Il 2022 si apre con un anniversario importante anche per Verona: Adelaide Ristori, cui fu intitolato il teatro nel 1856, in onore della maggiore attrice italiana dell’Ottocento, nasce infatti due secoli fa, il 29 gennaio 1822. A entusiasmare la città scaligera era stata la grandezza della sua figura artistica, ma soprattutto quella Maria Stuarda di Schiller, che era il suo cavallo di battaglia e che aveva portato in scena all’allora Teatro Valle. L’entusiasmo del pubblico portò al cambio di nome dell’edificio: per far conoscere meglio l’attrice, lo stesso teatro nel 2012 organizzò una mostra dei suoi costumi teatrali originali disegnati dalla costumista dell’Opera di Parigi, Delphine Baron e dal pittore romantico Ary Scheffer, entrambi prestati dal Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, che custodisce il lascito  Ristori Capranica del Grillo.

Una donna da conoscere

La storia avventurosa di Adelaide va raccontata non solo per la sua straordinarietà, ma per il suo contributo ispiratore anche per le ragazze e le donne di oggi. Ci ha pensato quindi l’attrice e formatrice Giulia Cailotto, insieme a Casa Shakespeare e all’Università di Verona, a progettare un percorso che non sia solo biografico, ma anche dia un apporto utile a sostenere l’empowerment femminile. Ieri sera è stato infatti presentato al Teatro Satiro “Adelaide Ristori 200. La mirabile costruzione di me”, un progetto che avrà diverse tappe tra ricerca, rappresentazione e formazione per l’imprenditorialità femminile.     

Cailotto, che è anche speaker e drammaturga, ideatrice di Esubera, con cui propone percorsi di teatro d’impresa, ha interpretato ieri il prologo dello spettacolo di cui è regista Solimano Pontarollo e che sarà prossimamente in scena negli spazi del Satiro.

«Le donne ci sono già, infiltrate elegantemente nelle fughe delle piastrelle delle nostre cucine linde, fino ad arrivare alle fondamenta della casa del padre. Ci siamo, siamo qui» ha interpretato Cailotto, che è autrice del testo. La scelta di «fare la guerra come i maschi» è superata, dall’«abitare il nostro tempo così com’è, ma piegando le sue regole alle nostre ambizioni. La società è fatta dagli uomini per gli uomini», dobbiamo «starci dentro, espanderci e prendere spazio così che non ci si ricordi più come sia iniziato, come si sia preso lo spazio che ci era precluso, goccia a goccia, invisibili, costanti».

Dal teatro all’impresa

Cailotto ha scelto di parlare di Adelaide Ristori proprio per la sua capacità di essere una goccia, nel rispondere a cosa volesse fare della sua vita. Nata durante una tournée dei suoi genitori attori a Cividale del Friuli, si rivela attrice di grande talento, nel 1887 si sposa con il marchese Capranica del Grillo, e la loro relazione invece di prevalere sulle ambizioni della donna diventa una vera e propria Spa dello spettacolo, creando il brand Ristori.

Da sinistra, Simona Brunetti, Solimano Pontarollo e Giulia Cailotto, durante la presentazione del progetto su Adelaide Ristori, trasmesso anche via streaming da Casa Shakespeare.

Adottano nuove pratiche imprenditoriali, ideate da Adelaide con il sostegno economico del marito, si recano ovunque, fino in Australia, per recitare e diventando così una grande diva internazionale. Il suo giro del mondo durò venti mesi, frequentò le principali corti europee, ebbe persino incarichi diplomatici da Cavour e divenne un simbolo risorgimentale.

La ricerca dell’università

«La figura di Adelaide Ristori si inserisce nel più ampio studio sul teatro dell’Ottocento e il suo contributo innovativo va sicuramente studiato – ha affermato Simona Brunetti, professoressa associata di Discipline dello spettacolo all’Università di Verona, che ha dato il patrocinio all’iniziativa -. In quegli anni pochissime donne potevano ambire a raggiungere livelli artistici così alti, persino dirigendo una compagnia. E poi lei non solo sfruttò la sua immagine a fini strettamente culturali, ma anche per vendere dei prodotti che portavano il suo nome, che fosse abbigliamento o delle caramelle. È interessante approfondire questo aspetto, per capire come nasce un’impresa femminile in un’epoca così diversa dalla nostra. Sicuramente può insegnarci qualcosa».

In un tempo in cui le attrici godevano di una doppia fama, quella della vedette e, come controparte, quella della donna poco onorevole, Ristori «inventa il modo di costruire il soggetto da interpretare, quando il teatro ancora si fonda sul personaggio e non sui testi» ha concluso Brunetti. Tramite le sue figure femminili lei attraeva a teatro il pubblico, però «le servivano per rappresentare se stessa, con “le donne mondiali”, come le definiva, e non nascondere niente. Aveva creato una maschera per potersi dare in pasto al pubblico senza farsi masticare mai», ha aggiunto Cailotto.

Non solo Verona parlerà di Ristori

Sarà la seconda parte del 2022 a vedere una serie di eventi legati al bicentenario e si prolungherà fino all’anno successivo. Anche Cividale del Friuli, di cui era presente la Consigliera delegata alla cultura Angela Zappulla, avrà una serie di iniziative. Appena inaugurato l’anno ristoriano, ha in serbo l’inaugurazione del monumento dedicato all’attrice, già presenta in città, ma la cui cerimonia non fu realizzata, poiché prevista il 30 agosto del 1914 e la guerra ne impedì la realizzazione. «Abbiamo ritrovato gli inviti dell’epoca, sarà un’emozione recuperare questo rito incompiuto, anche perché l’autore della scultura fu Antonio Maraini, padre di Folco e nonno della scrittrice Dacia, che abbiamo invitato», ha dichiarato Zappulla.

Il teaser dello spettacolo “Adelaide Ristori. La mirabile costruzione di me”, scritto da Giulia Cailotto e diretto da Solimano Pontarollo.

In attesa di poter godere dell’intero progetto presentato ieri alla città, un cortometraggio ci racconta questa poliedrica figura e ci accompagna lungo la ricerca delle maestre.

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