Secondo Carl Gustav Jung, il sogno si configura come il mezzo per eccellenza, il tramite più significativo per arrivare alle “sorgenti segrete e originarie della vita psichica: ‘medium’ con la realtà inconoscibile e totalmente ‘altra’, la cui comprensione rimane aperta al mistero stesso della vita”.
Ma cos’è un sogno e perché sogniamo? Le neuroscienze affermano che il sogno è uno stato mentale necessario alla vita. Sogniamo sempre anche se non sempre lo ricordiamo. La lista di risposte che fanno seguito a importanti e numerosi studi, è molto lunga e deriva dai diversi approcci neuroscientifci al sogno.
Si sa per esempio che il sogno serve a ‘pulire’ il sistema nervoso dai metaboliti endogeni e che durante il sogno avviene una selezione delle informazioni mnemoniche accumulate durante il giorno così da favorire i processi di memorizzazione. Recentemente si è scoperto che la cornice biologica in cui il sogno fa la sua comparsa, interessa diverse fasi del sonno, dalla veglia all’addormentamento e che le cellule del tessuto nervoso interessate si attivano in modo significativo e sarebbero collocate in una precisa area del cervello chiamata hot zone. Questo non significa che la funzione del sognare possa essere localizzata in senso stretto all’interno di queste parti del cervello. Conferma invece che le componenti funzionali localizzate in queste zone del cervello, sono fondamentali per l’intero processo onirico. I diversi studi però non dicono nulla sul suo significato né sul ruolo nell’economia della mente. Infatti il sogno contiene in sé un mistero che non è svelabile nelle sue funzioni biologiche e psicobiologiche e non è quindi spiegabile solo con esse. È la psicoanalisi la disciplina che si interessa al sogno in questi termini; si pone una domanda sensibilmente diversa dal “perché?” e prevede una risposta che intende il sogno come rivelatore dell’inconscio, attraverso la produzione di immagini simboliche. Di questo e molto altro ne parliamo con il dottor Stefano Baratta, psichiatra e psicoterapeuta.

Stefano Baratta

Dottor Baratta, qual è la funzione del sogno?

«Il sogno – come tutti sappiamo – è un fenomeno naturale, emerge dalle tenebre della notte incurante delle nostre intenzioni, della nostra volontà, della finalità del nostro Io. Accade alla nostra mente, accidentalmente, senza premeditazione a guisa di tutto ciò che avviene in natura. Grande è per ciò la nostra difficoltà nel comprenderlo, dato che non lo si può spiegare con una psicologia che affini le sue armi con la logica a cui normalmente ricorrere per far luce sul mondo conscio. Tutto quello che possiamo fare è lasciare che agisca su di noi, pervada la nostra vita e ci spinga a dare alcune timide spiegazioni su quello che ci è accaduto.»

Quindi il sogno potrebbe essere visto come un elemento ponte, come quella funzione che dialoga ad un livello più profondo, tra il nostro mondo interno e il nostro mondo esterno. Ma ci sono delle situazioni, delle condizioni che possono stimolare il sognare e il suo ricordo?

«I sogni possono essere determinati da molteplici cause e manifestarsi in determinate condizioni, tanto che Jung, uno dei padri della psicoanalisi, enumera cinque diverse possibilità per la loro manifestazione.
Le sorgenti somatiche: posizioni corporee o stati morbosi che causino dolore – come ciascuno di noi ne ha certamente fatto esperienza – possono determinare le nostre immagini oniriche. Quante volte abbiamo attribuito l’aver fatto un brutto sogno all’aver mangiato troppo ed esserci addormentati con l pancia piena, gonfia e magari anche dolorante?
Gli accadimenti fisici: rumori, luci, caldo, freddo ed altri avvenimenti fisici che accadono nel mondo circostante al sognatore e non nel suo stesso corpo, possono manifestarsi nei sogni. Ricordo di aver letto tra i sogni a questo proposito riportati dal grande psicoanalista svizzero quello di un uomo che si trovava in mezzo alla rivoluzione francese. Dopo alcune peripezie veniva catturato e ghigliottinato. Si svegliò proprio quando la mannaia gli tagliò il collo mentre, nella realtà, proprio in quel momento un pezzo della testata del letto gli era caduta sul collo. Ed anche quello di un giovane studente che sognava di leggere dei giornali su cui era scritto della imminente nascita di un conflitto. Arrivava altra gente, altri giornali, altre notizie, la guerra pareva inevitabile. Poi arrivarono gli artiglieri. I cannoni incominciarono a sparare e lui si svegliò proprio nel momento in cui, nella realtà, una ragazza bussava alla porta per svegliarlo. E’ anche interessante notare come il formarsi di questi sogni non abbia avuto alcuna estensione temporale, mentre il vissuto soggettivo era di molte ore, giorni o forse anche mesi.
Elementi psichici: al pari degli accadimenti fisici che avvengono nel mondo circostante al sognatore anche elementi psichici, inconsciamente percepiti, condizionano le nostre notti, così come accadde negli episodi che riporto di seguito sempre citati da Jung. Un bambino sognò che arrivavano due angeli, prendevano qualche cosa da terra e lo portavano in cielo; proprio quella notte morì sua sorellina. Un altro sognò che sua madre si voleva suicidare; corse spaventato nella camera di sua madre, che stava per porre fine alla propria vita.
Avvenimenti passati: tra gli elementi passati che vengono a condizionare i nostri sogni hanno particolare interesse le criptomnesie. Ricordi del passato, così profondamente sepolti nell’inconscio da non poter essere rievocati con le armi della conscietà. Un uomo, in un momento difficile della sua vita, una crisi depressiva iniziata dopo la perdita della madre, sognò di essere accudito da una figura femminile che non sapeva assolutamente chi sia, ma che nel sogno lo salvava dalla sua depressione. Solo in un secondo momento, mettendo a posto le cose della madre morta, trovò un vecchio album fotografico dove scoprì, tale e quale a quella del sogno, l’immagina della sua vecchia tata.
Avvenimenti futuri: condizioni psichiche in fieri nella personalità del sognatore, ma non ancora presenti, possono comparire nei sogni per indicare azioni, sviluppi, situazioni future della psiche del sognatore. Un mio paziente fece un sogno ricorrente sin da piccolo: entrava in casa sua, passava in fretta di fronte a una scala che andava al piano di sotto, ma anche se sapeva che avrebbe dovuto discenderla per la paura non lo faceva e si rifugiava ai piani superiori. Questo sogno si ripetè molte volte anche durante la terapia fin quando il contenuto non cambiò e con ciò scomparvero anche i sintomi d’ansia per cui si era rivolto a me: io sulla porta della casa lo costringevo a scendere le scale al fondo delle quali lui trovava una grotta con una pozza piena di sangue e li si immergeva.»

