Nell’anno in cui festeggerà i suoi primi cento anni di storia, la Virtus Verona si appresta ad affrontare per la terza volta consecutiva il campionato di Lega Pro. Dopo il ripescaggio della prima stagione e la potenziale qualifica ai play-off dello scorso anno – prima della brusca interruzione provocata dal Covid 19 – il club di Borgo Venezia si presenta ai nastri di partenza con diverse novità, figlie anche del nuovo regolamento che stabilisce per gli organici un numero massimo di giocatori “senior”. Ne parliamo con Diego Campedelli, direttore generale del club rossoblù. 

Il mercato chiude il prossimo 5 ottobre. A che punto siete con la costruzione della squadra che affronterà la prossima stagione?
«Al momento abbiamo una rosa già composta da 16 giocatori con i quali abbiamo già sottoscritto il contratto. Rimangono, quindi, ancora 6 posti disponibili. Tuttavia non abbiamo alcuna fretta. Probabilmente ci terremo due-tre caselle da riempire nelle ultime due settimane.»

Quanto ha inciso nelle vostre scelte il nuovo regolamento che impone un numero massimo di 22 giocatori “senior”? 
«Il nuovo regolamento ci ha costretto a rivedere, almeno in parte, gli investimenti fatti negli anni precedenti. A malincuore abbiamo dovuto rinunciare a giocatori non più “giovani” come Onescu, Sirignano, Sammarco tutti ottimi giocatori non solo dal punto di vista tecnico ma anche, e soprattutto, da quello umano e professionale. Le nuove regole, invece, consentono anche di tesserare senza alcun limite giocatori nati dal 2001 in poi. In quest’ottica abbiamo in ballo una trattativa con Mustafa Yabre, un terzino sinistro del 2002 di proprietà della Spal, lo scorso anno in forza alla primavera del Pordenone, alla quale si aggiungono quelle di Mazzolo, un centrale difensivo del 2001, e Compagnon, fantasista del 2002, entrambi appartenenti alla primavera dell’Udinese. Stiamo comunque seguendo anche altri giovani giocatori e nelle prossime settimane prenderemo la decisione definitiva. La cosa importante è che abbiano la voglia e il desiderio di sposare il nostro progetto.»

“Mimmo” Danti in una fase di gioco della scorsa stagione

Andando ad analizzare da vicino la rosa attualmente disponibile, difesa e centrocampo sembrano già a posto mentre davanti serve trovare un sostituto di Odogwu, passato agli altoatesini del Sud Tirol.
«Il reparto difensivo può già considerarsi blindato con la conferma dei tre portieri dello scorso anno (Giacomo, Chiesa e Sibi ndr) oltre ai difensori Pellacani, Daffara e Visentin. In mezzo al campo oltre all’esperto Cazzola ci sono Del Carro e Danieli. Infine, non dimentico Simone Bentivoglio che si sta allenando con noi con il nulla osta del Siena, in attesa che la Federazione renda definitiva l’esclusione dal campionato della società toscana. Si tratta, tuttavia, di una semplice formalità. Il nodo principale riguarda senza dubbio l’attacco. Qui abbiamo già confermato “Mimmo” Danti e Arturo Lupoli. Entrambi, però, sono delle seconde punte. Sostituire Odogwu non è cosa così semplice, In rosa c’è Pittarello, il giocatore che più gli assomiglia come caratteristiche ma che per certi versi rappresenta una piccola scommessa. Nei nostri pensieri rimane sempre Magrassi, tornato all’Entella, società proprietaria del suo cartellino, per il quale non abbiamo perso le speranze di riportarlo al “Gavagnin”, dopo le ottime prestazione della stagione passata. Infine c’è Arma, in uscita dal Vicenza, un attaccante molto esperto che conosce bene la categoria.»

Il sogno, però, porta un nome altisonante come quello di Giampaolo Pazzini, appena svincolatosi dal Verona, dopo la scadenza del suo contratto quinquennale. 
«Si tratta proprio di un sogno che, chissà, si potrebbe anche avverare. Una volta terminato il suo rapporto con l’Hellas, preso atto del suo dichiarato amore per la nostra città, dove non ha escluso di rimanere, abbiamo presentato la nostra offerta. Per noi si tratterebbe di un innesto di indubbia qualità ed esperienza. Ora tocca a lui decidere cosa fare del suo futuro. Noi, comunque, laddove decidesse di fermarsi in città, ci siamo.»

Come è nata l’idea di affiancare a “Gigi” Fresco uno come Alessandro Gamberini ?
«Alla fine dello scorso campionato Manuel Spinale, dopo l’esperienza come vice allenatore, ci ha manifestato il desiderio di prendere in mano una prima squadra (è diventato il nuovo allenatore dell’Arzignano, squadra di serie D in odore di ripescaggio ndr) e ci siamo, quindi, guardati intorno. Abbiamo individuato il profilo giusto in Alessandro Gamberini, un nominativo suggeritoci direttamente da Tommaso Chiecchi – che ringraziamo – del quale lo stesso Gamberini era vice lo scorso anno all’Ambrosiana. Si tratta di un ex giocatore con alle spalle una carriera di primissimo livello, tra Serie A, Champions e Nazionale, con un notevole bagaglio di esperienza che potrà mettere a disposizione non solo dei giocatori, specialmente quelli più giovani, ma anche dello stesso mister che a certi livelli non ha mai giocato. Inoltre, parliamo di una persona di grande spessore anche sotto il profilo umano.»

Quanto è impegnativo, stimolante e gratificante lavorare con un personaggio unico nel suo genere come “Gigi” Fresco? 
«Parliamo sicuramente di un personaggio unico come dimostrano i numeri e, soprattutto, i fatti. Uno dei suoi pregi è sicuramente quello di riuscire a stimolare tutti a dare il massimo per la causa. Stare vicino a lui è sicuramente impegnativo ma altrettanto gratificante perchè se riesce a spremere sempre al massimo i propri collaboratori, è anche bravo a regalare loro in egual misura le relative e meritate soddisfazioni. Il rapporto, quindi, non è mai a una sola via ma sempre reciproco. La sua forza è quella di non fermarsi mai. Appena un obiettivo viene raggiunto la sua mente pensa già al traguardo successivo a cui puntare.»

“Gigi” Fresco, presidente e allenatore della Virtus

Un’ultima domanda, nel prossimo anno dove festeggerete i vostri primi cento anni di vita quale sarà il vostro obiettivo?

«A sentire il nostro presidente/allenatore l’obiettivo è la serie B nel giro di qualche anno. Lui, però, è un sognatore e come tale ricorda sempre che i sogni sono fatti per essere raggiunti. In una società di calcio, comunque, serve anche l’aspetto più razionale per cercare di mantenere il giusto equilibrio e non fare il passo più lungo della gamba. Il nostro obiettivo principale si chiama salvezza che per quanto ci riguarda la possiamo paragonare al nostro piccolo scudetto. Qualsiasi cosa arrivi in più è tutto guadagnato.»