Tra le sfide giocate negli anni tra Verona e Napoli ne troviamo una disputata oltre sessant’anni fa, avvolta ancora oggi da una coltre di fitto mistero. Il campionato era quello di B della stagione 1961/62 e le due squadre erano entrambe in piena corsa per la promozione in serie A. Ai partenopei serviva la vittoria mentre ai gialloblù sarebbe bastato un punto. Teatro della sfida il mitico terreno del vecchio Bentegodi.

Un illecito sportivo annunciato

Nella settimana che conduceva all’incontro la Procura Federale contattò il portiere gialloblù Santino Ciceri avvisandolo di un prossimo tentativo di illecito da parte della dirigenza partenopea, invitandolo a stare al gioco. Successe proprio così e i fatti avvenuti furono comprovati dalla presenza di registrazioni audio e filmati che riportavano scene con consegna di denaro.

Il giorno della partita, però, si aggiunse un inconveniente. Con uno stadio stipato all’inverosimile, una fitta pioggia rese il terreno fangoso e pesante, ai limiti della praticabilità. Secondo molti la partita si sarebbe potuta giocare ugualmente. Non per il direttore di gara, che decise per il rinvio tra le proteste dei numerosi spettatori presenti, costretti a tornarsene a casa.

Oltre al danno, la beffa

La partita si giocò alcune settimane dopo. A spuntarla fu il Napoli, che vinse per 1-0 grazie a una rete di testa di Corelli. I gialloblù, forti dell’avvenuto tentativo di corruzione, presero forse la sfida con un pizzico di ragionevole tranquillità, confidenti che il Giudice Sportivo avrebbe comunque messo le cose a posto.

Troppo chiare e lampanti le prove di colpevolezza a carico della dirigenza partenopea. Queste prove, sulla carta inconfutabili, divennero invece stranamente inutilizzabili e tutto finì in una bolla di sapone. La squadra gialloblù di Biagini perse la partita e vide svanire anche il sogno della serie A. Oltre al danno, la beffa.

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