La partita di domenica pomeriggio (ebbene sì, si può anche giocare di domenica pomeriggio) è un banco di prova fondamentale per l’Hellas, che, dopo il tour de force delle ultime settimane, si ritrova a giocare una partita in casa, ancora una volta contro una diretta concorrente per l’obiettivo salvezza. 

Lo Spezia di mister Thiago Motta ha iniziato la stagione con qualche delusione, beffati a Cagliari da una doppietta subita in cinque minuti dopo essere stati in vantaggio di due reti (familiare?) e puniti severamente da una Lazio incontenibile alla seconda di campionato, persa all’Olimpico per sei gol a uno. Neanche il tempo di rimettersi in carreggiata con una vittoria in extremis a Venezia, che i Liguri hanno ospitato a stretto giro Juventus e Milan, incassando altre due sconfitte.

Guardando lo scarso bottino raccolto nelle prime sei giornate il rischio è quello di sottovalutare lo Spezia: un errore che Tudor e i suoi non possono permettersi di commettere. Nelle ultime due partite, sulla carta impossibili, i bianconeri liguri hanno dimostrato di essere una squadra pericolosa, capace di tenere a bada sia la Juventus che il Milan per larghi tratti di gara, e, specialmente con la Vecchia Signora, un pareggio sarebbe forse stato il risultato più giusto.

Da Italiano a Thiago Motta: una squadra all’attacco

Abituato a un gioco vivace e offensivo fin dalla precedente gestione di Vincenzo Italiano, “fuggito” a Firenze con l’inchiostro del rinnovo ancora fresco, lo Spezia ha mantenuto una filosofia votata all’attacco. 

Nella passata stagione Thiago Motta era finito sui giornali grazie alla sua rivoluzione – o meglio – la sua rotazione portata dal modulo 2-7-2, in cui il portiere gioca a centrocampo. L’iniziale smarrimento di giornalisti e addetti ai lavori è stato poi chiarito quando l’allenatore ex Genoa ha girato di 90° il foglio della formazione, con due giocatori per fascia e 7 sulla verticale centrale, in cui il portiere è il primo attaccante e la punta il primo difensore.

Insomma una squadra corta e compatta, che pressi alto e recuperi molti palloni, capace di colpire in contropiede da un pallone recuperato e di costruire dal basso fin dal portiere. Molti hanno liquidato il 2-7-2 come una provocazione o una boutade, nel frattempo però Thiago Motta lo sta applicando proprio con lo Spezia. Non ci credete? Date un’occhiata al 4-1-4-1 messo in campo contro il Milan.

Attacco pericoloso, difesa ballerina

Allo Spezia le provocazioni di Thiago Motta si sono fuse con la più classica impostazione da 4-3-3 di Italiano e Marino e il risultato è una squadra con una spina dorsale centrale costituita dai centrali difensivi, primi a impostare, Bourabia, Sala e Maggiore, ormai diventato il trequartista titolare alle spalle della punta di turno: Nzola o Antiste.

I pericoli maggiori arrivano però dalle fasce: a sinistra Gyasi si sovrappone bene con il terzino-goleador Bastoni, e ha dimostrato di poter punire con i suoi tiri a giro rientrando sul destro. A destra invece sono due vecchie conoscenze del Verona a giocarsi il posto, con Verde preferito a Ebrima Colley nelle ultime partite e in grado di fornire gol e assist.

Se in avanti Thiago Motta ha l’imbarazzo della scelta, dietro le cose si fanno più complicate. Lo Spezia subisce gol da 23 partite consecutive, e con l’ultima rete firmata Brahim Diaz sono 50 i gol consecutivi incassati dai bianchi, e il portiere Zeut, preferito al Provedel in questo inizio di stagione non è ancora riuscito a dare la sicurezza necessaria al reparto.

Con queste premesse la partita di domenica si preannuncia potenzialmente spettacolare, ma ricca di insidie. I gialloblù, che stanno dimostrando di non aver problemi a segnare ma qualche magagna difensiva, dovranno alzare l’asticella dell’attenzione e concentrarsi particolarmente sulla fase difensiva per raccogliere una vittoria che significherebbe imbattibilità per Tudor, morale e convinzione per la squadra e, soprattutto, tre preziosissimi punti salvezza

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