Da questi esempi appare chiaro che spesso la logica dei sogni, le situazioni e le immagini che ci propone, sono bizzarre o lontane da una logica razionale. Ma a ben guardare, il sogno si esprime poggiandosi su una struttura che permette di rintracciarne l’ordito. I sogni significano qualcosa?

«Il sogno è un fenomeno né determinato né che si presta a interpretazioni univoche, cosicché vi sono almeno quattro situazioni che rappresentano un estratto delle diverse possibilità del significato dei sogni.
Nella prima il sogno raffigura la reazione dell’inconscio del sognatore a una situazione cosciente da lui stesso vissuta. Ad esempio un mio paziente che era venuto in terapia a 33 anni senza aver mai avuto rapporti sessuali, mi raccontò di aver visto una ragazza che gli piaceva, ma di non aver avuto il coraggio di corteggiarla, tantomeno di conoscerla e a dir il vero nemmeno di starle un po’ vicino. Di notte sognò che era 007 (l’agente segreto) e faceva l’amore con la moglie del Presidente degli Stati Uniti; in un secondo sogno era Rummenigge (il grande calciatore tedesco dell’Inter anni Ottanta), tirava calci di rigore e non ne sbagliava uno ed infine era il capo di una cordata che avrebbe scalato il monte più alto del mondo. Questi sogni compensavano quanto era accaduto nel mondo diurno, si trattava, come ebbe a sottolineare Freud, di un appagamento del desiderio.»

Si sente spesso parlare di conflitto psicologico. Ci sono sogni che rappresentano questa situazione conflittuale?

«Si, tra questi ricordo quello di una giovane ragazza che mi raccontò di aver deciso di mollare la sua compagnia perché si era accorta che si trattava di stupidi, senza cultura, ma poi venne un sogno che le ricordò come, ad una festa, vi era stata una votazione per stabilire quale fosse tra i presenti la ragazza più carina e i voti dei suoi amici l’avevano relegata all’ultimo posto: questo era il vero motivo della sua rabbia. Si era trattato veramente di un sogno chiarificatore.
Altri sogni mirano a un cambiamento della situazione cosciente del sognatore. Una donna che nella realtà era “in caccia di marito” sognò di essere in una lussuosissima limousine, con vetri oscurati ed autista. Era in compagnia di Vittorio Sgarbi, con cui amoreggiava e già pensava che sarebbe stato suo marito e che anche lei sarebbe diventata famosa. Ma, in una fila dietro di lei era seduta la portinaia del suo palazzo, con bigodini, vestaglia e pantofole. A lei – come era noto – tutti si rivolgevano per avere saggi consigli ed era lei a guardare la sognatrice con compassione, quasi come a dirle: “Ma dove vai!”, “Cosa stai facendo!”, “Quali sono le tue mire e i tuoi valori veri?”.»

La psicoanalisi considera importanti tutti i sogni ma alcuni in particolare modo: sono i sogni che hanno perso ogni contatto con la situazione cosciente…

«Si tratta dei grandi sogni, numinosi, “mandati dagli dei”, sogni protagonisti nei rituali di guarigione di molti popoli di culture pure molto diverse o che facevano i conduttori prima delle grandi battaglie ed anche, purtroppo, prima dello scoppio di una psicosi. Come quello di un mio paziente che sognò di percorrere una strada stretta, molto scivolosa, fiancheggiata da un burrone in cui, al comparire di una donna mezzo uomo e mezzo animale che danza come una pazza, cade e muore da lei trascinato rompendo il suo corpo in mille pezzi.»

Lavorare con i sogni è complesso perché dobbiamo maneggiarli “con sfumature, come un lavoro di arte, non logicamente o razionalmente, come uno può dare un giudizio” (C. Gustav Jung)