Nel tracciare una storia del moderno cinema di supereroi, non si può fare a meno di menzionare l’importanza del primo Spider-Man di Sam Raimi, uscito ormai sedici anni fa, giusto un paio d’anni dopo quel X-Men che ha ufficialmente dato in natali al filone attuale, quello capace di sbancare i botteghini prendendo seriamente i fumetti originali e trattandoli con il rispetto che si riserva alle opere letterarie.

Spider-Man fu la conferma che i supereroi americani potevano trasformarsi in oneste hit sul grande schermo. Da allora il volto dei cinefumetti è profondamente cambiato: l’avvento dei Marvel Studios ha portato con sé la nascita degli universi cinematografici condivisi (ora c’è anche quello rivale della DC Comics, eterna nemesi della Marvel su carta), fortemente criticati da alcuni per come hanno monopolizzato le sale, imbastardendo il cinema con una serialità tipica della televisione. Qualunque sia la vostra opinione in merito, è innegabile che il progetto messo in atto dalla Marvel (e guidato dal produttore-demiurgo Kevin Feige) è senza precedenti, messo in atto con una sapienza e un’attenzione al dettaglio impressionanti.

I supereroi al cinema sono diventati talmente popolari da aver fatto anche il salto nell’animazione. Ci sono precedenti di lusso anche in questo caso, dagli Incredibili della Pixar a Big Hero 6 della Disney (basato su un titolo Marvel poco conosciuto), ma Spider-Man: Un nuovo universo segna un’indiscutibile novità: è il primo cartoon cinematografico con protagonista l’eroe di Stan Lee e Steve Ditko (entrambi scomparsi nel 2018). E, come lo Spider-Man di Raimi, apre forse i battenti a una nuova era. O meglio, apre a registi e sceneggiatori nuovi scenari creativi, liberi dai paletti dei controllatissimi universi cinematografici.

Non è un caso che Spider-Man: Un nuovo universo sia prodotto da Phil Lord (anche sceneggiatore) e Christopher Miller, vale a dire la coppia di registi che ha dimostrato come anche film realizzati nell’asettico ambiente degli Studios (The Lego Movie, 21 Jump Street) possano essere creativamente solidi, persino innovativi. Non è neppure un caso che si tratti dei registi licenziati da Lucasfilm a tre quarti della lavorazione di Solo: A Star Wars Story. E abbiamo poi visto come quella storia sia andata a finire.

Sotto la loro supervisione, Spider-Man: Un nuovo universo esplode di energia e, partendo dal diktat di regalare un film a Miles Morales, il nuovo Spider-Man afro-latino-americano dei fumetti Marvel, si espande in ogni direzione facendo molto di più di quello che era lecito aspettarsi. Ad esempio raccontando un Peter Parker quarantenne, sovrappeso, separato dall’amata Mary Jane, ovvero esattamente la fase della vita dell’eroe classico che i fumetti non hanno mai avuto il coraggio di raccontare. Miles e Peter sono il vero centro nevralgico e tematico del film, con il loro rapporto padre/figlio che influenza le rispettive curve d’apprendimento. Ma questo non significa che i co-protagonisti non abbiano spazio per brillare: Spider-Gwen, ovvero la Donna Ragno delle nuove generazioni, Spider-Man Noir (doppiato in originale da Nicolas Cage) e soprattutto Spider-Ham, il maialino ragno ideato come parodia nei primi anni Ottanta.

Una squadra affiatata e memorabile, che, insieme a Miles e Peter, ci consegna con estrema chiarezza un messaggio da sempre nascosto tra le pagine dei fumetti Marvel: chiunque può essere Spider-Man, perché Spider-Man rappresenta l’eroe dentro ognuno di noi. Non a caso, mentre Superman agisce a volto scoperto, Spider-Man indossa una maschera che ne nasconde completamente i connotati. Questo è uno degli ingredienti che ha fatto la fortuna del personaggio (e della Marvel), e qui è saggiamente al centro di un’avventura che si snoda tra universi paralleli, poteri e responsabilità, crescita, amicizia e amore.

A questo aggiungiamo una confezione esaltante, con un look che si muove tra quello bidimensionale dell’animazione tradizionale e quello tridimensionale dei moderni cartoni al computer, facendo il verso allo stile dell’italiana Sara Pichelli, co-creatrice di Miles Morales. E l’amore sconfinato per il materiale originario, che farà felici i lettori di vecchia data, tra citazioni e volti noti dispensati con disarmante generosità.

Spider-Man: Un nuovo universo è forse il miglior film mai realizzato sull’Uomo Ragno e, in questo Natale privo della saga di Star Wars (sempre per colpa di Solo, ovviamente), è anche IL film delle Feste. Non perdetelo per nessuna ragione e, che ve lo dico a fare, restate fino alla fine dei titoli di coda!