«C’è un momento, nella vita quotidiana di Cape Town, in cui la città si ferma, quasi sospesa tra il rumore del vento ed il buio della notte imminente. Vista dall’alto, inizia lentamente ad accendersi; si disegnano scie di luci in movimento che scorrono lente lungo i fasci delle freeway, sulla litoranea che si spinge verso la West Coast e la Namibia. Gradualmente, appaiono le linee di confine degli immensi quartieri periferici, e si demarca Vortrekker, la strada rettilinea, lunga nella memoria almeno trenta chilometri.

A quell’ora scompaiono i colori magici delle primavere, o il blu intenso dei cieli invernali, ed appare il movimento delle persone. Nonostante i commuter, i pendolari che, più di un milione al giorno, si spostano in auto o con il treno, questa città non riesce mai a travolgerci fisicamente con i suoi abitanti, come potrebbe accadere a New York o ad Hong Kong; a Cape Town si scorgono ogni giorno infiniti sguardi, ma raramente ci si scontra con essi.

Esistono dei punti privilegiati, per godere la vista notturna sulla città, e solo in quegli istanti, nel silenzio del tramonto, osservando dall’alto l’immensa distesa di luci, si ha la percezione diretta di quanto estesa sia la metropoli e il suo reticolo geometrico di punti luminosi.

Ma esiste un’altra Cape Town – quella delle immense township di Langa, di Crossroads, dei Cape Flats, Di Kayelitsha, di Guguletu, di Philippi e di Mitchell’s Plain – che non subisce questa trasformazione luminosa; essa, con la notte, scompare all’improvviso.

È la zona scura del nostro panorama notturno, quella che ora non vediamo, che non appare nonostante si estenda per decine di chilometri. È il luogo in cui l’illuminazione delle strade è parziale, o non esiste proprio; in esso, calato il sole, tutto diviene assenza e buio. Quello che appare come un grande vuoto di luce è il territorio del silenzio, percorso da migliaia di persone che, a piedi o con mezzi di fortuna, valicano le zone off, superando la barriera della sicurezza che nessun viaggiatore, di notte, deve oltrepassare.

È, quello che attraversano, un silenzio che incombe, e che assale le strade, svuotate dalla loro anima, dai colori, dalle voci. Queste notti australi di Cape Town, ai nostri occhi così brillanti e vive, hanno delle zone d’ombra più dense, dove il sole è l’ultimo attimo di vita» (Cape Town, Polaris Editore, 2016).

Aver scritto questo brano alcuni anni fa, in un tempo sereno e non modificato dall’evento dell’epidemia globale (inconcepibile, allora come adesso), appare ora come un gesto naïve, elusivo di tutto ciò che sarebbe poi accaduto. Oggi, in quel reticolo notturno di luci, così simile ad un’esposizione di arte digitale, guardata a distanza nell’immensa sala del palazzo delle esposizioni che è la vita, nulla è cambiato.

Il sole che accende, e la notte che spegne, sono immutati; la loro potenza pervasiva supera qualsiasi avversità, ogni accadimento a noi grave, doloroso. Luce ed ombra si rincorrono nell’aria umida dell’inverno, forse il peggiore, da due decenni a questa parte, per timori e attese: il nemico, oggi, è esterno alla gente, all’anima vitale che cerca, ogni giorno, unità e vicinanza. 

Nelson Mandela, foto Nelson Mandela Foundation

La nazione celebra oggi il Mandela Day, la festa nazionale che onora una delle icone mondiali più potenti ed evocative; mai come quest’anno, nel mezzo della sfida pandemica, il popolo del Sudafrica ne sente la forte nostalgia e l’immenso valore simbolico.

Questa terra, che ha superato profonde barriere divisive, sta di nuovo camminando unita lungo quel percorso, tracciato nel 1994; risponde, compatta e coesa, in nome di quell’orgoglio e di quella visione che riecheggiano ancora vivi nel tessuto della società sudafricana.

La lotta alle disparità sociali, gli sforzi per ottenere standard educativi elevati per tutti, la cultura intesa come processo di emancipazione per l’ottenimento di una società libera, equa ed avanzata, sono i capisaldi di questo cammino, faticosamente intrapreso quasi trent’anni fa e mai fermatosi.

Sono pietre miliari che forse, un giorno, potranno illuminare i nostri panorami notturni e rompere il silenzio delle strade buie.