Il Congresso di Verona come cartina tornasole di un’imprevista radicalizzazione affatto spontanea.

726 d.C.: l’imperatore di Bisanzio, Leone III Isaurico, decide di distruggere le immagini sacre dando il via al fenomeno chiamato Iconoclastia. Una scelta dettata dall’influsso del Nemico, l’Islam, che solo 10 anni prima assediava proprio Costantinopoli. La cultura islamica nega il valore delle immagini, vieta le riproduzioni iconiche di Maometto. Lo stesso fa Leone, che pur dell’Islam è acerrimo nemico. Ricacciati i Musulmani – per il momento – e finita l’emergenza, cent’anni dopo il culto delle immagini viene ripristinato dalla regina Teodora. L’Iconoclastia, di fatto, è una forma di contaminazione culturale.

La storia ritorna. Per contrastare l’invasione dei nuovi Barbari, si recupera un’identità arcaica che condivide molte idee avversate del nemico per la paura dell’imprevedibilità del nuovo.

Insomma, un effetto inatteso: la radicalizzazione del cristianesimo italiano. In rete(qui nel link) si può trovare un documento che descrive un progetto politico trasversale, che viene riassunto in questa immagine che gira sui social:

Una breve ricerca. In sintesi: un fronte politico trasversale europeo, di destra, dal 2013 lavorerebbe alla costruzione di un programma politico e alla sua realizzazione. Punto di partenza un blog anonimo, Agenda Europa, che mano a mano avrebbe allargato il suo raggio fino a diventare Ristabilire l’ordine naturale: un’agenda per l’Europa con summit annuali. Questi gli obiettivi (p. 10):

  • una strategia contro l’eutanasia;
  • una strategia per la libertà religiosa;
  • una strategia per il matrimonio e la famiglia;
  • una strategia che si oppone alla legislazione contro la discriminazione;
  • una strategia contro la maternità surrogata.

Interessante, innanzitutto, la scelta di una precisa strategia comunicativa. La comunicazione è ritenuta la chiave per il successo:

  • ribaltamento delle parti: dimostrare come i movimenti libertari siano in realtà antidemocratici e intolleranti con le proposte religiose cattoliche e i richiami alla cultura della vita e delle radici. Ad esempio, mostrare i cristiani come vittime dell’attuale rivoluzione culturale (!);
  • inquadrare i diritti del movimento: ad esempio, spingere per il riconoscimento estensivo dell’obiezione di coscienza, che di fatto renderebbe inapplicabili i diritti attuali (come il diritto del padre ad impedire l’aborto o l’impossibilità della contraccezione);
  • la violenza è il linguaggio degli avversari”: notate in effetti come sui social si insista sull’ignorare il successo di una manifestazione e individuare e pubblicizzare comportamenti devianti isolati;
  • rispettabilità culturale: la creazione di una letteratura scientifica riconosciuta da opporre come riviste scientifiche, congressi (cfr. Verona, marzo 2019).
p. 26

Chi c’è dietro? Il motore sarebbe la gerarchia vaticana con un nutrito gruppo di volenterose associazioni non governative come i movimento pro life. Verrebbe voglia di essere scettici nei confronti della solita teoria del complotto. Possiamo tuttavia constatare come sui social e su certe testate online (molto meno sulla stampa cartacea) la comunicazione spinga in effetti su questo, sia in termini di fake news quanto di enfatizzazione di singoli eventi di scontro. Non possiamo poi dimenticare l’enfatizzazione della presunta ideologia del “gender” o l’enfasi sulle modifiche delle norme dell’aborto a NY.

Tappe di realizzazione. Infine, questo movimento, avendo rappresentanti nelle istituzioni di ogni paese, punterebbe alla realizzazione per via legislativa nazionale (ed europea) di questi obiettivi:

p. 28

I risultati, al momento, sono in chiaroscuro. Se nell’est Europa (come la Polonia) Ristabilire l’ordine naturale: un’agenda per l’Europa ha ottenuto risultati concreti, altrove risulta più in difficoltà. In effetti, determinante è la scelta del politico di riferimento più efficace come cavallo di Troia (in Italia Rocco Buttiglione: la scelta parla da sé…). La recente trasformazione della Lega, che ora si occupa di temi etici in linea col Vaticano dopo anni di neopaganesimo (vi ricordate di Bossi e il rito dell’acqua del Po?) assume una luce nuova.

Ma esiste davvero il complottone reazionario?

Abbiamo usato molti condizionali fin qui perché è impossibile, per chi scrive qui e con i mezzi a sua disposizione, giungere a fonti incontrovertibili. Certo però è innegabile la sincronica coerenza di istanze che vanno tutte in questa direzione, appoggiate da testate online politicamente connotate. Mentre da una parte una martellante cronaca ci mostra quotidianamente le difficoltà di integrazione col mondo culturale islamico e dei migranti in generale, con cui ci dovremmo rapportare con accoglienza, tolleranza, comprensione (e un po’ di senso di colpa, parrebbe), dall’altra parte si delinea una strategia che, per difendere l’identità occidentale, riporterebbe i diritti dei cittadini europei alla situazione preilluminismo. Clava contro clava, dunque.

L’allarme lo grida Magdi Allam: «se cade la famiglia naturale, vincerà l’Islam». Pertanto, per il loro bene, i non allineati è bene non discutano il mos maiorum.

Dopo il 378, anno della battaglia di Adrianopoli, una parte della classe dirigente di Roma si rese conto che il problema migratorio non si poteva risolvere con la sola forza, oramai insufficiente. Oggi il problema si ripropone: l’accoglienza, piaccia o no, impone al popolo ospitante decisioni in termini di scelte culturali nette non più rimandabili. Il modello inglese di disimpegno e svedese di integrazione mostrano crepe gravissime.

Una risposta, regressiva e reazionaria, sembra quella di Agenda Europa: contrapporre oscurantismo a fondamentalismo. Insomma, per le donne europee niente velo ma soggezione all’uomo quella sì; occidentale però, che è meglio: perché, ricordiamoci, “moglie e buoi dei paesi tuoi”.