27 anni. 27 anni di vergogna e non solo.

Tanto è il tempo trascorso da quando, a metà degli anni Novanta, ai tempi della giunta Sironi (1994-2002), a Verona vennero approvate in Consiglio comunale alcune mozioni che in teoria dovevano recepire l’invito dell’Unione europea a creare un clima di diritti civili più equo per le coppie omosessuali anche a livello amministrativo e che, al contrario, ribadirono dei principi che vennero immediatamente battezzati “omofobi: il Comune di Verona riconosce come famiglia solo quella costituita dall’unione fra uomo e donna e non dalla convivenza, etc.

In questi quasi tre decenni le polemiche sono giustamente divampate a ondate regolari su quelle infamanti mozioni che, di certo, hanno contribuito a creare l’immagine della “Verona-nera”, che altrettanto periodicamente emerge dai media nazionali.

Alcuni, a dire il vero, hanno già tentato in passato di farle rimuovere, ma nessuno ci era mai riuscito, nemmeno all’epoca della giunta Zanotto (2002-2007) di centro-sinistra. Una macchia che è rimasta per tutte le successive amministrazioni e che doveva essere rimossa a tutti i costi.

Ieri, finalmente, è accaduto ciò che doveva appunto avvenire da molto tempo. Grazie all’interrogazione della consigliera Jessica Cugini e al voto compatto di tutta la maggioranza le mozioni omofobe sono state abrogate e Verona può tornare a guardarsi allo specchio senza arrossire di vergogna.

A onor di cronaca la minoranza di Palazzo Barbieri, al momento del voto, ha deciso altrettanto compatta e in maniera che si potrebbe definire coerente, di uscire dall’aula anche per non dover spiegare la propria eventuale scelta di votare contro l’abolizione di quelle norme.

Basterebbe anche solo questa decisione per rendere onore all’attuale maggioranza e giunta capitana da Damiano Tommasi. Perché amministrare una città è certamente cosa complicata e molte sono le sfide che assessori e consiglieri stanno affrontando e dovranno affrontare nei prossimi mesi ed anni.

A volte riusciranno nei loro intenti, altre volte no com’è nella natura delle cose e in fondo poi saranno i cittadini veronesi, fra quattro anni e mezzo, a stabilire quanto di buono sarà stato fatto in questo periodo da chi governa la città.

Però ridare nuova luce e dignità a una realtà importante come la nostra abolendo quell’infamia, per quanto simbolica perché mai veramente applicate, è già un atto che a nostro modo di vedere risulta fondamentale, storico.

Bentornata Verona.

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