veneto ha avuto il 28% di morti (non malati, proprio decessi) in più della media italiana, Verona il 61%; nella scorsa settimana, il Veneto evidenziava un 99% sopra la media, mentre Verona era pecora nera assoluta con il 149% in più. Come direbbe Crozza/Zaia, “ragionateci su”. Colpa degli assembramenti, delle RSA, della ZTL aperta, della stupidità umana o della furbizia del virus? Forse tutte queste sono ragioni valide, sicuramente non la prossima…

È colpa delle vacanze estive

Eh già, lo dicono al TG ogni due minuti. “Le vacanze ci hanno rovinati e il Governo, che ci paga per andarci, è un assassino. Ma no, che se guardi i numeri non c’erano quasi contagi in quel periodo. Lo so, ma è l’onda lunga, l’hanno detto ieri sera. Ma scusa, se l’incubazione è di un paio di settimane, ma che onda era, quella di Point Break? Dai su”. Conversazioni tipiche, comuni su tutti i social e anche dal vivo. Dialogo tra sordi che hanno entrambi ragione. Le vacanze estive non hanno provocato la seconda ondata di contagi, ma hanno instaurato nel nostro subconscio la tranquillità che tutto fosse tornato alla normalità. Abbiamo rilassato gli accorgimenti, ci siamo svaccati un po’ di più, abbiamo visto gente, fatto cose. E creato le condizioni ideali per il ritorno del Terminator, che come in tutti i sequel che si rispettino si è preso una bella rivincita. Ci sta facendo impazzire, complici la stagionalità, i nostri facili costumi e la decisione – atto dovuto, in un Paese come il nostro – di non rinchiuderci in casa un’altra volta. Sbagliato o giusto sono parole che perdono di significato di fronte all’unico aggettivo realistico: era necessario, l’unico modo di non andare a gambe all’aria sotto il profilo economico.

Il vaccino fattelo tu, che ci credi

Gente che tutto il santo giorno si lamenta dei morti, i complotti e i negozi chiusi; che critica e insulta il Governo per le continue insicurezze, gli evidenti errori e l’incapacità di porvi rimedio se non con errori più grandi. Gente, infine, che fa la spia agli assembramenti, che vive nel terrore oppure nello spregio del pericolo, pretendendo un miracolo. Ecco, questa è la stessa massa di fenomeni che appena una soluzione si trova… non si fida. Troppo facile, troppo in fretta, chissà cosa c’è dentro. Dentro c’è la possibilità di evitare di farsi contagiare dal virus, efficace al 95% (che è una cifra stupenda, per un virus mutevole e, diciamolo chiaramente, pure un po’ “stronzetto”). Abbiamo potuto vedere l’elenco delle reazioni avverse ed effetti collaterali del vaccino, fornito in Canada a chi vi si sta sottoponendo: sono in numero inferiore e con incidenza percentuale del tutto simile a quelli riscontrabili nel normale vaccino anti-influenzale. Mal di testa (55%), dolorabilità (23%), febbre (14%) e pensate, perfino arrossamento nella zona dell’iniezione per oltre l’80% dei pazienti! Come per qualsiasi medicinale, la possibilità di una reazione allergica esiste e vanno segnalate intolleranze serie; ma pare meno pericoloso di un banale antinfiammatorio.

Mentre noi restiamo nel dubbio, il bastardo continua a replicarsi e l’unico modo di fermarlo è togliergli la cellula da sotto i gancetti. Si può fare, eh, ma attenzione che stare attenti non basta, la bestia è piccola e si infila dappertutto; anche potenziare gli ospedali non basta, va combattuto prima. Insomma, l’unico modo per battere il virus è creare l’immunità di gregge (non di pecoroni!), vaccinando una percentuale tonda di popolazione.

Caro Governo, mentre tu semini fiorellini fucsia che chissà quando e come fioriranno, in Germania hanno già pronti oltre 450 punti di vaccinazione d’emergenza: nelle palestre, nelle sale per le feste popolari, nelle scuole. Abbiamo sopportato inettitudine, bugie e indecisioni per quasi un anno, ora però è arrivato il momento di non fare altri errori. Non ci possiamo permettere ritardi, non più.

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