La sostanza della città metropolitana
Nei giorni scorsi è tornata al centro del dibattito la possibilità di far diventare anche Verona città metropolitana. Cosa significherebbe? E quali vantaggi comporterebbe questo cambio di status?
Nei giorni scorsi è tornata al centro del dibattito la possibilità di far diventare anche Verona città metropolitana. Cosa significherebbe? E quali vantaggi comporterebbe questo cambio di status?
Nel recente convegno della Confindustria di Verona, è stato auspicato che anche la città scaligera possa essere inserita tra le città metropolitane d’Italia, divenendone così la quindicesima dopo Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Ma cosa significa diventare città metropolitana? E quali eventuali benefici arreca questo status? Vediamolo qui di seguito.
Le città metropolitane sono riconosciute quali enti territoriali di area vasta. Gli organi della città metropolitana sono:
A) Il sindaco metropolitano, di diritto quello del Comune capoluogo. Ha la rappresentanza dell’ente, convoca e presiede il Consiglio Metropolitano e la Conferenza Metropolitana. Sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti ed esercita le funzioni attribuite dallo statuto. Ha potere di proposta per ciò che attiene al bilancio dell’ente.
B) Il Consiglio Metropolitano, composto dal sindaco metropolitano e da un numero di consiglieri variabile in base alla popolazione residente. È l’organo di indirizzo e controllo. Approva regolamenti, piani, programmi e ogni altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano. Ha potere di proposta sullo statuto e sulle sue modifiche e poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio.
C) La Conferenza Metropolitana, composta dal sindaco metropolitano, che la convoca e presiede, e dai sindaci dei comuni della città metropolitana. È competente per l’adozione dello statuto e ha potere consultivo per l’approvazione dei bilanci. Lo statuto può attribuirle altri poteri propositivi e consultivi.
Alle città metropolitane sono attribuite le funzioni fondamentali delle province:
a) Piano strategico del territorio metropolitano di carattere triennale, che costituisce l’atto di indirizzo per i Comuni e le unioni di Comuni del territorio, anche in relazione a funzioni delegate o attribuite dalle regioni.
b) La pianificazione territoriale generale, comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio dei comuni.
c) La strutturazione e l’organizzazione dei sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici di interesse generale in ambito metropolitano. A tale riguardo, la città metropolitana può, d’intesa con i Comuni interessati, predisporre documenti di gara, svolgere la funzione di stazione appaltante, monitorare i contratti di servizio ed organizzare concorsi e procedure selettive.
d) La mobilità e la viabilità.
e) La promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale.
f) La promozione e il coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.
La legge Delrio reca una disciplina per il riordino delle province che si applica come per le città metropolitane, direttamente nelle regioni a statuto ordinario. La legge definisce le province quali enti di area vasta e stabilisce l’elezione di secondo grado per tali enti. Gli organi della provincia sono:
A) Il presidente della provincia eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia. Rimane in carica quattro anni, ha la rappresentanza dell’ente, convoca e presiede il Consiglio Provinciale e l’Assemblea dei Sindaci. Sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici ed esercita le funzioni attribuite dallo statuto.
B) Il Consiglio Provinciale, composto dal Presidente della Provincia e da un numero di membri tra i sindaci e i consiglieri dei comuni della Provincia, variabile in base alla popolazione residente. È l’organo di indirizzo e controllo, approva regolamenti, piani, programmi e ogni altro atto ad esso sottoposto dal Presidente della Provincia. Ha altresì potere di proposta dello statuto e poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio.
C) L’Assemblea dei Sindaci, composta dai sindaci dei comuni appartenenti alla provincia. È competente per l’adozione dello statuto e ha potere consultivo per l’approvazione dei bilanci. Lo statuto può attribuirle altri poteri propositivi, consultivi e di controllo.
Le funzioni delle province riguardano:
a) La pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché di tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza.
b) La pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale. Le autorizzazioni e i controlli in materia di trasporto privato, nonché la costruzione e gestione delle strade provinciali.
c) La programmazione provinciale della rete scolastica.
d) La raccolta e l’elaborazione dati tecnico-amministrativa per gli enti locali.
e) La gestione dell’edilizia scolastica.
f) Il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e la promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.
Le province possono altresì, d’intesa con i comuni, esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive.
Da quanto si evince, tra le Città Metropolitane e le Provincie, non si notano grandi differenze. Il sistema di elezione non diretto dei componenti gli organi amministrativi è lo stesso, così come le loro funzioni. Il Consiglio Metropolitano ha le stesse prerogative del Consiglio Provinciale, così come la Conferenza Metropolitana le ha dell’Assemblea dei Sindaci.
La sola differenza risulta sul metodo di scelta di chi presiede e convoca i Consigli e le Assemblee. Nelle Città Metropolitane è di diritto il sindaco del capoluogo provinciale; mentre nelle Province, il presidente deve essere eletto.
I sostenitori di Verona Città Metropolitana, affermano che l’ente di governo metropolitano non si limita a svolgere funzioni di prevalente coordinamento, ma si interessa dello sviluppo strategico del territorio metropolitano, con poteri più ampi in ambito urbanistico e molto vicini a quelli comunali. Ma, anche le Province si interessano di pianificazione territoriale, coordinandosi con quella dei diversi ambiti comunali e intervenendo nella tutela e valorizzazione dell’ambiente.
La differenza è solo nei termini, non nella sostanza. Pertanto, viene spontaneo chiedersi che senso abbia per Verona, sostituire le province con le città metropolitane e sostenere a gran voce che tale cambiamento produrrà una determinante accelerata al processo di rinnovamento e sviluppo economico e sociale della nostra città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA