È senz’altro uno degli assessori più social della Giunta Tommasi, giocandosi il primato con Tommaso Ferrari. Federico Benini, con incarico al decentramento, all’edilizia popolare, ai servizi demografici e statistica, a strade e giardini e all’arredo urbano, ha da sempre un filo diretto, attraverso i suoi canali web, con i cittadini, ma intensificato ulteriormente da quando è stato nominato all’interno della Giunta. Un aspetto molto apprezzato e che permette spesso ai suoi follower di conoscere, in anteprima, le novità e le iniziative intraprese dal Comune di Verona. A sette mesi dall’inizio della sua attività facciamo con lui un primo bilancio.

Assessore, partiamo dall’arredo urbano: dove siamo e dove vogliamo arrivare entro il 2023?

«Sulla gestione del verde abbiamo introdotto importanti modifiche rispetto al passato, nel senso che stiamo concentrando gli abbattimenti degli alberi in lassi di tempo precisi, con due momenti all’anno, allo scopo di avere le sostituzioni delle piante nel giro di un paio di settimane. Questo per lasciar decorrere il minor tempo possibile per la sostituzione della pianta. Ma ci sono anche altre due novità importanti: la prima è la scelta di abbattere le piante solo dopo aver analizzato la scheda VTA qnando decreta che la pianta è effettivamente malata, al punto da essere a rischio caduta. Altro elemento di novità è che dal momento di poco precedente all’inizio dei lavori di abbattimento fino alla successiva nuova piantumazione posizioneremo un cartello che avvisa dell’imminente sostituzione e dotato di un QR code che rimanda alla scheda VTA della pianta su cui andremo ad intervenire. In tre mosse diamo rispetto a quelle piante che non si possono salvare.»

E per quanto riguarda eventuali iniziative straordinarie?

«Per quanto riguarda le attività straordinarie relative a piante e fiori stiamo mettendo a punto alcune pratiche innovative. L’esperimento del Bulbo Day ha avuto un successo oltre ogni aspettativa e lo ripeteremo nel 2023, ad Halloween, per l’occasione lo chiameremo Bulbetto o scherzetto e regaleremo molti più bulbi. È importante instillare nel veronese la cultura del fiore e del verde, in particolare del tulipano che assorbe l’anidride carbonica, svolgendo quindi una funzione ambientale.»

Sarà necessario un aumento degli investimenti…

«È il nostro obiettivo, specialmente per quanto riguarda gli alberi e lo stiamo facendo sulle piantumazioni. Quest’anno verranno messi a dimora 600 nuovi alberi e 3000 piante da forestazione. Altro tema molto importante è coinvolgere i privati in questo processo. In questi giorni stiamo studiando un meccanismo per cui sostanzialmente il Comune individua alcune aree verdi non particolarmente alberate dove i cittadini che hanno perso il loro animale domestico possono donare al Comune un albero – stiamo studiando dal punto di vista economico le modalità di questa donazione – trasformando quell’area in una zona boschiva. Gli alberi così piantati avranno una collanina, un ricordo. Un esperimento che vedrà le persone avere un interesse particolare a curare le piante.»

Ci saranno modifiche al Regolamento del Verde?

L’Assessore Benini

«Sì. Una modifica importante al Regolamento del verde riguarderà i parchi. Nel documento approvato un anno fa manca la figura del garante del verde, ovvero una commissione che verifichi che il Regolamento venga rispettato. Con Amia, quando entrerà in house, dovremo assolutamente completare il censimento degli alberi e delle piante per avere contezza del nostro patrimonio. Chiudo parlando della convenzione a cui hanno lavorato i nostri uffici per la quale è possibile sponsorizzare i nostri parchi giochi. Il Comune di Verona cede a imprese private uno spazio di circa un metro e mezzo quadrato all’interno del parco giochi per esporre un totem dei propri prodotti. Ovviamente si deve trattare di prodotti eticamente sostenibili. In cambio queste realtà avranno l’onere di abbellire il parco con elementi di arredo, strutture gioco, infrastrutture stradali, tutto quello che all’interno di un parco giochi è possibile fare con alcune migliaia di euro. Chiaramente poche migliaia di euro moltiplicate per tutte le aree gioco per il Comune sono una cifra importante. Ripartendola tra i privati, la cifra diventa irrilevante. Abbiamo già dei soggetti interessati e nei prossimi mesi vedremo già le prime realtà di questo tipo. Si tratta di una commistione pubblico-privato estremamente positiva.»

