Tra le varie cose che l’introduzione del Var ha tolto al calcio c’è il diritto sacrosanto di ogni tifoso di maledire l’arbitro e tutta la sua genìa. L’arbitro virtuale, seduto dietro lo schermo e a distanza di sicurezza, si appella a regolamenti cervellotici e burocratici e scarica pilatescamente ogni responsabilità nella nebbia degli acronimi. È un peccato, perché proprio in questo momento del campionato il Verona sta dimostrando di essere mentalmente solido, tatticamente sensato e con una buona dose di cattiveria. Una tendenza che mister Zanetti deve ad ogni costo preservare, ignorando gli episodi e lavorando sui tanti buoni segnali arrivati nelle ultime settimane. Guai a lasciare che il Var fermi l’inerzia dei gialloblù.

Sì, perché in due settimane i tifosi del Verona hanno subito le due facce più dolorose del famigerato VAR, l’arbitraggio “su zoom” che avrebbe dovuto chiudere le polemiche (sic!) e rendere più trasparenti le decisioni arbitrali.

Mettiamo subito le mani avanti: quando si parla di arbitraggio dopo una partita il rischio è sempre quello di cercare alibi, alzare un muro fumogeno di “se” e “ma” e rimanere ciechi sui vantaggi capitati ai colori che abbiamo sulla pelle. E allora per evitare il rischio della dietrologia diciamo subito che il Verona ha perso perché Montipò è incappato nella peggiore papera da quando è qui e se il gol di Mosquera fosse stato annullato il Verona avrebbe incassato un due a zero fin troppo severo.

Dopo Suslov, tocca a Bradaric

Detto ciò, quel che è capitato al Verona nelle due ultime giornate di campionato difficilmente può essere spiegato senza allargare le braccia e portare gli occhi al cielo. Fortunatamente per il carrozzone del calcio italiano l’episodio del rigore su Bradaric è capitato in Bologna-Verona, una partita in cui – come nei disclaimer dei programmi tv – “nessuna big è stata maltrattata per la realizzazione di questa partita”, e quindi è possibile semplicemente ignorare l’episodio sui media nazionali. E va bene così.

Contro la Juventus il Verona si è visto annullare un gol da cineteca per un fuorigioco netto ravvisato all’inizio dell’azione. Nel frattempo il portiere ha parato, il Verona ha recuperato il pallone, lo ha lavorato per l’accorrente Suslov che ha evitato la marcatura e ha sparato sotto la traversa. Per carità, è vero che un gol in fuorigioco sulla respinta del portiere va sempre annullato, si potrebbe però dire che la ratio del fuorigioco è non dare all’attaccante una posizione di vantaggio sul difensore e che Suslov ha segnato di fronte a una difesa schierata. Si potrebbe persino invocare un crimine contro l’estetica e un oltraggio agli dei del pallone per aver annullato una tale perla. Ma tant’è, dura lex sed lex. Il Var tutto vede e tutto controlla. 

Poi però passa una settimana e un difensore del Bologna tocca l’esterno del Verona Bradaric in area di rigore. Contatto leggero? Forse. Giocatore già in caduta? Magari sì. L’arbitro Rapuano non indica il dischetto, ma al Bentegodi non ci si preoccupa, tanto c’è il Var. E invece nulla. Le analisi certosine al millimetro e i replay mandati in loop fino allo sfinimento questa volta non arrivano. Tocca fidarsi della presa diretta di un arbitro che – peraltro – per tutta la partita è sembrato avere gli occhi ben aperti. Perchè? Perché il fuorigioco è oggettivo, mentre i falli no. Perché il secondo giallo non è un rosso, e quindi anche per l’espulsione di Valentini non c’è alternativa agli occhi di falco di Rapuano. Perché l’anno prossimo quello di Tengsted sarà un gol valido, ma oggi no. Tocca incartarsela: che la tecnologia sia nemica della passione non lo scopriamo certo oggi. 

C’è anche il calcio

Se volessimo dedicare qualche riga alla partita dovremmo parlare di un Verona arcigno, ruvido e determinato che ha commesso qualche errore ed è stato punito da un Bologna sesto in classifica. Un Verona che continua a lavorare sulla sua identità ritrovata e che vede rientrare un elemento importante come Tengsted  (e il biondone non perde tempo per insaccare sotto la sud, anche se non vale). I soliti problemi di organico sugli esterni saranno complicati da risolvere, soprattutto se Lazovic rimarrà in questo stato di forma pessimo fino alla fine della stagione, mentre in difesa la nota dolente di giornata è Valentini, che incappa in una gara un po’ meno brillante rispetto alle ultime uscite e che salterà la prossima per due gialli che lasciano più di un dubbio.

Un peccato non aver raccolto un punticino che col Bologna sarebbe stato forse meritato e che avrebbe arrotondato la media di un punto a partita nelle sfide contro Juventus, Milan, Fiorentina e Bologna. Le altre dietro arrancano e va bene così. Il Verona oggi sembra avere quello che serve per salvarsi, ma i ragazzi di Zanetti dovranno centrare l’impresa ancora una volta nell’unico modo che la città conosce: soli contro tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA