Il Bridge Film Festival si appresta a tornare con l’ottava edizione, come sempre presso il Canoa Club di Verona, dal 14 al 17 luglio. Sembra scontato, eppure non lo è affatto: si tratta della seconda edizione del festival dall’inizio di una pandemia che al settore cinema non ha risparmiato nulla.

La scorsa edizione aveva registrato un’ottima partecipazione, nonostante la situazione molto difficile. Eppure, come ci spiega la direttrice artistica Ginevra Gadioli, inizialmente «l’entusiasmo era sotto i tacchi, non sapevamo se farlo o no». «La bellezza di organizzare un festival indipendente dal basso è che non è solo di una persona, ma diventa di tutti. L’entusiasmo richiama entusiasmo, i volontari hanno insistito, mi hanno fatto capire che bisognava crederci e l’abbiamo fatto comunque, con pochissimi mezzi a disposizione, ed è venuto un festival molto partecipato».

Km zero, tra sostenibilità e uno sguardo ravvicinato

La locandina del film prodotto
da Diplom ArtMeA Società Cooperativa Sociale ed Ezme Film. Frutto anche della raccolta fondi dell’edizione 2018, questo documentario
mette al centro una comunità di ragazzi con disturbo dello spettro autistico.

È stata dunque l’edizione 2020 a «darci la carica per dire “va bene, facciamolo anche quest’anno”». Una nuova edizione che porta con sé un tema quasi obbligato, nell’era del Covid: “Km zero”. Si tratta di un gioco di parole: non solo un riferimento alla tematica della sostenibilità, ma anche e soprattutto ai vari lockdown «che ci hanno costretti a casa – continua Gadioli – e ci hanno fatto guardare da vicino quello che c’è intorno a noi a neanche un chilometro di distanza».

Ecco dunque una serie di titoli che si concentrano su ciò che è vicino, ma anche sui limiti che sembrano invalicabili.

Come ad esempio Marana, il documentario in programma, fuori concorso, mercoledì 14 luglio, realizzato da Davide Provolo e Giovanni Benini e incentrato sulla comunità di Villa Santa Rita, nell’alto vicentino, servizio residenziale che ospita minori con disturbo dello spettro autistico e con disturbi del comportamento. Un film che «parla di un limite, di un confine che se vogliamo è la parola». In realtà, «questi ragazzi possono esprimere un sacco di altre emozioni e sensazioni tramite altri sensi. Quando c’è una restrizione, un limite, un confine, poi si sviluppa qualcosa di meraviglioso e inaspettato».

I titoli nati durante il lockdown

Altri film, come Kufid e Dissipatio, che saranno proiettati giovedì 15 luglio in collaborazione con il Circolo del Cinema, sono stati girati durante il lockdown. «È anche interessante capire come i registi hanno affrontato l’impossibilità di muoversi e hanno analizzato questo tramite l’arte del cinema», ci spiega la direttrice artistica.

Naturalmente, oltre alle proiezioni, ci saranno esibizioni musicali e performance di danza, e l’immancabile discesa in gommone al tramonto, con aperitivo in dogana, di sabato 17 luglio. Per il programma ufficiale vi rimandiamo alla pagina Facebook del Bridge Film Festival.

«Dall’ottava edizione mi aspetto che sia più partecipata da un pubblico più interessato», conclude Gadioli. «Penso che dopo otto anni ci siano un po’ di addetti ai lavori e gente che sa che tipo di qualità di film ci sia». Non un festival con registi famosi, ma «con un occhio sensibile a tematiche sconosciute e di nicchia. Spero che non avrà nulla da invidiare alla settima edizione».

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