Il Di Carlo-ter è ufficialmente varato. Con una battuta ispirata dalle vignette di Carlo Forattini e dai governi italiani degli anni settanta, Luca Campedelli ha aperto le porte di Veronello al nuovo allenatore del ChievoVerona, il terzo della stagione dopo Lorenzo D’Anna e Gian Piero Ventura.
L’unione fa la forza
Al suo terzo mandato con i gialloblù, mister Mimmo si è presentato alla stampa nel suo stile. Zero voli pindarici e un auspicio: remare tutti insieme verso l’obiettivo. «Sono pronto, carico. Ora c’è solo bisogno di lavorare. I tifosi devono sapere che non mollerò di un centimetro fino alla fine. So che è una sfida impegnativa ma è una di quelle che mi piacciono. Soprattutto se si combattono insieme. Tutti. Giocatori, tifosi, giornalisti. E la proprietà, che nel Chievo ha investito soldi».
Ventura? Acqua passata
Sorride Luca Campedelli di fianco nel dare il benvenuto al suo nuovo allenatore. «Il mister lo ritengo un amico. È una persona che conosce bene il nostro ambiente. Ventura? Lo ringrazio ma ormai è acqua passata, non voglio più parlarne. Le due vie per inseguire la salvezza? Non ho idea di cosa stesse parlando. Chiedete a lui, non posso interpretare le sue parole.»
Parola d’ordine: concretezza
Accettare la proposta del Chievo è stata una scelta ponderata. Una sorta di ritorno a casa in cui ha ritrovato alcuni suoi paladini delle stagioni passate. Pellissier, Sorrentino, Cesar e Hetemaj saranno le basi del suo progetto. Mimmo qui sembra ancor più a proprio agio. «Conosco lo zoccolo duro della squadra: già dal primo allenamento, dai loro sguardi ho capito di avere a che fare con giocatori che vogliono riscattarsi. Proprio come me. Ci attende una lunga cavalcata: dovremo essere soprattutto concreti.»
Difficile non partire dalla classifica. «No, non dobbiamo guardarla. Siamo a novembre, c’è tempo di migliorarla e, per quanto mi riguarda, di incidere. Dovremo lavorare sodo, provare con ogni mezzo a cambiare questa stagione. Cosa serve? Ritrovare lo spirito d’appartenenza e compattezza sia fuori che dentro il campo. E giocare ogni partita con coraggio. Con uno spirito da Chievo.»
Spirito guerriero
La sua carica è direttamente proporzionale alla convinzione di poter fare un ottimo lavoro. Al momento sono ancora lontane le ipotesi di modulo o formazione. «La rosa non vale questa posizione di classifica. Dovremo essere capaci di migliorarla. Un allenatore deve tirare fuori il massimo da ogni giocatore. Valuterò la rosa per capire le qualità dei singoli. Soprattutto il carattere, che per me è un elemento fondamentale». Di certo non cambierà lo spirito del suo “vecchio” Chievo: «Voglio una squadra granitica che se la giochi con tutte le avversarie. Dobbiamo essere convinti di poter raggiungere l’obiettivo. Le esperienze nel corso degli anni hanno cambiato qualche aspetto del mio modo di intendere il calcio ma non lo spirito guerriero: quello ci dev’essere sempre. Lo voglio vedere dai giocatori ma anche dal presidente, dai tifosi, da tutti coloro che seguono il Chievo»
Sorrisi e porte aperte
«Dobbiamo tornare ad andare allo stadio con il sorriso. E tornare a casa sorridendo, come diceva Giancarlo Fiumi. Dobbiamo ritrovare la nostra dimensione, ritrovare noi stessi. Vale per tutti: io, i giocatori, i sostenitori del Chievo», ha aggiunto Campedelli. Quel sorriso che Di Carlo si aspetta anche dai suoi uomini. Con lui sono arrivati a Veronello anche Claudio Valigi, nei panni di vice, mentre Lorenzo Riela e Martino Sofia saranno rispettivamente preparatore atletico e collaboratore tecnico. A loro si aggiungono Lorenzo Squizzi e Gigi Posenato già parte dello staff gialloblù e conosciuti da mister Mimmo in passato. Domani terzo allenamento. Con una bella novità: porte aperte ai tifosi, almeno in settimana.
Paolo Sacchi