Stallo messicano. Tutti parlano, ma nessuno davvero si muove verso Verona 2022. E così c’è il centrodestra, spaccato tra Sboarina e Tosi e il “fantasma” (quanto reale?) di un terzo incomodo che possa mettere d’accordo tutti. E poi, a rimorchio, il centrosinistra, che anziché approfittare dei reciproci veti tra Lega (che dialoga con Tosi) e Fratelli d’Italia (ufficialmente su Sboarina, iscritto a Fdi da pochi mesi), aspetta da un anno che Damiano Tommasi faccia un cenno.

Siamo sempre lì, gira che ti rigira: Sboarina, Tosi e (forse) Tommasi. Con un gioco ad incastri in cui nulla s’incastra. Perché Sboarina aspetta al varco la Lega – la cui rottura con il Sindaco uscente tuttavia è profonda e non tattica (e il passaggio in Fratelli di Sboarina ha solamente fatto traboccare un vaso già colmo a detta del Carroccio). La Lega nel frattempo parla con Tosi e aspetta a sua volta che sia la stessa Fratelli d’Italia ad abiurare Sboarina (anche volendo è difficile, come giustificare con l’elettorato la rottura con il tuo sindaco uscente?). Tosi, a sua volta, conscio del suo consenso da civico, resta fermo sulle sue posizioni, dicendo che non si ritira (come tradurre altrimenti la chiosa “mi ritiro solo se si trova uno con più voti di me”?).

Chi farà la prima mossa? In attesa della sinistra e di Tommasi, la partita rimane comunque in mano al centrodestra, pur diviso. E da quelle parti l’impressione dello Scapigliato è che sia Tosi che la Lega non abbiano fretta. Lo “stallo” non danneggia certo loro…

Foto di copertina: un frame da “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone

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