L’impatto di una pandemia sul mondo della cultura è stato pesantissimo, lo sappiamo da tempo. Lo sa Fondazione Arena, che a pochi mesi che mancano dall’avvio del festival lirico numero 99 sta richiamando l’opinione pubblica e il mondo delle imprese a sostenere un ambizioso progetto di raccolta fondi. 67 Colonne prende il nome dall’impatto distruttivo occorso all’anfiteatro nel terremoto del 1117, che rase al suolo la cinta esterna dell’Arena. Oggi tocca alla città tutta impegnarsi per sostenere l’operatività del principale motore economico-culturale di Verona, ed evitare che il Covid19 metta definitivamente in ginocchio la sostenibilità della sua proposta culturale.

L’Unione Europea aveva commissionato a fine 2020 un’analisi che tenesse conto dell’impatto del Covid su televisione, cinema, musica, radio, editoria, ma anche videogiochi ed esibizioni dal vivo (spettacoli teatrali, concerti, balletti). Il crollo dei ricavi nel 2020 fu pari al 31,2% rispetto all’anno precedente. A ciò va aggiunto che le chiusure degli spazi culturali hanno inciso sui comportamenti da parte dei fruitori anche quando si è potuto riaprire musei e teatri. Lo studio concludeva con la necessità di stabilire “un solido quadro giuridico” che aiutasse a ricostruire la fiducia nella sostenibilità finanziaria del settore, favorendo gli investimenti pubblici e privati.

Il legame tra cultura e impresa, chiave di sostenibilità

Alla prima edizione del progetto 67 Colonne vi aderirono 128 mecenati: aziende del territorio, ma anche associazioni di categoria e ordini professionali, che hanno fatto nu importante lavoro di rete per diffondere il progetto e raccogliere le sottoscrizioni.

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E in questi giorni, fino al 1 aprile, si può dare un contributo importante al progetto anche grazie ai social: entro le ore 12 di venerdì, infatti, è possibile votare il progetto affinché possa ottenere il primo premio riconosciuto dall’Art Bonus 2021. Sono dieci le iniziative finaliste, raggiungibili sul sito www.artbonus.gov.it (al momento della stesura di questo articolo, 67 Colonne ha riconquistato il primo posto in classifica, ndr).

Lo si può fare anche attraverso Facebook e Instagram: tramite il sito ad oggi sono giunti 12552 preferenze, cui si aggiungono 3624 cuori su Ig e 3218 da Facebook.

Festival lirico, un indotto pari all’1,5% del Pil veronese

Il dato positivo sta nella partecipazione del mondo produttivo veronese, che ha inteso il valore di responsabilità sociale insito nel progetto. Basta pensare a quanto il 2020, nell’assenza di un vero e proprio festival, abbia avuto un contraccolpo pesante sul mondo del turismo e della ricettività scaligera. Le ragioni sono da imputare alla fragilità di quei mesi e alla gestione dell’emergenza sanitaria, allora nel pieno della crisi, ma è un fatto che la diminuzione del peso specifico della Fondazione, pari a 500 milioni di euro di indotto, ossia l’1,5% del Pil di tutta la provincia veronese, è stato un contraccolpo durissimo.

Difficile mantenere la promozione e la diffusione della musica classica e contemporanea – con spettacoli lirici, concerti, balletto, ma anche formazione, didattica, creazione di eventi e conferenze – a fronte di un crollo degli incassi per un’intera annata.

Il 2022, anno chiave per l’edizione numero cento

Le 67 Colonne sono state in primis le imprese, accanto agli sponsor storici di Fondazione Arena. Hanno accolto l’invito del sindaco Federico Sboarina, che è anche presidente della Fondazione, di rendere possibile l’edizione della scorsa estate (in un clima più che incerto, le presenze, contingentate dalle normative, a fine rassegna hanno raggiunto quasi le 200mila persone).

Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, foto di Ennevi studio.

Lo sguardo adesso va al 2023, quando ci sarà l’edizione numero cento. E la si immagina risanata dall’impatto della pandemia, allineata ai numeri di cui il festival lirico è capace. Indispensabile però che la prossima edizione, l’ultima a due cifre, sia fattibile secondo uno standard in crescita per presenze e proposta musicale.

«Nonostante nuove incertezze si affaccino sul panorama internazionale, il senso di questa unione vuole proseguire in continuità con gli obiettivi del 2021» ha dichiarato Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttrice artistica, che ha per obiettivo mantenere i costi del 2019 a fronte di incassi che non potranno essere quelli della fase pre-pandemia. Ed ecco che il sostegno della società veronese è fondamentale nel 2022.

Il premio “Progetto Art Bonus dell’anno”

La legge sull’Art Bonus riconosce alle donazioni liberali per il sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano il credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato. Ed è all’interno di questo strumento fiscale che nel 2016 nasce il concorso “Progetto Art Bonus dell’anno” cui ogni cittadino può contribuire votando il progetto 67 Colonne sui social (link)

Il premio ha lo scopo di far conoscere lo strumento fiscale a tutela dei beni culturali nazionali e riconoscere la bontà delle iniziative che coinvolgono le realtà produttive impegnate in progetti di recupero e valorizzazione. Il riconoscimento finale è simbolico, ma ha un valore aggregante e di partecipazione che coinvolge chiunque abbia a cuore la tutela del proprio territorio.

Il tradizionale colpo di gong preannuncia l’inizio dello spettacolo lirico. © Heads Collective 2021

E visto che 67 Colonne è ripartito per il secondo anno di fila e ha dimostrato la reattività del mondo produttivo in un modo significativo, un segnale di incoraggiamento e di interesse da parte della collettività è un’ulteriore prova della partecipazione trasversale della città. Dal 17 giugno non ci sarà solo Aida, immancabile, ma anche Carmen, Nabucco, Traviata, Turandot, accanto alle serata con Roberto Bolle e Placido Domingo e all’omaggio a Ezio Bozzo con i Carmina Burana. Una formula amata e, come si dice, “squadra che vince non si cambia”. Sarebbe bello che l’elemento innovativo quest’anno fosse proprio l’amore dei veronesi per il proprio festival lirico.   

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