L’Ottava Circoscrizione abbraccia un territorio molto particolare del Comune di Verona, disteso su due ampie vallate, la Valpantena e la Valsquaranto, divise da una catena di colline che inizia dal Castello scaligero di Montorio e prosegue verso nord sulla Dorsale Preafita. È un territorio che, a differenza di molti altri quartieri completamente cittadini e urbanizzati, mantiene una natura in parte agricola, con una prevalenza di piccoli centri abitati disseminati tra i boschi e le coltivazioni. Un luogo che per le sue caratteristiche va amministrato con il cuore oltre che con la testa, da una persona che lo conosce e ne apprezza il patrimonio materiale e immateriale.

Una persona come la neo-eletta presidente Claudia Annechini che è nata e cresciuta all’ombra di queste colline, nella frazione di Santa Maria in Stelle. Un percorso accademico con Dottorato in Scienze Umane, è stata Professore a contratto presso le Università di Verona e Padova fino allo scorso settembre, quando ha assunto il massimo incarico in Circoscrizione.

Annechini, lei ha ricevuto molti consensi (circa 230 voti – NdA) che però sono circa la metà di quanto raccolto dalla sua concorrente principale, la presidente uscente Alma Ballarin, in forza Lega. Si può parlare di una vittoria di coalizione? E come ha trovato gli equilibri all’interno del Consiglio di Circoscrizione?

«All’interno della coalizione i candidati presidenti di circoscrizione sono stati indicati sulla base di vari criteri e il numero dei voti non era tra i primi. A ogni modo sono la candidata della maggioranza che ha ottenuto il maggior numero di preferenze nominali e per me è una grande soddisfazione, considerato che questa è stata la primissima esperienza in una campagna elettorale, la prima volta in cui entro in gioco in prima persona. Mi rende felice aver partecipato a questo momento storico epocale per Verona, l’ho sentito fin dalle prime attività della Rete per Damiano Tommasi che avevamo una possibilità di vincere. Riconosco il valore anche di chi in tutti questi anni ha lavorato sul campo in opposizione, sia in circoscrizione che in Comune. 

Claudia Annechini, presidente dell’Ottava Circoscrizione

Non sono una politica, mi sento “civica” per vocazione, e formazione, e nella lista Traguardi mi sono da subito rispecchiata a livello generazionale.  Ho trovato intorno a me persone con i miei stessi valori e obiettivi, anche come modo di pensare e lavorare.

Allargando lo sguardo all’intera coalizione, qui in Ottava siamo un gruppo di lavoro coeso, già dall’estate abbiamo cominciato a incontrarci, per conoscenza e confronto. Qualche volta in modo pacato, altre più acceso rispetto a certe tematiche, ma sempre con un intento costruttivo.

Il mio nome può aver portato subbuglio tra chi ha maggior esperienza politica, forse all’inizio era difficile per alcuni vedere me in questa posizione. Dopo due mesi credo che abbiamo trovato una buona sinergia, ci sentiamo ogni settimana e al contempo abbiamo ridefinito il programma di coalizione con finalità di breve, medio e lungo periodo. Abbiamo riconfermato quanto proposto in campagna elettorale ma, proprio grazie alla vitalità del gruppo, sono emerse nuove idee. Insomma, mi sembra che le premesse siano buone e spero davvero rimangano tali. Alla fine, è nell’interesse comune limare le differenze, anche con gli eletti di minoranza, ci unisce tutti e tutte – e ci credo molto – una passione comune per il territorio e la comunità a prescindere dalle bandiere politiche».

Ha trovato una Circoscrizione in buone condizioni?

«Purtroppo no. Non ho paura a dirlo perché anche da fuori si nota e i cittadini se ne sono accorti visto che a giudicare dalla facciata, la nostra sede di Quinto di Valpantena sembra sempre chiusa. Durante l’estate sono stati trasferiti alcuni componenti del personale tecnico e amministrativo, ora le posizioni vacanti sono state in parte assegnate e siamo al lavoro con il nuovo staff per potenziare la comunicazione efficace tra Circoscrizione e consiglio, commissioni e cittadini.

Abbiamo messo nuove informazioni sul sito istituzionale, ci sono tutti gli uffici e i contatti con una precisa indicazione degli orari per poter venire di persona o per telefonare. Voglio invogliare le persone a scrivere, chiamare e segnalare criticità utilizzando tempi e modalità corretti, per una gestione migliore per tutti».

Parliamo del territorio. Due vallate, una dorsale. E già questo fa la differenza sul panorama cittadino. Si tratta di una zona ricca di risorse e culturali e con una base industriale consolidata e sana, dove non si rilevano ancora grosse problematiche sociali. Quali punti di forza e debolezza ha individuato?

