Oltre al “Mondiale ’26” della prossima estate che verrà spartito con Canada e Messico ed aggiudicatosi ormai sette anni fa, gli Stati Uniti d’America ospiteranno a partire da questo domenica 15 giugno la 21esima edizione della Coppa del Mondo per Club FIFA. La primissima con il nuovo formato allargato da 7 a 32 squadre.

Differenze con le edizioni precedenti

Il moltiplicatore imposto al numero dei partecipanti ha obbligato la federazione a rivoluzionare il formato del torneo. Se fino allo scorso anno le squadre qualificate erano le sole vincitrici delle proprie coppe continentali ( UEFA Champions League in Europa, Copa Libertadores per il Sud America e le rispettive Champions league per America centro-settentrionale, Africa, Asia ed Oceania), ora le qualificazioni funzionano seguendo un ranking di federazione.

L’Europa ha diritto a dodici posti, quattro dei quali occupati dalle vincitrici delle ultime quattro edizioni della Champions League, mentre le restanti otto assegnate tramite ranking UEFA dell’ultimo quadriennio, basato esclusivamente sulle prestazioni in Champions. A seguire il Sud America con sei slot, poi quattro posti per Africa, Asia e America Centro-Nord. Infine un posto è riservato all’Oceania, così come quello di diritto per il Paese ospitante, portando il numero a 32.

Più squadre significa più partite: non più scontri diretti e preliminari da subito, ma otto gironi da quattro squadre ciascuno con gare di sola andata. Da qui le prime due di ogni gruppone si qualificano per la fase ad eliminazione diretta a tabellone (già definito), con gare secche a partire dagli ottavi fino alla finale che decreterà il vincitore. Un vero e proprio campionato mondiale.

Le italiane al mondiale

Le uniche italiane chiamate in causa saranno Inter e Juventus. I nerazzurri, freschi della panchina affidata a Christian Chivu, se la vedranno con Monterrey, River Plate ed Urawa Reds, mentre i bianconeri di Igor Tudor affronteranno Manchester City, Al-Ain e Widad.

63 gare totali, il montepremi più ricco di sempre per un torneo calcistico (un miliardo totale da spartire), con “grassi” diritti tv e un cinematico tour da Seattle a Miami nei dodici nuovi stadi costruiti appositamente per la competizione, in vista dei prossimi Mondiali 2026.

Un calcio completamente nuovo, innovativo e avanguardistico, che si adatta perfettamente a dei tempi che corrono così velocemente da non lasciare spazio per fermarsi a ricordare gli anni passati, quando questa prestigiosa competizione portava ancora il nome di “Coppa Intercontinentale” e prevedeva una sola finale, giocata esclusivamente fra la squadra più forte d’Europa e la sua corrispondente sudamericana.

Foto da Unsplash di Vikram TKV

(C) RIPRODUZIONE RISERVATA