Cellino, il Caldiero e lo stato di tutto il calcio italiano
L'enorme beffa per i gialloverdi termali: dalla retrocessione, alla seconda chance in C e infine la conferma nei Dilettanti. Con la complicità del Brescia.

L'enorme beffa per i gialloverdi termali: dalla retrocessione, alla seconda chance in C e infine la conferma nei Dilettanti. Con la complicità del Brescia.
Queste prime burrascose settimane d’estate hanno smosso numerose polemiche in merito all’(in)efficienza del sistema calcistico italiano. E se il tandem “Psg-Inter 5-0” e “Norvegia-Italia 3-0” sono le lampadine che impulsivamente vi si sono accese, state percorrendo la strada corretta. Ma non basta. Occorre fare più di qualche passo indietro rispetto a Champions League e Mondiale, approdando così nella desolata landa della Serie C.
La città di Verona, alla vigilia dell’appena trascorsa stagione 2024/2025, presentava ben quattro formazioni tra i professionisti: l’oramai consolidato Hellas Verona in A (quella a venire sarà la settima stagione consecutiva nella massima serie), mentre Virtus Verona, Legnago e i nuovi arrivati del Caldiero chiamate a confermare la propria presenza in Serie C.
Se da una parte la squadra di Borgo Venezia ha preso parte ai playoff per la seconda volta in tre anni, lo stesso non si può dire delle restanti due: Il Legnago è retrocesso nuovamente tra i Dilettanti dopo aver concluso la stagione all’ultimo posto del girone B, mentre ad est delle mura, in casa Caldiero, sembrava essere andata meglio. Sembrava, appunto.
Dopo la partenza sprint in campionato, con 9 punti su 12 conquistati nelle prime quattro gare d’esordio tra i pro ed il raggiungimento della semifinale di Coppa Italia Serie C, i giallo-verdi si sono arenati nelle zone più basse della classifica, concludendo il campionato alla penultima posizione. Con l’età media fra le più basse del campionato ed un tetto stipendi quasi irrisorio, i ragazzi di Mister Soave, per ribadire la propria presenza in terza serie nella stagione a venire, se la sarebbero dovuta vedere ai playout contro la Triestina. Nella doppia sfida sia di andata che di ritorno a reti bianche, questi ultimi hanno avuto la meglio, favoriti dalla più alta posizione in classifica al termine della stagione regolare. Il Caldiero, dunque, lo scorso 17 Maggio era di fatto retrocesso ufficialmente nel campionato di Serie D. Poi, pochi giorni fa, l’inaspettata svolta, che tutto è fuorché un evento indipendente dal caos che si sta vivendo in federazione.
Tra fallimenti con conseguente ripartenza nei campionati dilettantistici e punti di penalizzazione da scontare nell’anno a venire, Spal, Turris, Taranto, Lucchese e Triestina sono soltanto la punta dell’iceberg di un sistema vivente una crisi di disgregazione interna. Dalle disagianti e tortuose avventure del fantastico mondo della Serie C, però, proprio il Caldiero sembrava potesse beneficiarne. Se retrocedere senza perdere sul campo è un evento più unico che raro, lo è ancor di più pensare che Caldiero e Brescia, entrambe declassate senza ufficialmente venir sconfitte nei 90 minuti, abbiano un destino incrociato per le sorti della stagione a venire.
La classifica della serie B, a poco meno di una settimana dal fischio d’inizio dei playout, è stata completamente ridisegnata dalla Federazione in seguito a movimenti sospetti in casa Brescia. Massimo Cellino, presidente delle Rondinelle, è stato infatti accusato di aver usufruito di crediti d’imposta inesistenti per pagare IRPEF ed INPS degli stipendi del mese di febbraio, portando ad una penalizzazione di otto punti per la società lombarda.