«La nostra conformazione morfologica è davvero particolare, pensi che siamo l’unica Circoscrizione che si è dotata di una settima commissione dedicata ad “Ambiente, agricoltura, ecologia e frazioni collinari”. Gran parte delle segnalazioni dai cittadini riguarda problematiche legate alla gestione delle strade, dei collegamenti e dei trasporti pubblici, specie verso le frazioni più piccole e remote.

Altro tema ricorrente è la manutenzione delle aree verdi, non solo urbane: accanto a parchi giochi e giardini, ci sono boschi e progni. Sembra un limite, viste le risorse scarse per venire incontro alle esigenze, ma è anche un punto di forza. Tutelare la nostra zona per il patrimonio paesaggistico, ambientale e naturalistico è una risorsa importante per la qualità della vita dei cittadini e credo molto nei punti del programma di coalizione che riguardano l’istituzione del Parco delle Colline e il Parco delle Acque.

Poiano

Se poi parliamo di benessere della persona… Dal punto di vista culturale e sociale, può esser fatto certamente di più. Ci sono centri abitati più grandi e attivi su certi fronti ma in genere viene lamentata la scarsità di spazi per la condivisione o per attività di supporto a ragazzi e adolescenti o anziani. Sono convinta che l’offerta a livello artistico, musicale o teatrale potrebbe essere migliore e mi intristisce leggere, dai primi sondaggi, che il freno principale siano i troppi no ricevuti in passato e la burocrazia e l’amministrazione. Cercheremo di rimediare anche attraverso l’incremento dei Patti di Sussidiarietà, uno strumento di empowerment e facilitazione della cittadinanza».

Leggevo con una certa invidia della notte trascorsa in un cortile dell’Università Ca’ Foscari di Venezia dagli studenti che hanno organizzato una serata autogestita, una forma di aggregazione diversa il cui successo indica che esiste un’alternativa all’uscire per andare al bar. Senza arrivare a questo, è evidente che manca a Verona una progettazione sui giovani, che sarebbe tanto importante per prevenire problemi come quelli che vanno regolarmente sui giornali.

«Ne stiamo parlando da tempo ma non siamo ancora alle proposte attuative. Anche perché vorremmo che ci venissero suggerite dal basso, contattando il segmento “target giovani” per ascoltare le idee e i suggerimenti per attività rispettose e che possano valorizzare la socialità sana. Non è facile raggiungere i ragazzi e le ragazze e coinvolgerli in modo partecipativo, purtroppo. Va sicuramente trovato il modo, anche perché i problemi di disagio giovanile che stanno succedendo in altri quartieri sembrano in arrivo anche qui. Abbiamo avuto segnalazioni anche noi, seppur minori. È senz’altro utile poter contare su Assessorato dedicato alle Politiche giovanili. È la prima volta che succede, poiché, in precedenza, questa delega non è mai stata messa al centro delle politiche attive del Comune».

Tornando ai due parchi delle colline e delle acque che sono nel programma, che tempi ci sono? Si trascina da diverse amministrazioni e un primo risultato è stato l’anello di percorsi che attraversano l’intero territorio e mettono in risalto le sue gemme. Riusciremo a vedere sviluppi reali?

«Sicuramente il Grande Anello della Storia và mantenuto e valorizzato ulteriormente, in ottica di continuità ma anche evoluzione. Abbiamo cominciato a parlarne a livello di Assessori di competenza per capire come muoverci per un iter di riconoscimento formale dei due parchi. Abbiamo già calendarizzato diversi incontri per definire requisiti e criteri per istituire questa realtà, anche in modo intercircoscrizionale, ma non posso sbilanciarmi sui tempi».

Si parla molto di spostare le masse turistiche fuori dal centro e nelle nostre zone le attrattive non mancano certo: pensiamo all’Ipogeo di Santa Maria in Stelle, a Castello e Forte di Montorio… cosa ne pensa?

«Sono livelli differenti. In primis, questi parchi non nasceranno solo per soddisfare esigenze turistiche, bensì per tutelare e conservare il paesaggio, assoluta priorità. Poi ovviamente diventeranno un luogo di aggregazione per il tempo libero e lo sport, per i residenti e i cittadini in generale. Infine, potrebbero far parte di un’offerta turistica, in forza della ricchezza di siti storici, artistici e architettonici che sono in gran parte ancora misconosciuti.

La Valpantena

Abbiamo modificato il regolamento circoscrizionale accorpando le voci “cultura e turismo” perché vogliamo un approccio organico che non sminuisca la cultura, bensì serva a nobilitare il turismo. Intendiamo creare una rete di attori culturali e commerciali per operare secondo criteri virtuosi, non di mero sfruttamento ma con impatto sociale e ambientale positivo. Un percorso che va costruito con le molte associazioni già attive sul territorio, di cui – altro progetto cui tengo molto – va fatta una mappatura, in ottica di rete e condivisione di progetti che possano avere il massimo di ricaduta su tutti quanti. Vorremmo creare una sorta di albo degli enti, un importante strumento di lavoro per noi ma anche perché così le varie realtà possano essere direzionate verso partner per qualsivoglia azione o iniziativa. Da una “Rete!” per il sindaco e per cambiare, vogliamo pensare di applicare il metodo a diversi ambiti. Siamo tutti allineati, è un nuovo modo di pensare e progettare che porta innovazione.

