La provincia argentina del Chaco ha punito il peronismo, agitato anche da un presunto femminicidio, in modo inaspettato e chiarissimo. L’alleanza di opposizione Juntos por el cambio prevale infatti alle primarie con alta astensione, visto che solo il 53% ha votato.

Cristina Kirchner

Il 24 giugno inizia ufficialmente la campagna elettorale in Argentina per le governative 2023. Ma dal Paraguay al Guatemala fino al 29 ottobre 2023 che sarà il giorno delle Presidenziali argentine rinnova i vertici tutto il Sudamerica.  Intanto le primarie del Chaco, roccaforte kirchnerista, hanno fatto discutere per la tensione per i rapporti presunti venuti a galla tra la malavita, in una provincia sconvolta dalla scomparsa di Cecilia Strzyzowski, per via dei forti legami del potentissimo clan Sena nel presunto femminicidio e vicini, secondo quanto si afferma, a Capitanich. Un elemento in più che ha influenzato il voto.

Trionfa anche per questo e non solo l’opposizione sul partito di governo di Jorge Capitanich dopo sedici lunghi anni di kirchnerismo. Ma ogni schieramento al suo interno ha punti di vista diversi e i rispettivi leader cercano di trovare una sintesi che sembra non esserci.  Per le elezioni politiche e l’elezione del presidente, il primo appuntamento in Argentina è quello delle cosiddette Paso, le primarie obbligatorie per definire i candidati che entrano nelle varie liste. Che correranno per le presidenziali.  

Il PASO 2023

Frattanto una indicazione utile per capire lo stato del peronismo arriva dalle primarie svoltesi nella provincia del Chaco, da sempre roccaforte di Cristina. Chaco ha celebrato, infatti, la scorsa domenica – con la partecipazione di dieci candidati al governatorato, il PASO 2023, in cui sono stati eletti i candidati a governatore e vicepresidente, legislatori provinciali, sindaci e consiglieri di tutti i comuni per le elezioni generali del 17 settembre.

Il Fronte Chaqueño di Capitanich è arrivato secondo nonostante risulti primo a livello di preferenze individuali. L’opposizione di Juntos por el Cambio ha vinto le primarie con il 42,66% dei voti. Questa percentuale è stata raggiunta con il contributo delle formule Leandro ZderoSilvina Schneider (23,08%), Juan Carlos PoliniDelfina Veiravé (19,58%).

Da parte sua, nel PASO del partito al governo, la coppia Jorge Capitanich – Analía Rach Quiroga ha ottenuto il 36,46% rispetto all’altra formula del Fronte Chaqueño composta da Ismael Espinoza e Cepriano Arizaga, che ha ottenuto lo 0,37% dei voti. Juan Carlos Polini ha riconosciuto il trionfo di Leandro Zdero nel PASO Chaco. I -candidati di Juntos por el Cambio durante la prima mattinata si sono scontrati nelle votazioni per definire chi avrebbe gareggiato con Capitanich nell’elezione a Governatore.

“Congratulazioni Leandro per la vittoria in Juntos por el cambio. Dal nostro spazio, siamo qui per contribuire con idee e lavorare per una provincia migliore. Oggi ha vinto la democrazia e a settembre andiamo tutti con Leandro Zdero!”, ha detto Polini in un tweet. A livello di preferenze individuali, tuttavia, Capitanich, ha ottenuto il maggior numero di voti. 

Il peronismo sconfitto

Chi ha fragorosamente perso è stato il peronismo, frammentato in quattro diverse liste che, se sommate insieme, avrebbero potuto superare il 50 per cento. Ma chi ha votato ha scelto di voltare le spalle al peronismo “Siamo di fronte a notizie molto importanti in Argentina” scrive nel suo editoriale su La Nacion l’analista Carlos Pagni. Ma i dubbi di Cristina sono molto forti. Ci ha pensato anche la sentenza del tribunale federale n.2 di Buenos Aires, che l’ha condannata a sei anni di carcere e interdizione perpetua da incarichi pubblici riconoscendola colpevole nel processo Vialidad. candidati presidenziali PRO Patricia Bullrich e Horacio Rodríguez Larreta hanno celebrato la vittoria di Juntos por el cambio  nel PASO del Chaco.

“I Chaqueños hanno dato un messaggio forte alle urne: vogliono votare per il 𝗼 𝗾𝘂𝗲 𝗲𝘀𝘁𝗲́ 𝗱𝗲 𝘀𝘂 𝗹𝗮𝗱𝗼. I Chaqueños hanno detto basta al modello di impunità e privilegi del kirchnerismo che da sedici anni governa la provincia. Siamo qui per accompagnarli e cambiare per sempre la provincia e il Paese”.

Chaqueños

L’ex presidente argentina non subirà la detenzione, né tanto meno l’interdizione da incarichi pubblici, in quanto gode dell’immunità da Vicepresidente e capo del Senato. Il suo essere all’interno di questo procedimento, e relativa condanna sentenziata lo scorso 6 dicembre, hanno spinto però la Kirchner ad annunciare lei stessa la sua non candidatura per le elezioni presidenziali. Nel Chaco l’opposizione ha prevalso sul fronte filogovernativo Chaqueño.

Un altro leader radicale che ha espresso la sua gioia per la vittoria è stato Mario Negri, che lunedì ha twittato: “Chaco ha detto NO a un sistema in cui il potere copre e volta le spalle alla famiglia di Cecilia. Mi congratulo con Leandro Zdero e Juan Carlos Polini per la scelta di JxC”.

“La gente chiede un cambiamento”

Cristian Ritondo è stato un altro dei leader dell’opposizione che ha sottolineato il suo sostegno ai vincitori del Chaco.

Cristian RItondo

“Quello che è successo a Chaco è enorme. La gente chiede un cambiamento. Per continuare a lottare duramente per renderlo realtà. Congratulazioni Juan Carlos Polini e Leandro Zvero per questo eccellente risultato”, ha sottolineato il deputato PRO. “È un momento strano. Una transizione verso un luogo che non sappiamo cosa sia. Questi livelli di astensione indicano quella stranezza. Se guardiamo alla politica con le categorie con cui la guardavamo cinque o sette anni fa, il kirchnerismo e l’antikirchnerismo servono sempre meno a capire”.

C’è un’altra novità a cui tutti abbiamo assistito ma che è passata quasi inosservata. Settimane fa, in un atto pubblico a La Plata, Cristina Kirchner ha affermato che l’obiettivo del Frente de Todos, ora chiamato Unione per la Patria, è entrare nel ballottaggio. In altre parole, non lasciarsi terzi. “Che un leader peronista come Cristina” spiega ancora Pagni su La Nacion “stia dicendo che c’è la possibilità che il peronismo esca terzo in un’elezione presidenziale ci fa capire che davanti si intravvede una riconfigurazione di straordinaria intensità in tutta la mappa politica argentina.”

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