Debutta domani la diciassettesima edizione di ArtVerona a Veronafiere fino al 16 ottobre all’insegna di quell’Italian system che contraddistingue il programma del non facile triennio 2020-2022. Ben 140 gallerie selezionate, nazionali e internazionali, saranno protagoniste di una manifestazione che ambisce a conquistare di anno in anno un credito specifico all’interno del contemporaneo.

Allo stop improvviso imposto dalla pandemia, e a un settore che già prima in Italia si stava interrogando sulla propria identità, tra diverse fiere nazionali del settore, ArtVerona risponde quest’anno potenziando le relazioni internazionali e interagendo con la città e le sue istituzioni culturali, pubbliche e private.

Un legame forte con le istituzioni culturali veronesi

«Il percorso intrapreso – ha affermato durante la conferenza stampa di presentazione Stefano Raimondi al suo terzo anno di direzione artistica – vuole essere un riferimento del panorama nazionale. Spero che anche la città abbia questa ambizione. L’apertura internazionale che perseguiamo mira a far comprendere il sistema italiano, capace di creare relazioni e valore tra diverse realtà culturali. E per questo mi auguro che ogni visitatore veda in fiera qualcosa di inaspettato». 

Da sx, Federico Bricolo, presidente Veronafiere, Francesca Rossi, direttrice Musei civici, Marta Ugolini, assessora alla Cultura, Patrizia Nuzzo, curatrice responsabile Gam, l’architetto Andrea Castrignano, Elena Amadini, exhibition manager Stone&Design ArtVerona, la curatrice Elena Forin, e il direttore artistico di ArtVerona Stefano Raimondi. Foto Ennevi.

L’impatto sulla progettualità cittadina dimostra che varie istituzioni stanno accogliendo positivamente lo stimolo a dialogare con le tematiche dell’arte contemporanea. Un’occasione, non sempre facile da gestire, per valorizzare il patrimonio prevalentemente antico e moderno di Verona. «Non sempre i risultati funzionano e talvolta scadono nel retorico – ha sottolineato Francesca Rossi, direttrice dei Musei civici -. Ma ci sono forti esperienze in passato che sono ottimi esempi per fare proposte di significato. Uno di questi è Remoto di Giorgio Andreotta Calò al Museo di Castelvecchio, con il progetto-opera concepito appositamente in relazione con il contesto culturale e ambientale veronese».

La natura in mostra da domani

Anche il Museo di storia naturale, con Pagine fossili di Pia Gazzola (14 ottobre – 10 novembre), e la Galleria di arte moderna, con “Contemporaneo non-stop. Il respiro della natura / Aqua” (28 ottobre – ottobre 2023), diventano spazi espositivi la cui progettualità porta avanti gli input proposti da ArtVerona. Due gli appuntamenti in programma domani: alle 10.30 con il Premio Rar 2021 al Museo di storia naturale e l’installazione di Luca Petti, vincitore della Residenza Arte Rurale in collaborazione con l’Accademia Cignaroli, e che nasce da uno studio della flora locale.

Alle ore 20 a Castelvecchio è prevista la performance di Annamaria Ajmone, cui seguirà il 15 ottobre alle ore 10 la performance di Claudia Pagés Raball, entrambe in dialogo con il patrimonio storico e architettonico del museo scarpiano. Sempre il 15, alle 18, l’inaugurazione di Remoto, mentre domenica 16 sempre Castelvecchio è sede di un’altra performance delle artiste Laura e Valentina Pante.

Novità in fiera

Da segnalare la prima edizione del Premio ArteMuseo, a cura di Elena Forin, progetto pluriennale che coinvolge quattro musei e fondazioni italiani a altrettanti artisti presenti ad ArtVerona. Infatti la fiera per almeno tre anni selezionerà a rotazione le istituzioni nazionali che si impegnano in un progetto espositivo, dedicato a un artista tra quelli rappresentati dalle gallerie espositrici.

Quest’anno vi partecipano Ca’ Pesaro di Venezia, La Gam di Verona, il Mac – Museo di arte contemporanea di Lissone, e Palazzo Collicola di Spoleto.

La fiera inoltre rafforza con il progetto pluriennale “Visiting curator” la sua rete internazionale: direttori e curatori da tutto il mondo sono infatti invitati a scoprire gli artisti e la ricerca delle gallerie e a far parte delle commissioni delle giurie dei premi. Si segnala la presenza quest’anno dei curatori Chrissie Iles, del Whitney Museum of American Art a New York, e Nadim Samman, del KW Institute for Contemporary Art a Berlino, insieme ai direttori Michal Novotn, alla guida della Collezione di Arte moderna e contemporanea alla National Gallery a Praga, e Christian Malycha, della Friedrichs Foundation, Bonn/Weidingen. 

Le riconferme, tra storicizzati ed emergenti

Nella Main section, cuore della manifestazione, le 140 gallerie selezionate propongono artisti italiani e internazionali, sia storicizzati sia emergenti. 

Giacinto Di Pietrantonio cura le sezioni Introduction e Next: nella prima, gallerie storiche presentano gli spazi espositivi che hanno supportato nella crescita, valorizzando la trasmissione generazionale del sapere propria del sistema dell’arte. Nella seconda, le gallerie promuovono fino a tre talenti delle generazioni più recenti e i loro linguaggi artistici innovativi.

Nella sezione Evolution, curata da Domenico Quaranta, hanno spazio i linguaggi più sperimentali, con artisti la cui ricerca fa uso di tecnologie come intelligenza artificiale, animazioni 3D, Coding, big data e nanotecnologie, ma anche social network e app. Nella sezione Solo le gallerie dedicano ciascuna uno stand monografico a un singolo artista italiano della generazione degli anni Novanta.

Foto Ennevi

Le realtà no profit nel settore dell’arte contemporanea italiana espongono la loro ricerca nella seconda edizione di LAB, a cura di Giulia Floris.

La realizzazione del red carpet è stata affidata all’artista mantovano Stefano Arienti che per l’occasione ha realizzato Corso Europa (da G.B. Piranesi). Il tappeto, interamente scomponibile, copre circa 500 metri quadrati, in uno speciale filo di nylon ottenuto dal riciclo di rifiuti plastici (reti da pesca, tappeti, tessuti, rifiuti industriali). L’opera è una riflessione sul continente europeo e il suo rapporto con tutti gli Stati che hanno fatto parte della sua storia.

Tre collezioni in città

All’interno del programma hanno spazio anche tre raccolte private, esempi differenti di collezionismo privato: Palazzo Maffei Casa Museo con il percorso tra antico e contemporaneo creato da Luigi Carlon nel cuore di Verona, Agi Verona, con le opere di artisti giovani e affermati del panorama italiano e internazionale esposte al polo universitario di Santa Marta, e il mecenatismo della Collezione De Iorio, ospitata nel Centro Diagnostico Tecnomed di Zai e nello spazio espositivo dedicato. 

Proseguono a Eataly Art House (E.ART.H.), e si inseriscono nella proposta di ArtVerona, le personali di Anton Corbijn, Staged, a cura di Walter Guadagnini, e di Ibrahim Mahama, Voli-ni, a cura di Eva Brioschi. Da segnalare, infine, dal 15 ottobre alla Fondazione Cariverona, in via Achille Forti 3, Unicredit & Fondazione Cariverona Collection: Fuori, nella terra dell’uomo, a cura di Pietro Ruffo, in collaborazione con Urbs Picta. 

Per tutte le informazioni sulle modalità di accesso e sul fitto programma tra fiera e città, www.artverona.it.

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