I fantasmi dell’anno passato sono tornati. Dopo un inizio di campionato che sembrava presagire ben altro tipo di percorso, con due vittorie in altrettante uscite, l’Hellas Verona targato Marco Baroni ha infilato una lunga serie di risultati negativi con ben sette sconfitte e due soli pareggi (Bologna e Torino, entrambi per 0-0) nelle successive nove partite. Quattro, al momento, le sconfitte consecutive, che hanno portato l’Hellas in piena zona-rossa. L’ultima di queste è maturata ieri al Bentegodi contro una squadra, il Monza, di buon livello, ma non certo trascendentale.

Un ruolino di marcia da retrocessione

Dalla pausa per le Nazionali di ottobre in poi la squadra gialloblù non è più riuscita più a trovare punti, maturando in serie le debacle contro Frosinone e Juventus (in trasferta) e Napoli e Monza (in casa, entrambe per 1-3).

Complessivamente la media punti dell’Hellas Verona, che fino ad ora ha giocato cinque partite in casa e sei in trasferta, è di 0,73 punti, che in proiezione possono portare alla fine un bottino di 27,63 punti in 38 giornate. Guardando banalmente alla classifica finale dello scorso anno sarebbe serie B certa.

Volgendo lo sguardo a quanto fatto nell’ultimo mese, quello che di fatto ha acceso il campanello d’allarme, è che se contro i campioni d’Italia di Garcia e la Vecchia Signora di Allegri tutto sommato la sconfitta poteva essere ampiamente contemplata, a lasciar perplessi sono state soprattutto le prestazioni fornite contro la diretta concorrente Frosinone, allenata dall’ex Di Francesco, e contro la squadra brianzola di Palladino.

In particolare in quest’ultimo match, giocato di fronte al proprio pubblico, Montipò e compagni hanno giocato una gara senza mordente, priva di ritmo, con poche idee e tanta confusione in campo. Il Monza, senza fare grandi cose, ha incanalato quando e come ha voluto la sfida sui propri binari, riuscendo a colpire in contropiede due volte con il proprio attaccante Colombo, prima di chiudere definitivamente il match con Caldirola.

Ed è proprio la dinamica dei tre gol che lascia di stucco. Sul primo l’Hellas era in fase d’attacco, ma ha perso malamente palla grazie all’intervento di Gagliardini su Folorunsho, palla subito in verticale per Colombo che, dopo la sponda per Colpani, è andato a raccogliere il triangolo per infilare come un coltello caldo nel burro la difesa sguarnita gialloblù. Sul secondo gol, poi, lo stesso Colombo era letteralmente accerchiato da ben quattro difensori dell’Hellas, i quali però non hanno saputo far altro che osservare il numero nove brianzolo avanzare dalla trequarti palla al piede fino al limite dell’area, sistemarsi comodamente il pallone sul piede sinistro, quello “buono”, e calciare di potenza nel sette, per il 2-0 che di fatto aveva già chiuso i conti. La ciliegina sulla torta ce l’ha messa, come si diceva, Caldirola che su cross da calcio d’angolo ha colpito indisturbato nel cuore dell’area piccola senza che il portiere e i difensori gialloblù riuscissero minimamente a intervenire.

Buio pesto

Fino ad ora si era sempre parlato dei problemi dell’attacco a segnare. D’altronde là davanti non ci sono bomber di razza e la fantasia per creare occasioni da gol non è di casa. Sette reti in undici partite sono poche e sicuramente va trovata qualche soluzione efficace. Baroni, nel tentativo, ha provato diversi moduli, passando dal 3-4-2-1 al 3-4-3 fino al 3-5-2, ma i risultati non sono arrivati in termini realizzativi.

Ora, però, comincia a fare acqua anche la difesa, che fino a questo momento era stato il reparto che aveva in qualche modo permesso alla squadra di Baroni di limitare i danni e “galleggiare” sopra la linea di pericolo. Dopo le prime due vittorie, infatti, erano arrivati almeno quegli altri due pareggi a reti inviolate contro il buon Bologna di Thiago Motta e la squadra granata dell’ex Juric.

Due punti che avevano rimpinguato l’iniziale bottino e che avevano permesso di dormire, fino ad oggi, sonni abbastanza tranquilli. Peccato, però, che nel frattempo le squadre nei bassifondi della classifica abbiano iniziato a macinare gioco e risultati, recuperando il gap iniziale con l’Hellas. Tanto che il Cagliari ha già effettuato il sorpasso e stasera l’Empoli, proprio a Frosinone, ha l’occasione per sopravanzare l’Hellas che da terz’ultimo potrebbe ritrovarsi alla fine di questa giornata addirittura penultimo, con la sola Salernitana relegata in fondo nel ruolo di fanalino di coda.

Genoa, ultima spiaggia?

Ci dispiace dirlo, ma anche se la società su questo tema rimane abbottonatissima, agli occhi di tutto l’ambiente la sfida di venerdì sera dell’Hellas con il Genoa a Marassi rappresenta qualcosa di più di uno spartiacque per mister Baroni, che non ha molte alternative se non andare a far punti in terra ligure.

Non tanto per la classifica in sé – l’Hellas dell’anno scorso ha ampiamente dimostrato che il tempo per recuperare c’è sempre, anche nei casi più disperati – ma per l’inerzia di una stagione che nessuno vuole rivivere nelle dinamiche di dodici anni fa, quando la sofferenza l’aveva fatta da padrone. La rosa dell’Hellas non sarà certo da parte sinistra della classifica, anzi, ma può certamente fare molto meglio di quanto sta facendo e la sensazione è che non tutti i giocatori stiano dando il massimo. Non si sa bene se per motivi fisici – gli infortuni hanno purtroppo condizionato gli elementi migliori della rosa – o per motivi di scarso feeling con l’allenatore Baroni, che sembrava al contrario aver pizzicato le corde giuste all’inizio per far giocare i suoi con grinta e carattere. Grinta e carattere che si sono andati via via dissolvendo nel corso di questi primi mesi di campionato e urge al più presto cambiare rotta. In alternativa c’è già chi parla di Ballardini – casualmente proprio un ex del Genoa – come eventuale sostituto di Baroni.

Il Grifone rossoblù, che è reduce dalla brutta sconfitta di Cagliari per 2-1, al momento viaggia a quota 11 in classifica (3 vittorie e due pareggi, oltre a 6 sconfitte), 3 punti in più dell’Hellas. Pur avendo un blasone fra i più importanti in Italia, si tratta di una neopromossa, anche se con importanti ambizioni. Ha i suoi elementi migliori in attacco, soprattutto con il trio internazionale Guðmundsson (islandese), Retegui (italo-argentino) e Malinovs’kyj (ucraino), ma in generale ha una buona organizzazione di gioco e soprattutto nello stadio Ferraris il suo fortino. La sfida di venerdì sera, quindi, non sarà per nulla facile e in casa Hellas occorrerà senz’altro serrare i ranghi e trovare soprattutto quella compattezza che aveva caratterizzato le prime giornate del campionato.

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