Per chi c’era, il Mondiale 82 rappresenta uno di quei tasselli della memoria che non sbiadiscono mai.

Ci si ricorda dove si è vista ogni partita, con chi, quale tormentone estivo si ascoltava. Come una capsula temporale in cui tutto è rimasto com’era, perché in quel momento – come ricorda Gianni Grazioli – l’Italia è davvero entrata negli anni ’80, lasciandosi alle spalle un decennio per certi versi terribile.

Per chi non c’era, invece, l’impresa di Bearzot e i suoi ragazzi è fatta di immagini viste alla tv, negli speciali o nei servizi dei tg. L’urlo di Tardelli, lo scopone in alta quota tra Zoff, il “Vecio” Bearzot, Causio e il presidente Pertini, con tanto di coppa del mondo a far da fermacarte.

Il racconto del Mondiale ’82 dentro e fuori dal campo

Il podcast Insider ’82, realizzato dall’Associazione Italiana Calciatori in collaborazione con Bentobox – affamati digitali, è per tutti un occasione di tornare indietro, rivivere – o vivere per la prima volta – le emozioni del trionfo azzurro attraverso i racconti dei campioni del mondo e di altri protagonisti del mondo dello sport.

Un racconto diviso in sette episodi, tutti disponibili sulle principali piattaforme di streaming, ognuno dedicato a una partita degli azzurri: dall’esordio contro la Polonia al trionfo finale contro la Germania, passando per le sfide epiche al Brasile di Socrates e all’Argentina di Maradona. 

Episodi di un Mondiale vissuto sul campo, mentre fuori la storia d’Italia e mondiale attraversava alcuni dei suoi capitoli più controversi: dalla guerra delle Falkland agli omicidi del mostro di Firenze, dalla morte di Roberto Calvi all’attentato a Papa Giovanni Paolo II.

La dedica agli eroi scomparsi

Gianni Grazioli, la voce del Podcast

Grazie ai racconti e agli aneddoti di chi c’era, Insider ’82 regala un racconto completo di quel gruppo, dei suoi valori umani e delle sue qualità, nel ricordo degli eroi che non ci sono più: il Vecio Enzo Bearzot, Gaetano Scirea e Pablito Rossi, scomparso nel 2020. 

Come ricorda Paolo Quagini, ideatore del progetto e titolare di Bentobox, sono proprio i valori di quel gruppo a dominare i testi scritti dal veronese Diego Scandola e portati in vita dalla voce di Gianni Grazioli, le qualità umane di una squadra forte e coesa, dentro e fuori dal campo.

Una scelta, quella del podcast, che va allo stesso tempo in avanti e indietro nel tempo. È un tipo di contenuto digitale sempre più popolare, che si inserisce perfettamente in una quotidianità frenetica, lasciando mani ed occhi liberi per guidare, lavorare, correre. Allo stesso tempo è però  un ritorno all’oralità, alle storie raccontate intorno al fuoco, ai miti e le leggende raccontati dalla voce di chi c’era. 

Il Mondiale ’82 è stato un mondiale di immagini, di fotografie, di filmati che sono diventati icone e simboli, riempiti da ognuno di noi con una diversa idea di un Italia che non c’è più o di una giovinezza ormai lontana. Raccontarlo con la voce, specialmente la voce dei protagonisti, è una scelta brillante per farlo rivivere in modo autentico, con l’umanità di una chiacchierata tra amici che sanno di aver vissuto un’avventura irripetibile.

Tommasi: «Senza i valori umani il calcio si perde»

Alla presentazione del podcast, al caffé Liston 12, c’era anche un calciatore. Uno che i mondiali li ha giocati qualche anno dopo. Ha pure segnato un golden goal contro la Corea del Sud, ma gli è stato annullato. Oggi fa il sindaco. Quando sente parlare di valori umani e gioco di squadra gli si accende un sorriso, è la sua lingua. Un vocabolario che recentemente ha portato in politica ma che è rimasto lo stesso di quando parlava “solo” di balon. 

Il sindaco Damiano Tommasi alla presentazione del Podcast

La presenza di Damiano Tommasi non è solo una cortesia istituzionale. Il sindaco è stato a lungo presidente dell’AIC, ed è evidente che si sente ancora a casa sua: «I valori dell’AIC, i valori della Nazionale, sono gli stessi che caratterizzano ogni impresa di successo, da un pallone che rotola a una qualsiasi organizzazione. Sono valori che partono dalle scuole e che devono essere il core business del mondo del calcio ma non solo. Anche cinicamente – continua il Sindaco – deve tenere a mente che senza i valori umani qualsiasi business si perde per strada, perde la sua identità.»

Apprezza – da Veronese col passato romanista – l’essenzialità della maglia della Juventus di Franco Causio. Solo righe bianche e nere che dicono «noi siamo questa cosa qui». Senza troppa sovrastruttura e complicazione, senza sponsor e vezzi rivolti a chi di calcio sa poco o nulla. 

«Il podcast – dice Tommasi – va all’essenziale, toglie tutta la sovrabbondanza di informazioni del video. Ci riporta alla semplicità di uno scopone scientifico col Presidente della Repubblica. Un messaggio di semplicità che oggi fatica a passare nello sport d’élite.»

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