C’è poi da fare i conti con la macchina istituzionale e da ricordare che il nostro motto è “traguardi non promesse”. Potrei dire ora faremo questo e quello ma, davvero, finché non ho idea di tutti gli step che mi portano a raggiungere l’obiettivo preferisco non espormi. Non è molto da politica, vero? »

Un ragionamento di questo tipo fa poco “politico tradizionale” ma appare trasparente e onesto, virtù raramente associate alla categoria. È questo il cambiamento epocale a cui si riferiva?

«Personalmente, la priorità che mi sono fissata è di essere realistica, nel tentativo di allentare la tensione che esiste tra pubblica amministrazione e comunità dei cittadini. Lo vedo che quando mandano le email le persone sono già stanche, provate o esasperate e disilluse. Quindi bisogna essere onesti non solo sui tempi della macchina istituzionale ma anche sulle difficoltà che uno deve attraversare per far sì che ci sia una soluzione finale ottimale che affronta numerosi passaggi. Le persone vanno rese consapevoli, far capire come funzionano gli uffici, in un certo senso educare la cittadinanza. Da parte nostra, abbiamo ampi margini di miglioramento, inutile negarlo».

Il problema della cementificazione ha già modificato le forme del nostro territorio e spianato colline, anche vicino a dove è nata lei. A Montorio viene in mente l’area ex-Sapel che sembra esser stata svenduta a fini prettamente commerciali. Quali sono le sue posizioni su questo tema?

«Mi preme al punto che abbiamo introdotto nel regolamento circoscrizionale una nuova voce, scegliendo di puntare su “recupero e rigenerazione urbana” proprio perché siamo consci del grande potenziale di aree ora dismesse o fatiscenti. I cittadini sanno che noi come Circoscrizione possiamo valutare ogni singolo progetto e darne un parere, ma le possibilità di incidere sulla fattibilità sono limitate.

È di conforto che ora l’amministrazione comunale sia allineata nella sensibilità verso questi temi. Ad esempio, per la ex-Sapel mi sono studiata il dossier e confrontata con l’Assessore Bertucco per avere informazioni rispetto allo stato della pratica, anche perché è un tema molto sentito dai miei cittadini. Posso dire che in questo momento il progetto è fermo ma potrebbero esserci novità nelle prossime settimane.

Aggiungo che un tema legato alla cementificazione è il sovraccarico di traffico, anche di mezzi pesanti, che insiste su piccole strade di paese e di campagna difficilmente ampliabili. Con la commissione di competenza stiamo lavorando a una miglior offerta in tema di mobilità sostenibile, con il completamento e miglioramento delle piste ciclabili ma anche un focus sui centri urbani, con stato dell’arte di marciapiedi, aree pedonali, segnaletica orizzontale e verticale, zone 30, dossi. Si va avanti a piccoli passi».

Abbandonando il realismo, qual è il suo sogno? A fine mandato qual è la cosa che vorrebbe aver portato a termine più di tutte le altre?

«Abbiamo tante cose da fare e tante altre ancora da iniziare ma se devo scegliere, forse per le mie origini e la mia formazione, credo vorrei veder realizzato il parco a tutela della dorsale e delle colline. Come molti nati in questi territori, ho sempre avuto un contatto stretto con la natura e la considero un vero patrimonio da proteggere: una ricchezza materiale per la biodiversità e le risorse idriche, ma anche immateriale, per le tradizioni e le peculiarità storico-artistiche.  Nel peggiore degli scenari, l’urbanizzazione può arrivare, la città può crescere tutto intorno ma dobbiamo preservare questa ricchezza.

Se dovessi dare dei numeri poi, un incremento delle realtà sociali e culturali del 25%, magari per mano o a favore delle giovani generazioni, anche per futuri sbocchi lavorativi, e che queste abbiano dei “luoghi” predestinati, che siano essi urbani (come la Ex Scuola di Poiano) o naturali (come orti o giardini)».

Claudia Annechini ha 35 anni, un sorriso disarmante e idee molto chiare; viene da una terra dove scorrono sorgenti e risorgive, in cui si coltivano ancora i broccoli all’ombra degli ulivi, in una sinergia di cui beneficiano entrambe le coltivazioni e, di conseguenza, l’uomo. Un modello che sembra l’antenato agricolo di quell’idea di politica di e per la comunità che la Presidente dell’Ottava Circoscrizione intende promuovere sul territorio, dove tutti gli attori possano confrontarsi e condividere i progetti per il bene dei cittadini. 

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