Ha da poco festeggiato i suoi primi 150 anni. Era il lontano 1868 quando Marcantonio Bentegodi – mecenate veronese al quale è intestato anche lo stadio cittadino – con una disposizione testamentaria decise di destinare parte del suo cospicuo patrimonio per l’educazione sportiva della gioventù veronese che in quegli anni era dedita, in particolare, agli sport della scherma e della ginnastica. Per saperne qualcosa di più abbiamo raccolto un’intervista con Cristiano Tabarini, da poco più di un anno nuovo presidente dell’importante istituzione comunale, una tra le prime nate con finalità di polisportiva.

La Fondazione Bentegodi ha da poco festeggiato i 150 dalla nascita. Presidente Tabarini, ci racconta la storia di questa prestigiosa istituzione?

«La Bentegodi nasce 150 anni fa con una generosa intuizione di Marcantonio Bentegodi, che decise di lasciare parte del suo ingente patrimonio affinché la scuola di ginnastica e scherma, che lui stesso aveva fondato, potesse continuare nell’insegnamento di questi sport. La società sportiva divenne ben presto istituzione comunale fino a che, nel 2007, fu trasformata in Fondazione. Oggi la Fondazione Bentegodi, grazie anche al suo inserimento nel tessuto sociale rappresenta, senza dubbio, un importante patrimonio per la città di Verona. Dopo anni di storia, con il passaggio di molti atleti e discipline, moltissime vittorie in Italia e anche qualche medaglia olimpica, la Fondazione vanta oggi più di 2.000 iscritti, più di un terzo dei quali sono agonisti, in ben 10 discipline diverse.»

La Fondazione nasce con l’eredità testamentaria di Marcantonio Bentegodi che desiderava  promuovere l’educazione fisica nella gioventù veronese. Quanto è difficile trovare oggi personaggi analoghi?

«Trovare personaggi come Marcantonio Bentegodi mi sembra sia molto difficile. Il suo grande amore per l’insegnamento dello sport, senza la ricerca di un ritorno economico seguito alla sua morte da un lascito, diventato un vero e proprio testamento sportivo, mi fa pensare che non si possano trovare casi analoghi in Italia.»

Quali discipline vengono praticate e quali sono i principali risultati ottenuti ?

«Oggi le discipline praticate alla Bentegodi sono: Ginnastica artistica divisa in maschile, femminile e trampolino elastico, Atletica Leggera, Tuffi, Ginnastica Ritmica, Nuoto, Pallanuoto (compreso Water Basket), Pesistica, Scherma e Tennistavolo. Ci sono moltissimi atleti che nel corso della nostra storia hanno vinto titoli regionali, italiani e anche europei. Anche quest’anno possiamo vantare giovani speranze che hanno vinto campionati italiani giovanili, ai quali vanno aggiunti anche alcuni titoli assoluti. Avendo moltissimi giovani agonisti in tutte le discipline non posso sceglierne una in particolare, ogni stagione emergono ragazze e ragazzi che oltre alla grande passione dimostrano il talento necessario per poter emergere. L’unico gruppo che mi sento di nominare è quello del Tennistavolo paralimpico: abbiamo una squadra fortissima e un po’ dei nostri si stanno già allenando per le prossime olimpiadi. Per ciò che riguarda la storia, senza dubbio, i risultati migliori sono stati nell’Atletica Leggera, in particolare con il discobolo Adolfo Consolini vincitore di un oro olimpico nel 1948 dopo aver stabilito più volte il primato mondiale della disciplina.»

È previsto in futuro l’allargamento ad altre discipline sportive?

«Al momento non c’è niente di sicuro, solo qualche idea. Di certo nulla è precluso, nei primi decenni di vita la Bentegodi vantava pure una sezione di Calcio e una di Ciclismo, movimenti che oggi hanno un seguito decisamente diverso da quello dei nostri sport.»

Quali sono le strutture dove si allenano i vostri atleti? 

«La nostra sede è in via Trainotti a Verona. Qui svolgiamo le attività di scherma, pesistica e ginnastica (ritmica e artistica). Poi gestiamo, per il Comune di Verona la palazzina Masprone – dove svolgiamo attività di ginnastica e tennistavolo – e la pista di atletica Consolini, recentemente rimessa a nuovo. Con nuoto, tuffi e pallanuoto ci alleniamo al Centro Federale di via Colonnello Galliano e alla piscina Montebianco. Considerando che l’edificio in via Trainotti è piuttosto vecchio e necessita ogni anno di interventi di manutenzione consistenti, e che molte attività si svolgono lontano dalla sede centrale, è innegabile che c’è l’idea ed il desiderio di una sede nuova polivalente.»

Che tipo di esperienza è ricoprire la carica di presidente di un’istituzione cittadina come la Fondazione Bentegodi?

«Essere il Presidente della Fondazione è un grande onore. Rappresentare un’istituzione come questa con 150 di storia mi riempie d’orgoglio. Per quanto mi riguarda, inoltre, sono un amante dello  sport e poter lavorare quotidianamente a contatto con ragazzi, atleti, istruttori e dirigenti che hanno questa grandissima passione, mi fa già sentire parte integrante della grande famiglia Bentegodi, anche se sono qui da un anno e mezzo appena.»

Qualche progetto  per il futuro della Fondazione?

«Mi rifaccio alla domanda precedente sulla struttura: senza dubbio il sogno più grande è quello di una sede tutta nuova. La Fondazione Bentegodi per poter continuare e garantire parecchi altri anni di storia dovrà avere una sede all’avanguardia, una sede che le permetta di autofinanziarsi per sostenere le attività agonistiche e le dia la capacità di poter competere con tutte le altre società che negli anni sono nate.»