Dopo la bruciante sconfitta contro lo Spezia, tra i guai del Verona è emerso un lato positivo: siamo tutti alla stessa pagina. In Via Olanda sono finite le fantasie sulla squadra rinforzata e le farneticazione sulla non-smobilitazione. La situazione è disperata, bisogna fare l’impresa, serve un terremoto per mescolare le carte.

Non sappiamo se Setti sia un appassionato di Tarantino, ma la sua prima mossa è stata chiamare Sean “Mr Wolf” Sogliano. Come Harvey Keitel in Pulp Fiction, Sean è stato chiamato per risolvere problemi. Pragmatismo e realismo sono il punto di partenza. Non serve che tutto diventi perfetto e immacolato, basta ripulire le parti ridotte veramente male.

Durante la presentazione Setti ha sottolineato più volte che l’arrivo di Sogliano non è una sostituzione ma un’aggiunta. Non è una bocciatura per Marroccu, solo una rimodulazione. Ci si può credere o meno, a questo punto fa poca differenza. Il vecchio diesse, ora direttore tecnico, è sempre stato una figura più di scrivania che di campo e la nuova posizione potrebbe essergli più congeniale.

Sogliano è arrivato con le idee chiare. In attacco non ci siamo, bisogna intervenire. Parlare di cambiare gli attaccanti non è tabù, ma nessuno ti porta punte che segnano a gennaio. La situazione è difficilissima, ma se non lo fosse Sean non sarebbe qui. Niente bluff, niente misteri.

Una panchina per due

In panchina la situazione è diversa. Bocchetti non è riuscito nel miracolo, ma certamente non lo si può condannare per questo. Era vero per Cioffi ed è vero per il giovane tecnico napoletano: la colpa del flop non è del coach, almeno non tutta.

C’è poi la farsesca questione patentino. La deroga grazie alla quale Bocchetti ha potuto allenare il Verona è scaduta e l’Assoallenatori ha affilato le lame annunciando “attenzione” verso il Verona.

Niente esonero dunque, ma un altro affiancamento. Una soluzione che risolve entrambi i problemi. Col Natale in arrivo Setti ha cambiato genere, da Pulp Fiction a Una poltrona – o una panchina – per due.

Arriva Marco Zaffaroni: tecnico lombardo che ha il pregio di aver fatto la gavetta vera. Tanta D e C, l’esperienza in B col Cosenza e l’occasione persa col Chievo. Ora si trova a condividere de facto la panchina con un allenatore di 17 anni più giovane e con un percorso opposto al suo. Uno milanese l’altro napoletano, uno è taciturno l’altro è esplosivo, uno ha passato la vita nelle serie minori e l’altro ha una carriera importante in Serie A e all’estero.  La cosa più importante, però, Zaffaroni e Bocchetti l’hanno in comune: il credo calcistico.

Difesa a tre, centrocampo tecnico, esterni di centrocampo offensivi, pressing costante e uno contro uno. In pratica tutto quello che Marroccu in estate aveva descritto come il dna del Verona. Non aspettiamoci cambiamenti radicali in campo dunque, la coppia di tecnici dovrà agire sui recuperi fisici, le motivazioni e qualche meccanismo difensivo, poco più.

Cosa può fare Sogliano?

In questa fase è Sogliano ad avere più frecce al suo arco: la sua grinta può aiutare il gruppo a ritrovare la garra necessaria per fare l’impresa, mentre la pausa può dargli il tempo di preparare un mercato d’emergenza. Obiettivo: trovare attaccanti.

Purtroppo la lunga pausa non coincide col mercato: la finestra di riparazione parte il 2 gennaio, a soli due giorni dalla gara-crocevia col Torino dell’ex Juric. Se Sogliano vorrà mettere a disposizione una punta alla coppia Bocchetti-Zaffaroni dovrà muoversi con anticipo e trovare un giocatore pronto, abituato al modulo e in palla. Estremamente complicato.

Dalle indiscrezioni filtrate fino a questo punto, la sensazione è che il Verona sarà obbligato a mettere sul piatto uno dei pochi pezzi pregiati della stagione – che sia Doig o il sottotono Lazovic – per arrivare alla punta che al Verona serve come il pane. Il rischio? Rimanere incastrati in uno scambio della disperazione tra contendenti alla salvezza illuse che l’erba del vicino sia un po’ meno gialla della propria.

In un articolo passato si è scritto di Setti come di un giocatore di poker. Ogni stagione una nuova scommessa, ogni nuova promessa un bel mucchio di fiches da incassare. Oggi, con le spalle al muro, gli occhiali a specchio appannati dalla tensione e il bluff di una buona mano caduto sotto il tavolo, si potrebbe dire che il presidente deve andare all-in con una doppia coppia: Marroccu-Sogliano, Bocchetti-Zaffaroni. Non c’è tempo per ambientarsi: go big or go home.

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