WithU Verona si aggiudica il derby contro Itas Trentino vincendo al quinto set, così come accaduto nella prima gara di SuperLega giocata a Piacenza. Il risultato è la conferma ulteriore che questa squadra sa esprimersi ai massimi livelli con una freschezza e una determinazione davvero appassionanti. Il basso profilo è d’obbligo, come professa il coach “Rado” Stoitchev, ma non ci si poteva attendere un inizio di stagione migliore.

Pala Agsm Aim, che atmosfera!

La gara d’esordio in casa era l’occasione giusta per il nuovo binomio WithU e Verona Volley di presentarsi ai tifosi in modo vivace e appassionante. Una squadra giovane, ambiziosa e con grande potenziale di sviluppo non può lasciarsi sfuggire l’occasione di coinvolgere la propria città e il proprio seguito di appassionati. Ed effettivamente il nuovo corso si è apprezzato da subito. Speaker coinvolgente, presentazione dei roster all’americana, atmosfera elettrizzante a cui i giocatori hanno affiancato un linguaggio del corpo non da meri professionisti che timbrano il cartellino. Rok Mozic su tutti, galvanizzato da un intero settore di supporter proveniente dalla Slovenia.

Verona emozionata, Trento sorniona

Si può riassumere così l’inizio gara. Un primo set di valore tecnico non entusiasmante in cui Trento appare indirizzata a far prevalere la maggiore caratura del proprio organico e un gioco di primo tempo più ficcante. Il 2-7 iniziale la dice lunga sulle difficoltà di Verona di carburare e di lasciare spazio alla quota di emotività positiva. Il piano tattico di Trento, battere su Noumory Keita, funziona e obbliga Raphael De Oliveira ad affidarsi molto al gioco sulle ali dove, in ogni caso, i gialloblù rispondono piuttosto bene agli innumerevoli mani e fuori di Matej Kazijski, impressionante per larga parte del match, ma anche di un Daniele Lavia ispirato.

Sul 22-22, generato da un ace di Leandro Mosca e un muro di Lorenzo Cortesia l’inerzia della partita sembra cambiare di colpo con Verona in perfetto animus pugnandi, apprezzatissimo da coach Stoitchev, coinvolto e seguito dai suoi come non si apprezzava da tempo. Trento però è squadra di rango e riesce a chiudere 25-23 con una pipe di Alessandro Michieletto. Rimane la sensazione che qualcosa stia cambiando.

Scontro tra generazioni

Il secondo set ha avvio e subito emerge uno scontro generazionale. Da un lato Kazijski spiega pallavolo usando tempi di salto e di colpo ogni volta diversi, dall’altro Raphael non è da meno con numeri di alta scuola e un’attitudine all’intervento difensivo che andrebbe spiegata nelle scuole volley, specie se hai il doppio degli anni dei tuoi compagni e finisci in tuffo tra le gambe di Stoitchev e la panchina. Due “vecchietti” che hanno vinto tutto, anche insieme, e che trascinano i propri compagni in questo modo è uno spettacolo nello spettacolo. Di contro le nuove leve, tra le quali comincia a farsi largo Maksim Sapozhkov. L’opposto russo a volte fa arrabbiare Raphael per i fissaggi a muro, ma dai nove metri si scatena. Con un suo turno al servizio e tanta qualità offensiva, Verona rompe l’equilibrio e corre sul 16-13. Sembra un fuoco di paglia perchè Trento non molla, nonostante non sia brillante e in fiducia come i gialloblù. Il finale di secondo set è un susseguirsi di emozioni e di scambi di altissima fattura in cui Rok Mozic assume le vesti di finalizzatore. Trascinato dal pubblico con cui interagisce per tutto il match, lo sloveno sigla tre attacchi consecutivi e poi l’ace finale per il 25-23. Gara, a tratti, bellissima.

