Entrambe le Nazionali maggiori, femminile e maschile, sono a caccia del successo nei Campionati Europei in corso di svolgimento.

La squadra di Davide Mazzanti, guidata da capitan Miriam Sylla, ha superato di slancio l’agevole fase a gironi, così come i primi due turni ad eliminazione diretta, senza perdere set. Dalla semifinale, contro Turchia o Polonia, il livello delle avversarie cambierà completamente, saranno pronte a dare battaglia?

La selezione maschile di “Fefè” de Giorgi, invece, ha battuto il Belgio all’esordio senza soffrire. Il cammino è ancora lungo prima di poter accedere alla zona medaglie, l’obiettivo minimo per un gruppo che nei momenti importanti non ha mai deluso e che ha visto l’esordio del figlio d’arte Alessandro Bovolenta, un giovane che sembra predestinato ad una grande carriera.

Azzurre, un’identità ancora da scoprire

Il cammino dell’Italia in rosa è stato fin qui agevole. Un girone contro squadre di seconda fascia senza lasciare nemmeno un set, un ottavo contro una gagliarda Spagna reso un filo più avvincente dalla tensione tipica del primo scontro ad eliminazione diretta, un quarto più disinvolto contro una Francia che non rappresenta in campo femminile l’elite europea.

Troppo poco per esprimersi sul valore di un gruppo forgiatosi in Volley Nation League, però senza i due opposti di riferimento. L’attuale titolare è Ekaterina Antropova, preferita a una Paola Egonu, chiamata “solo” ad un ruolo tattico con il doppio cambio. Appare evidente che queste modifiche apportate proprio alla vigilia degli Europei siano da rodare e verificare contro avversari di rango. In tal senso la semifinale sarà il vero banco di prova.

Il coach, oltre a questa scelta tattica, si è preso altre responsabilità importanti: ha lasciato a casa “Moki” De Gennaro, Cristina Chirichella e Caterina Bosetti, storici cardini della Nazionale nelle scorse estati, a dimostrazione del tentativo di avviare un nuovo corso con presupposti diversi nel sistema di gioco. Legittimo nell’anno preolimpico. Come tutto il gruppo, anche lui si gioca molto in semifinale.

Prime valutazioni: il ruolo di opposto

Antropova in attacco appare ancora un livello sotto ad Egonu, sebbene l’ascesa vertiginosa della ragazza non lasci dubbi sul suo valore assoluto. Inoltre, non ha bisogno che il sistema le giri intorno, non richiama tutti i palloni importanti, non va tenuta in ritmo quanto Egonu. E mura molto molto meglio. Questi sono elementi a supporto delle ragioni di Mazzanti a prescindere dal fatto che, quando si parla di Egonu, la chiacchiera da bar prenda il sopravvento e si sovrapponga a speculazioni politiche e giornalistiche.

Finora le scelte non sono discutibili: Antropova ha fatto bene, Paola pure in un ruolo non facile da interpretare, ma strategico nella pallavolo femminile di vertice. Avere un doppio cambio di spessore fa la differenza. Alla Egonu va dato merito di essersi resa appieno disponibile alle richieste del coach.

In ogni caso, non è detto che le gerarchie attuali nelle prossime gare non possano ribaltarsi.

Prime valutazioni: l’equilibrio in ricezione

Quello che invece ancora lascia un pò perplessi, specie viste le difficoltà contro una modesta Spagna, è la rinuncia a specialisti della seconda linea. Pietrini e Sylla sono atlete di assoluto profilo internazionale in attacco, un pò meno in ricezione. Mazzanti ha deciso di puntare forte sulle loro migliori caratteristiche e ha ritenuto di affidarsi a loro. Si nasce e si muore con l’attacco, verrebbe da dire.

L’orientamento della pallavolo femminile internazionale sta andando in questa direzione. Vince chi attacca meglio degli altri. La tendenza ormai è diffusa e consolidata. Vedasi Turchia in VNL che ha avviato il nuovo corso con due opposti di ruolo in campo.

L’obiettivo è, quindi, di trovare il giusto equilibrio in un sistema più “maschile” di pallavolo e che forse non era nelle corde delle giocatrici lasciate a casa, potenzialmente ancora utili, non meno valide delle convocate, ma forse meno duttili o disponibili ad affrontare una pallavolo dai diversi presupposti.

Siamo la nazionale con più scelte disponibili

Come spesso accade in questi casi, si giudicano le scelte del coach, i giornalisti si dilungano nelle valutazioni, ma si trascura che la Nazionale femminile non abbia mai avuto nella storia così tante opportunità di scelta.

