Finalmente, ieri 23 settembre, è arrivato il giorno in cui scatta l’equinozio e l’autunno ha inizio. Si prevedono brusche inversioni di clima per cui avremo temporali per il fine settimana e una escursione termica notevole. Addirittura il concerto degli Assalti Frontali previsto nella serata di sabato 24 al festival Paratodos è stato posticipato a domenica 25 per il timore del brutto tempo.

Ma venerdì 23 settembre 2022 è una giornata splendida, di sole.

Verona è incantevole, rigurgita di turisti, moltissimi in plotoni compatti a seguito della loro guida, altri a coppie, per lo più tedeschi; l’aria molto tersa dona una luce calda e morbida su edifici, piante, strade e argini del fiume, con l’acqua del nostro Adige che non è ancora al livello standard.

In questo contesto raggiungiamo il corteo dei Fridays For Future, in direzione arsenale, dove è il punto di ritrovo alle 9.30. Scambiando due parole con l’autista del taxi che mi sta portando, mi chiede di che manifestazione sto parlando. Dal che arguisco che le forze dell’ordine non hanno diramato nessun avviso. “Lo sciopero mondiale per il clima” lo informo. E lui mi replica con un “E fate bene!” che mi apre il cuore: di solito quando parlo con altri adulti di questo tema, ottengo feedback muti e occhi vacui, oppure sincero compatimento, come se i problemi seri fossero altri e parlare di queste cose sia solo tempo perso.

La manifestazione scaligera dello sciopero globale del clima è una specie di bruco dai colori dello spettro tra il verde ed il marrone con assembramenti di nero (il “non colore” sempre molto amato dai teen, dagli artisti e dagli attivisti) che si snoda placido e irsuto di cartelli e bandiere, nella pancia della nostra città, per alcuni chilometri.

Sono così rare le volte che riesco a passare per il centro, che ogni volta è uno stupore incantato quello che sento, soffermandomi sugli edifici storici, sulle forme, i colori e le sensazioni che provo a guardare la mia città, sempre bellissima, nonostante le cicatrici sui muri e tra i cubetti di porfido, che in molti punti sono proprio saltati in gruppo. 

Pensare che in altre 69 città del nostro Paese ci siano altrettanti studenti, attivisti, sindacalisti, docenti e genitori che sfilano in “bruco-cortei” nei centri storici, fa girare la testa. E grazie ai social possiamo avere certezza oggettiva dell’ampiezza della manifestazione.

70 città moltiplicate per migliaia di manifestanti fanno un certo effetto.

Enrico Tedesco. Foto: Alessandra Corradi

Moltissime, da noi, le sigle presenti: Italia Nostra, storica associazione nazionale per la conservazione e la tutela del patrimonio e dell’ambiente, Greenpeace, Amnesty International, CGIL, CISL, Mediterraneo, MoVimento In Formazione, Extinction Rebellion, Movimento Decrescita Felice Verona, Parents For Future Verona, Rete degli Studenti Medi. Scambiamo due parole con Enrico Tedesco (in foto) che ha appena fatto un intervento al microfono molto seguito: ha appena 16 anni, ma parla di temi che spesso da adulti laureati non sono nemmeno padroneggiati!

In un lato di piazza Cittadella, punto d’arrivo del bruco-corteo di cui almeno il 40% dei componenti si è staccato per tornare alle proprie attività, stazionano cinque poliziotti e poliziotte: il clima è molto tranquillo ed educato, i ragazzi sono seduti per terra, ascoltano e poi applaudono. Alla fine di tutti gli interventi parte la musica.

La politica non è presente: nessun esponente, neanche del consiglio comunale o delle circoscrizioni o magari un segretario di partito in veste ufficiale è venuto almeno in piazza Cittadella a farsi vedere. Solo Jacopo Buffolo, Assessore alle politiche giovanili, presente però come Movimento Universitario, farà un intervento. Non c’è nemmeno il mondo della scuola.

Tra le righe di queste assenze possiamo leggere l’incapacità o la non volontà del mondo adulto di codificare i messaggi e rapportarsi con il mondo dei teen e dei giovani in generale: sono molto pochi gli adulti che si pongono allo stesso livello dei giovani, li ascoltano e, almeno, provano a rispondere ai loro quesiti. In pochi vogliono guardare il futuro, perché forse fa paura.

Speriamo che, in ogni caso, questa manifestazione non passi inosservata e produca i suoi effetti. Ci auguriamo che la prossima settimana gli adolescenti accompagnati alla manifestazione, come mia figlia undicenne che ne è rimasta molto colpita, parlino a scuola dello sciopero per il clima non solo con i propri compagni ma specialmente con i professori, per chiedere magari di avere i Fridays for Future ospiti alla prossima assemblea scolastica al posto dell’ennesimo vecchio film proiettato a scopo didascalico con dibattito a seguire, sempre disertato.

Rimangono – se non sono già stati tolti – i due striscioni appesi dai Fridays for Future sul ponte di Castelvecchio, durante la marcia del corteo, che invocano la giustizia climatica, un tema che molti, passando, si chiederanno che cosa mai possa significare. Chi è curioso di sapere la risposta lo chieda direttamente ai Fridays For Future Verona: li potete trovare su FB, Instagram, Tik Tok o sui banchi di scuola.

E avanti con l’autunno.

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