La storia di due campioni, uno normodotato ed uno paralimpico, raccontata nel documentario ideato da Alessandro Amato e Antonio Covato. La casa di produzione è la romana Sitpuntocom. Un progetto di valore in cui le immagini di gare e allenamenti si intersecano con le interviste a Thomas Ceccon e Stefano Raimondi, i due atleti protagonisti del documentario, che hanno condiviso gli ultimi quattro anni di preparazione per Tokyo2020, vincendo anche alcune medaglie.

Nel documentario Amato e Accorinti sottolineano lo sforzo comune e comunitario profuso da mondi che non sempre si incontrano, quello dei normodotati e quello degli atleti paralimpici. Ceccon e Raimondi sono stati impegnati nella stessa corsia svolgendo lavori simili. «L’iniziativa è stata ripetuta con altri ragazzi della squadra paralimpica ed è stata un successo», spiega Amato, «con assoluta naturalezza abbiamo abbattuto barriere e pregiudizi, offrendo ai ragazzi sempre qualcosa in più da imparare.»

Raimondi, veronese di 23 anni ha vinto 7 medaglie a Tokyo, tra queste la 100 metri rana, el film (qui il trailer dedicato https://www.youtube.com/watch?v=prW2Yhh_BtE) sottolinea il concetto che “diversità è unicità“, forte di una lezione venuta da un incidente in moto avvenuto a 15 anni, che di fatto lo ha traslato nella categoria paralimpica. Nello spezzone già disponibile su YouTube Marcello Rigamonti, vicepresidente del Verona Swimming Team, spiega che Raimondi è «anche salito sul podio dei campionati giovanili normodotati. Ha fatto un percorso eccezionale, supportato dal suo allenatore e dalla famiglia.»

Ceccon, vicentino di 20 anni (e primatista italiano dei 100m dorso e 200m misti), era combattivo prima di partire per Tokyo, dove ha vinto 2 medaglie:
un argento con la staffetta 4x100m stile libero e un bronzo nella 4×100 misti, siglando entrambi i record italiani di staffetta. Nel documentario (qui il trailer) Anna Vallarsa, coach Leosport, sottolinea la “passione di Thomas per il nuoto. Quando l’ho conosciuto aveva 8 anni ed era già appassionato”. Lo conferma Alberto Burlina, altro coach Leosport: «È impressionante. Quando lo vedevamo stanco gli dicevamo di andare in acqua per ricaricarsi.»

«Il mio obbiettivo sarebbe quello di utilizzare i ricavi del documentario per sostenere le attività sportive delle 2 squadre, in grave crisi dovuta alle chiusure per la pandemia», spiega Alessandro Amato a riguardo di questa storia unica di inclusione e condivisione. Le riprese si sono tenuto tra il 10 e il 12 giugno a Verona. Nel documentario è inserita anche l’intervista a Roberto Cognonato, direttore del Centro Federale.


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