Il panorama nazionale ci propone tre opposti di profilo internazionale, di cui due campionesse e sotto dai vivai ne stanno crescendo altre. In posto quattro, tra il laterali-ricevitori, non c’è mai stata tale abbondanza e varietà di caratteristiche, tra l’altro con profili di assoluto livello. Pietrini è sbocciata presto, forse troppo, e ha accusato qualche momento di stasi nello sviluppo internazionale, ma è un talento indiscutibile che in pochi hanno.

Si potrebbero d’altra parte elencare almeno altri 7/8 nomi che hanno meritato, meritano e meriteranno la nazionale. Tra i centri non dimentichiamo che a casa ci sono Sara Fahr, Sara Bonifacio, Rafaela Folie e Cristina Chirichella, capitano di lungo corso in azzurro. In merito ai liberi, una De Gennaro a casa è privilegio di pochissime nazionali al mondo. Forse siamo solo un pò sguarniti in palleggio dove alternative ad Alessia Orro sembrano essercene poche, ma anche le altre nazionali non hanno chissà quali risorse oltre alle titolari.

La qualità del lavoro che il panorama nazionale ha saputo offrire in questo ultimo decennio nei vivai, occorre rimarcarlo, è di spessore assoluto. Che la Nazionale maggiore vinca o arrivi solo a medaglia è questione di dettagli, ma rimane il fatto che in Italia stiamo producendo talenti e potenziali campionesse come mai nella storia.

Prospettive

Il risultato della semifinale, che in tanti metteranno in relazione alle scelte tecniche, esaltandole o demonizzandole, sarà in larga parte dipendente da questioni mentali. Chi approccerà meglio alla gara, chi saprà trovare in campo maggiori sicurezze, chi saprà interpretare la contesa con la testa libera, vincerà.

La Turchia, se saprà superare la Polonia ai quarti, appare leggermente favorita sull’Italia per il lavoro fatto durante tutta l’estate. Le azzurre appaiono un pò più indietro nel percorso di maturazione del sistema, ma non possiamo imputare a nessuno che Antropova abbia potuto scendere in campo non prima degli Europei per motivi burocratici. E, per l’oro, c’è da fare i conti anche con la onnipresente Serbia.

La Nazionale femminile di pallavolo in Arena, il 15 agosto scorso, nel corso della gara inaugurale dell’Euro Volley 2023

I maschi

L’Europeo maschile, come detto, è appena cominciato. L’esordio è stato ottimo, da squadra navigata e ci ha suscitato emozioni indimenticabili con l’esordio in nazionale di Alessandro, figlio del compianto Vigor Bovolenta, sfortunato centrale degli anni ’90 e ’00.
Il team è unito, coeso, maturo grazie alle tante vittorie delle ultime due estati, sicuro dei propri mezzi. De Giorgi è una guida autorevole, scaltra e apprezzata dai propri giocatori. Al contrario della Nazionale femminile, ha saputo stare alla larga da polemiche, eccessi di aspettative, nonostante materiale di dibattito ce ne sia stato, eccome (vedasi la mancata convocazione di Ivan Zaytsev).

Prospettive

L’Italia è stata sorteggiata nel girone privo delle altre principali favorite, Polonia e Francia. La Serbia e la Germania possono dare qualche grattacapo, ma sulla carta sono un livello sotto agli Azzurri. Il podio è quindi l’obiettivo minimo, ma vincere il girone diventa indispensabile se si vuole pensare in grande e avere un tabellone ad eliminazione diretta più agevole. In campo maschile le differenze sono meno ampie che nel femminile e pertanto qualsiasi Nazionale, nella giornata storta, può diventare un ostacolo complicato da superare.

A chi ci affidiamo

Tutto girerà dalle mani di Simone Giannelli, leader indiscusso del gruppo e capace di offrire qualcosa in più quando veste la maglia dell’Italia. De Giorgi ha saputo costruire un ottimo rapporto con il suo regista, a quanto appare dall’esterno, e questo aspetto rimane l’asse principale fondante di questa nazionale.

Poi molte delle fortune degli azzurri passeranno dal talento e dalla duttilità di Alessandro Michieletto e di Daniele Lavia, due posti 4 perfetti per un sistema di gioco che non ha un unico punto di riferimento offensivo.

Completano il sestetto azzurro l’opposto Yuri Romanò, reduce finalmente da una stagione da titolare in SuperLega, i centrali Roberto Russo e Gianluca Galassi, che si fanno preferire a Leandro Mosca, e, nel ruolo di libero, Fabio Balaso.

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