I biancoblù sono dunque passati nel giro di pochi giorni dai festeggiamenti per una sofferta ed agognata salvezza, ad un’imminente retrocessione nel campionato di C. Nonostante il declassamento di categoria, però, rimaneva comunque un’ingente cifra di denaro da depositare nelle casse dello stato. Cifra che Cellino è riuscito a stabilire in accordo con l’Agenzia delle Entrate (circa 3,5 milioni), e la cui perentoria e innegoziabile deadline cadeva il 6 giugno, in concomitanza con un’ulteriore scadenza: la data ultima per il deposito dei documenti ed il pagamento per l’iscrizione al campionato di Serie C. Senza prima aver saldato il debito, però, Cellino non avrebbe potuto iscrivere il Brescia al campionato di terza serie. In sostanza: se non paghi entro la data prestabilita, non puoi prendere parte al campionato. Quindi, alla fine, Cellino ha pagato? Ovviamente no.
A differenza della scadenza relativa al pagamento all’Agenzia delle Entrate (che non è posticipabile), il regolamento della FIGC prevede una finestra aggiuntiva – fino al 24 giugno – per permettere la regolarizzazione formale di eventuali carenze documentali, allungando quindi la scadenza. Questa deroga permette ai club che già hanno pagato regolarmente l’iscrizione al campionato, ma che stanno avendo dei ritardi nella compilazione burocratica dei documenti, di slittare la data di presentazione di tali atti senza ripercussioni sull’iscrizione al campionato stesso. Fondamentale è però comprendere che la deroga non copre i mancati pagamenti la cui scadenza era fissata per il 6 giugno, come nel caso del Brescia.
A Cellino però di tutto ciò non frega nulla. Infatti venerdì 20 giugno – udite, udite – il Brescia ha comunque presentato i documenti per l’iscrizione al campionato di C. A questo punto credo sia spontaneo porsi la seguente domanda :”Perché, nonostante Cellino sapesse perfettamente che la domanda sarebbe stata rifiutata, viste le inadempienze, ha comunque deciso di presentare la documentazione?”.
Nonostante risulti inadempiente e quindi impossibilitato all’iscrizione per la C, il deposito della domanda di iscrizione obbliga la Co.Vi.So.C (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio) ad esaminarla. Senza la presentazione di tali documenti il Brescia sarebbe risultato rinunciatario, ed il posto vacante se lo sarebbe aggiudicato il Caldiero.
Con la richiesta alla Co.Vi.So.C e la conseguente esamina, invece, il Brescia verrebbe escluso ufficialmente dalla Federazione stessa, con il sostituto delle Rondinelle che verrebbe decretato tramite graduatoria nazionale. Al primo posto troviamo l’Inter U23, che però è già subentrato alla Spal, anch’essa esclusa dal campionato. Sarà dunque il turno del Ravenna, vincitrice dei Playoff di serie D e della rispettiva Coppa Italia a garantirsi il posto tra i pro, sorpassando il neo-retrocesso Caldiero. Uno sgambetto, per lo più totalmente inutile, da parte di Cellino, che ha raso al suolo le speranze giallo-verdi di una clamorosa seconda chance nell’élite del calcio nazionale, fornendo invece il migliore degli assist al Ravenna.
Si potrebbe aprire un’ulteriore, infinita e condivisa polemica anche sul funzionamento dei playoff di Serie D, ma non è questo il momento. Ciò che da più di un mese a questa parte si sta evolvendo a cavallo fra Serie B, C e D è a dir poco raccapricciante. Senza parlare di quanto successo fra Salernitana e Sampdoria (quest’ultima beneficiaria della retrocessione d’ufficio della squadra lombarda).
Un effetto domino che continuerà a far crollare, pedina dopo pedina, l’intero sistema del calcio nazionale, partendo dai professionisti fino ad arrivare agli amatori, fino a quando qualcuno (forse) deciderà di intervenire cambiando le carte in tavola e sovvertendo un futuro che, ad oggi, appare tutt’altro che promettente. Cellino ha dichiarato di voler intraprendere una guerra contro la Federazione? Va benissimo, ma se da un lato c’è chi crede che dalle macerie si possa ricostruire con spirito e visione differenti, dall’altro troviamo chi invece è convinto che, quando tocchi il fondo, puoi solo continuare a scavare. E chissà, magari trovare per magia quei crediti d’imposta che hanno scatenato questo disastroso terremoto.
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