Quest’anno ricorre, per la Biblioteca Civica di Verona, un anniversario storico tanto importante quanto tragico. Sono infatti trascorsi ottant’anni dal 4 gennaio 1945, quando i bombardamenti bellici la rasero al suolo, mettendo in pericolo il suo patrimonio immenso. “Verona 1943-1945. La biblioteca in guerra” è il titolo della mostra documentaria ospitata nella promototeca della biblioteca civica e aperta fino al 21 giugno prossimo. Attraverso le pagine del quotidiano L’Arena, con le fotografie dell’archivio della biblioteca, tra cui alcune immagini del fotografo Mario Cargnel, il cui fondo è stato acquisito recentemente dalla biblioteca, vengono presentate diverse testimonianze storiche.

Una biblioteca in servizio nonostante la guerra

Vittorio Fainelli (1888-1968) ebbe un ruolo fondamentale come direttore della Biblioteca Civica. Bibliotecario e ricercatore, originario di una famiglia artigiana di Pescantina, diresse la biblioteca comunale di Verona dal 1921 al 1958, esperienza che gli permise di condurre ricerche storiche approfondite, alcune delle quali esposte in mostra. Nelle teche si trovano due volumi di codici diplomatici veronesi, uno studio dedicato agli Scaligeri e un’analisi approfondita degli ospedali veronesi a partire dal periodo di San Zeno.

Negli anni Trenta del Novecento, sotto la sua direzione, fu portato a termine l’ampliamento della biblioteca, inaugurata il 9 maggio 1940. Durante il periodo del conflitto, la sua attività di direttore fu impegnativa, perché le sorti della biblioteca e del suo prezioso patrimonio erano incerte. Nonostante il pericolo bellico, Fainelli si sforzò di mantenere sempre attivo il servizio bibliotecario per i cittadini veronesi, dialogando con le autorità per trovare soluzioni adeguate.

Il ricordo di Fainelli scolpito da Gino Bogoni

Il busto che ritrae Vittorio Fainelli, direttore della Biblioteca civica dal 1921 al 1958, opera dello scultore Gino Bogoni. Foto M. Piccin.

A questo proposito, degna di nota è la corrispondenza intrapresa con lo studioso e ufficiale tedesco Wolfgang Hagermann, al fine di cercare una collocazione idonea per la conservazione dei documenti.

Il direttore si spense a Verona nel 1968 e in suo ricordo l’amministrazione comunale gli intitolò nel 1976 la nuova sede della scuola media statale di Chievo, inoltre per l’occasione il figlio Renzo curò una pubblicazione dedicata al padre.

Nella protomoteca della biblioteca Civica di Verona è stato forgiato un busto di bronzo realizzato in sua memoria dallo scultore veronese Gino Bogoni, nel 1988.

Da chiesa di San Sebastiano a biblioteca nel 1792

L’ingresso centrale, situato in via Cappello, evidenzia ciò che rimane della ex chiesa di San Sebastiano, la più grande di Verona tra quelle scomparse, il cui edificio, fino al 1945, adornava imponentemente il centro storico. L’oratorio, dedicato a San Sebastiano, ospitava un ospedale dedicato alla cura di sacerdoti, poveri e pellegrini, in seguito fu chiesa parrocchiale, rifabbricata in epoca romanica e concessa ai padri Gesuiti con decreto del vescovo Agostino Valier alla fine del Cinquecento.

Con l’avvento di Napoleone, la chiesa venne sconsacrata ed il convento ospitò biblioteca e ginnasio. Il nucleo librario originale proviene dall’accorpamento di tre fondi, quello della libreria del monastero di San Zeno, dei Gesuiti di San Sebastiano ed il lascito di Aventino Fracastoro, medico personale di Cangrande Della Scala, signore di Verona.

La biblioteca, istituita ufficialmente nel 1792 ed aperta al pubblico dieci anni dopo, fu impreziosita da ulteriori collezioni. Sotto la dominazione austriaca, la chiesa fu riconsacrata, accogliendo numerosi lasciti e doni che arricchirono il patrimonio librario della biblioteca, tra cui quelli dell’architetto Luigi Trezza (1752-1823), dell’abate Giuseppe Venturi (1766-1841) e del naturalista Abramo Massalongo (1824-1860).

L’ampliamento con l’Unità d’Italia

I Gesuiti ritornarono tra 1842 e 1848, rimanendo clandestinamente fino all’Unità d’Italia. Le truppe italiane entrarono a Verona ed in questo periodo le collezioni si arricchirono di ben 17mila volumi a stampa e 336 manoscritti. All’indomani dell’Unità, la biblioteca fu ampliata all’interno di una parte dell’ex-convento dei Gesuiti e furono istituiti gli Antichi archivi veronesi sotto la direzione del bibliotecario Cesare Cavattoni (1835-1872).

Il nuovo istituto, con gli archivi, fu inaugurato nel 1869 e nel corso degli anni i bibliotecari che si susseguirono nella direzione applicarono diversi metodi nella catalogazione dei fondi.

La distruzione del 4 gennaio 1945

Giuseppe Biadego, importante bibliotecario in funzione dal 1883 al 1921, sviluppò un catalogo sistematico basato su vari argomenti tematici. Biadego, dotato di cultura elevata, intesseva relazioni con studiosi di tutta Europa e sotto la sua direzione la biblioteca visse una stagione di forte espansione e stabilità, mentre nel 1939 ottenne una sede più vasta e decorosa all’interno dell’ex chiesa, che fu distrutta quasi completamente dal bombardamento aereo alleato del 4 gennaio 1945.

Le raccolte di incisioni e carte geografiche subirono seri danneggiamenti, ma si salvarono incunaboli e materiale manoscritto. La sede riaprì dopo la guerra, riutilizzando i vecchi ambienti. La laboriosa questione della ricostruzione si risolse, in parte, con la progettazione di un nuovo magazzino librario, opera dell’architetto Pier Luigi Nervi (1891-1979) inaugurato il 2 giugno 1980, edificato nell’area occupata precedentemente dalla chiesa. I blocchi di marmo che impreziosivano la facciata furono recuperati per adornare la Chiesa di San Nicolò all’Arena, ancora oggi ben visibili.

A testimonianza del valore e dell’impegno di molti bibliotecari e personaggi illustri, è possibile ammirare ancora oggi, all’interno della protomoteca, busti di scrittori e intellettuali veronesi, provenienti dalla Loggia di Fra’ Giocondo, in Piazza dei Signori, che resero illustre questo luogo di cultura nel corso dei secoli.

La mostra, ad ingresso gratuito, è aperta il lunedì dalle 14 alle 19 e da martedì a sabato dalle 9 alle 19. Si terranno visite guidate i giorni 16 maggio, 13 e 20 giugno alle ore 18, e sabato 7 giugno alle ore 15, su prenotazione scrivendo a bibliotecacivica.visite@comune.verona.it.

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