Sul tema della manutenzione stradale invece?

«Abbiamo stanziato nel bilancio annuale 200mila euro per ogni singola circoscrizione, cioè un milione e 600mila euro per la manutenzione straordinaria alle otto Circoscrizioni del territorio comunale a cui vanno sommati altri 500mila euro per le strade principali della città. Oltre due milioni di euro solo per le strade e i marciapiedi. Poi ci sono i fondi per la manutenzione ordinaria. Abbiamo strade e marciapiedi che versano in condizioni malandate. Starà alle Circoscrizioni individuare la priorità per le aree più dissestate. A primavera inizierà la prima tornata di lavori, se entro fine giugno riusciremo ad avere i primi fondi del 2023 potremo completare alcuni dei lavori messi a calendario prima della prossima stagione fredda.»

Oltre ai servizi di anagrafe quali sono gli altri servizi decentrati che hanno riaperto o che riapriranno?

«Sui servizi di anagrafe stiamo facendo un lavoro importante. Quella di San Michele rimane aperta un giorno a settimana e da poco anche l’ufficio di Corso Milano segue lo stesso calendario. Entro un paio di mesi verranno quadruplicate con l’ufficio di Borgo Roma in modo da coprire tutte le otto circoscrizioni. Scopo nostro è potenziare le giornate di apertura. Noi per primi ci rendiamo conto che un giorno a settimana è ancora troppo poco e dobbiamo potenziare l’organico. Sul grande tema del decentramento, in generale, stiamo studiando con l’assessore Buffolo un meccanismo inedito di mappatura di tutti i servizi reputati essenziali nei singoli quartieri, allargati anche alle attività commerciali. Vogliamo mettere a sistema sul portale del Comune tutti quei servizi che mancano in ogni quartiere. L’idea è di rendere trasparente le zone dove c’è domanda per agevolare l’offerta, quindi se ad esempio nel quartiere di Ponte catena manca un’edicola, lo evidenziamo.»

Ci sono criteri preferenziali per questo tipo di segnalazioni (ad esempio pari opportunità, imprenditoria giovanile, etc.)?

Federico Benini

«Lasciamo che il privato scelga di proporre la propria attività dove la necessità è più sentita. Se nel quartiere di Ponte Catena oggi manca un medico di base, meglio che un laureato in medicina scelga una zona come questa dove la sua figura è assente piuttosto che cercare di farsi assegnare in un quartiere dove ce ne sono già altri cinque. Ultimo tema legato al decentramento è la riforma delle circoscrizioni.

Stiamo studiando una prima bozza che ho già mandato al dirigente competente e verte su tre pilastri. La prima è la riforma elettorale delle circoscrizioni, che verranno adeguate a quella del Comune con l’elezione diretta del presidente di Circoscrizione e, in sostanza, trasformandolo in un piccolo sindaco. Aumenteremo, inoltre, le competenze delle Circoscrizioni, ad esempio in materia di segnaletica e di viabilità, e renderemo almeno per alcuni punti il parere della singola circoscrizione vincolante. Quindi se il Consiglio comunale volesse far approvare un parere opposto a quello dato dalla Circoscrizione, dovrebbe ottenere una maggioranza qualificata del 60 per cento dei consiglieri.»

Pensando alle iniziative di incontro con i cittadini “Il quartiere che vorrei” lei è soddisfatto dei risultati ottenuti?