I muri russi e la genialità sudamericana

Il terzo set inizia con chiari ed evidenti segnali che Verona ha preso in mano l’incontro. Qui, però, è brava Trento a non uscire del tutto dal match, nonostante un certo nervosismo manifestato da qualche protesta sotto rete e dall’incapacità di trovare soluzioni adeguate ad un avversario che ha alzato il livello. Le alchimie tattiche rese possibili dallo schema a tre schiacciatori non paga i dividendi sperati per Trento, ma in qualche modo per qualche scambio addormenta la gara. Si viaggia punto a punto con azioni piuttosto brevi fino al 19-19.
Qui Verona manda in bambola la rotazione di P1 di Trento. Tra un Raphael in formato mondiale che va a recuperare palla fuori astina perfezionando l’assistenza per Mozic e un Sapozhkov che sale in cattedra a muro con due punti di fila, Verona scappa e dimostra di meritare davvero di più. Finisce 25-20 con Stoitchev senza giacca che sorride verso Marco Gaggini e sollecita a più riprese l’incitamento del pubblico. Accadimenti di profondo significato, direbbe qualcuno.

Alessandro Michieletto prova a scardinare il muro a tre di Verona – Fonte: ufficio stampa WithU Verona

L’equilibrio di Perrin, la calma di Trento

Trento nel quarto set dimostra, se ce ne fosse bisogno, di essere squadra tosta. Parte male, va sotto nel punteggio e nell’inerzia. Subisce in modo terribile il muro di Verona (16 alla fine, di cui 8 di un monumentale Sapozhkov), ma non va al tappeto. 8-5 Verona, poi 22-20 con un Mozic ancora una volta terminale offensivo principe nei momenti chiave. Michieletto, non in grandissima serata offensiva, riesce però ad essere un fattore dai nove metri (5 aces alla fine) con il suo solito servizio da zona cinque a zona cinque avversaria.
A Verona serve, e tanto, l’equilibrio tattico garantito dalla presenza in campo di John Perrin al posto di Keita, ma ovviamente calano le soluzioni disponibili per Raphael.
Dal 25-25 sembra di essere in finale playoff per atmosfera e per intensità di gioco. Trento la spunta per 30-28 affidandosi ad un Riccardo Sbertoli capace di utilizzare al meglio tutte le soluzioni offensive disponibili con Srecko Lisiniac e Kazijski sugli scudi. Peccato, ma che si decida tutto al tie break è giusto per quanto visto e garantisce un ulteriore momento di spettacolo ad un match già carico di qualità e intensità.

L’apoteosi finale

Raccontare il tie break è cosa ardua, causa l’incessante alternarsi di emozioni e cambi di punteggio. Verona parte forte, poi si fa raggiungere e al cambio campo è sotto. Sempre un filo più gagliarda di Trento, sempre leggermente più meritevole di aggiudicarsi l’incontro. Eppure, il sestetto guidato da Angelo Lorenzetti rimane composto ed efficiente, pur non nella sua serata migliore. Si arriva ai vantaggi dopo qualche servizio errato da ambo le parti. Ai leader è affidato il compito di risolvere il match: Mozic non sbaglia, Kazijski, stremato, si fa murare per l’ottava volta nell’incontro e Cortesia sigla l’ace finale sulla linea di fondo trentina che nemmeno necessita di video check. 17-15 e tifo veronese in estasi.

Tutto bello, futuribile

La provinciale ammazza grandi di inizio stagione è un canovaccio più volte già visto, specie dopo rassegne internazionali a precedere la SuperLega (vedasi campionati mondiali). Quindi vietata ogni forma di esaltazione. Quello che però incanta e coinvolge di WithU Verona non è tanto la doppia vittoria contro Piacenza e Trento, in entrambi i casi si potevano anche perdere i tie break. Quello che piace è l’intensità, la voglia di emergere, di mettersi in gioco dei gialloblù. Hanno talento, qualità fisiche importanti e un potenziale di miglioramento clamoroso. Mozic attacca palla alta alla Lorenzo Bernardi, Sapozhkov mostra colpi ad altezze incredibili. E ognuno sembra avere chiaro il proprio ruolo in squadra e la propria personale missione sportiva.
Verrà il difficile, confermarsi anche in gare non di cartello, ma per ora, davvero, chapeau.

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