Il “Cammino dei sette vulcani” – che si snoda fra la Val d’Alpone, l’Alta Val Chiampo e la sinistra idrografica dell’Alta Val d’Illasi – è letteralmente una “perla”, forse fra le più affascinanti e al tempo stesso sconosciute della provincia di Verona.

Si tratta di un itinerario geologicamente di grande interesse, che si trova ai piedi di vulcani spenti che dominano le valli situate fra Verona e Vicenza: i monti Calvarina, Madarosa, Guarda, Purga di Bolca, Purga di Durlo, Belloca e, a chiusura del bellissimo anello, i basalti colonnari in centro al Paese di San Giovanni Ilarione.

In buona parte, l’itinerario si trova all’interno del bellissimo Parco Naturale della Lessinia, interessandone la parte orientale, forse meno nota ma altrettanto suggestiva rispetto a quella occidentale. La varietà storica, paesaggistica e naturalistica di queste zone è davvero enorme e ci si può ritrovare, a pochi chilometri di distanza dalla nostra città, a percorrere all’improvviso sentieri che furono teatro di eccidi nazifascisti, oppure immersi nel mondo dei “pesci fossili” in un viaggio a ritroso di oltre cinquanta milioni d’anni fa.

Si possono, lungo il cammino, ammirare anche sculture religiose e colonne dedicate alla natività, realizzate da artisti locali a partire dal XVII secolo, contemplare gli orizzonti dalla cima dei monti e in generale percorrere un nostos tra contrade semi-abbandonate, antiche fonti e testimonianze di una vita contadina oramai perduta nel tempo.

Ne parliamo con Andrea Pasqualini, musicista e fondatore dell’Associazione Vestenastock APS che, oltre ad organizzare l’omonimo festival musicale che si svolge tradizionalmente nella prima settimana di luglio e coinvolge le rock band della provincia e non solo, ha realizzato il cammino alcuni anni fa.

Andrea Pasqualini con la sua tenda in Lessinia

Pasqualini, innanzitutto da dove nasce questa iniziativa?

«Nasce in pieno periodo COVID, quando davvero non si poteva uscire più di tanto dai propri confini. Io venivo dall’esperienza del Cammino dei Ribelli in Val Borbera, fatta a piedi con tenda e sacco a pelo e sono tornato a casa con la voglia e la curiosità di vedere se, anche nei nostri dintorni, ci fosse la possibilità per imbastire qualche cosa di analogo. Ho contattato il mio ex professore di Italiano alle Medie, Gianni Confente, col quale siamo sempre rimasti amici. Lui è uno dei massimi conoscitori della Lessinia, geografo e viaggiatore, oltre che anima delle guide al museo di Bolca da oltre quarant’anni. Ci siamo messi a tavolino per creare un percorso che avesse una certa coerenza col territorio. La geologia della valle d’Alpone in questo senso è varia e interessantissima e il denominatore comune a tutta la nostra valle e a quelle adiacenti è la presenza di coni vulcanici spenti. Da lì l’idea (e il nome) di creare un Cammino che li toccasse tutti.»

Ci può raccontare in cosa consiste, nel dettaglio?

«Si tratta di un percorso a piedi, in buona parte fattibile anche in mountain bike, con partenza e arrivo a San Giovanni Ilarione, centro della nostra valle. Il cammino intero conta 95 chilometri, per quasi 5mila metri di dislivello. L’idea è nata per valorizzare il nostro territorio in maniera lenta, fruibile a tutti ma in particolare a chi ha ancora voglia di attrezzarsi con lo zaino, infilarsi gli scarponi e camminare. Quindi un minimo di preparazione fisica risulta necessaria.»

Quali sono le scoperte che si possono fare lungo questo percorso?

«Il Cammino si compone di due anime: la prima è quella escursionistica, che accontenta chi ama anche mettersi alla prova dal punto di vista fisico con le distanze e i dislivelli; la seconda, più importante e ben descritta dal professor Confente nel sito www.camminodeisettevulcani.it (curato da Franco Massalongo), fa riferimento a persone, tradizioni religiose, agricoltura, flora, fauna ma soprattutto geologia di una zona davvero da riconsiderare sotto tutti questi aspetti.  Ed è tutta da prendere per mano e assaporare, in maniera lenta e attenta.»

Per il mangiare e dormire ci sono dei luoghi convenzionati?

«Sul sito, chi è interessato trova tutti i riferimenti del caso. Non abbiamo convenzionato ristoranti o alloggi, diciamo che la zona è discretamente servita e i costi, da noi, non sono proibitivi. A chi dimostra, poi, di aver percorso il Cammino anche tappa per tappa senza farlo interamente, con foto o altro, consegniamo un attestato alla fine del percorso.»

Qual è il momento migliore per il Cammino dei Sette Vulcani?

«Il Cammino è quasi sempre praticabile, tranne che nei mesi invernali. Non si arriva mai a quote elevatissime, massimo 1300 metri a Campofontana, e lo consigliamo in primavera per vedere la fioritura dei ciliegi, tra San Giovanni Ilarione e Vestenanova, e in autunno per il magnifico foliage nei boschi di faggio di Campofontana. Si attraversano vecchie contrade, fonti d’acqua, luoghi che, nel tempo sono stati abbandonati o trascurati e che, in alcuni casi, la natura si è anche ripresi.»

Cosa vi ha insegnato questo percorso e perché lo consigliate?

«Moltissimo! Abbiamo scoperto nel farlo un sacco di zone dove nemmeno noi, in tanti anni di vita qui, eravamo mai stati. Siamo ben supportati nella segnaletica e manutenzione da volontari che amano viaggiare, spostarsi in camper o percorrere Cammini nel mondo e tutti, dal primo all’ultimo, sono stupefatti da tanta bellezza, che si trova dietro casa ed è ai più sconosciuta. A noi ha dato modo davvero di recuperare un rapporto stretto col territorio… e ci fa male vedere quanto sia, molto spesso, trascurato.»

Per fortuna ci siete voi a prendervene cura…

 «Siamo tutti volontari di qui, tra San Giovanni Ilarione e Vestenanova, e da qualche anno ci siamo costituiti come APS per essere autonomi e poter tenere in piedi come possiamo la musica live. A questo, affianchiamo la promozione e la cura del Cammino e collaborazioni con altre associazioni del territorio. Di recente abbiamo co-organizzato la “Marcia tra i ciliegi in fiore” a San Giovanni Ilarione. Ci si dà da fare, insomma, altrimenti i nostri paesetti sono destinati a morire.»

Domenica 21 aprile sarà possibile conoscere da vicino il “Cammino” grazie all’iniziativa “Quattro note e Sette vulcani”, che permetterà di percorrere un breve tratto dell’intero itinerario in compagnia di guide ed esperti che illustreranno alcune delle bellezze della zona. Il pomeriggio sarà dedicato alla musica dal vivo per un’intera giornata all’insegna della cultura, della natura e dello stare insieme.

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