«Dal primo settembre fino a fine anno ho girato con un gazebo in ogni quartiere della città. Ho toccato con mano l’interesse delle persone a partecipare e di come percepiscono l’Amministrazione vicina. Lo strumento dell’assemblea pubblica è molto apprezzato dalla gente che può incontrare più di mezza Giunta presente. Non solo, presto avvieremo un tour nelle case popolari per ascoltare con Agec le problematiche strutturali degli edifici. Dobbiamo andare nella direzione di avere edifici esistenti – non solo nuovi – che siano in condizioni assolutamente umane per chi ci abita. Oggi ci sono ancora delle difficoltà.

Sull’arredo urbano, vorrei aggiungere un’iniziativa molto simpatica. Abbiamo individuato quattro piazze, a Borgo Nuovo, Borgo Roma, Borgo Venezia e centro storico, che trasformeremo strutturalmente. Oggi le piazze sono di fatto dei dormitori. Noi daremo loro una funzione: una sarà la piazza dei giochi, attrezzata con strutture permanenti come tavoli da pingpong e calcio balilla; un’altra sarà dedicata ai giochi da tavolo; poi ci sarà la piazza della lettura, dotata di una panchina a ferro di cavallo con un leggio e infine ci sarà una piazza della pittura, dove verranno posati dei blocchi a cavalletto. Lo scopo è di avere in tutta la città sedici piazze dedicate a questo tipo di iniziative.»

Avete già individuato coperture, materiali, etc.?

«La Banca di Asti ci ha già confermato il finanziamento per la piazza nuova che ci sarà al Giardino d’Estate, vicino a Viale Colombo, che diventerà la prima cittadella dei giochi da tavolo. Potremo acquistare una piattaforma per i giochi di movimento. Sono già partiti i lavori per sistemare tutta l’area intorno, il progetto per installare 20 pali della luce è già pronto. Abbiamo già acquistato i primi tavoli con le scacchiere incorporate e contiamo per la prossima primavera di poter aprire l’area. Luoghi abbandonati che riprendono spazio.»

Un’ultima domanda su Elly Schlein, che sappiamo piacere molto a lei. Pensa che una sua vittoria come segretario del Pd avrebbe reazioni qui a Verona?

«Penso che il Pd perda perché non è abbastanza a sinistra. In tutta Italia il Pd è forte nelle grandi città e nei centri storici. Le persone che vivono in questi posti appartengono al ceto medio alto, l’opposto del mondo in cui dovrebbe invece “pescare” i suoi elettori. La sinistra almeno secondo me dovrebbe tutelare le fasce più deboli. Dopo Renzi, la sinistra ha cambiato il proprio DNA, spostando l’asse dai problemi del sociale verso temi da libdem europeo, con una politica economica liberista e più attenzione al tema dei diritti civili, dello ius soli, dell’immigrazione.

Benini con il sindaco Damiano Tommasi

Letta, al suo insediamento ha dichiarato che le sue priorità erano proprio lo ius soli e i diritti civili e io sono d’accordissimo su questo, ma queste tematiche non sono prioritarie per questo Paese. Lo sono per quelle fasce della popolazione che non hanno il problema del lavoro o del sociale. Un cittadino che risiede in via Mazzini ha tutto il tempo di pensare ai diritti civili, che sono giusti ma non sono il problema dell’operaio che deve magari arrivare a fine mese.»

E quindi?

«Abbiamo messo in secondo piano tematiche di cui si sono appropriati partiti che le hanno affrontate con demagogia e populismo, per di più solo a parole. Il Pd può riprendersi il proprio elettorato guardando a chi è effettivamente di sinistra, cioè la Schlein. Lei è dirompente proprio per questo. Serve una politica importante sull’ambiente, sul lavoro. Se ci trovassimo al 30%, sarei d’accordo per una figura di consolidamento, ma non è questo il momento storico per una figura come potrebbe essere quella di Bonaccini.»

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