Dopo i conti, dopo le analisi, dopo le recriminazioni, i progetti falliti e i cambi di rotta, il calcio ti riporta sempre a una partita: la prossima, la più importante. Qualche mese fa, dopo la benedetta pausa mondiali, con un Hellas derelitto in fondo alla classifica e in saccoccia la miseria di cinque punti, la partita col Torino sembrava potesse dare una sentenza definitiva alla stagione. Troppo alto il distacco, troppo basso il morale. Era il girone di andata, e da allora l’Hellas ha portato i suoi tifosi su e giù per una montagna russa, con una serie interminabile di ultime spiagge e partite della svolta. Ora tocca a Cremona.

L’Hellas arriva in un buon momento

Il momento è buono, inutile nascondersi. La vittoria incredibile del Bentegodi contro il Sassuolo, il pareggio strappato a Napoli e la bella gara giocata contro il Bologna hanno riacceso con vigore una fiammella che sembrava essersi spenta definitivamente dopo la partitaccia di Marassi. Ora l’Hellas ha trovato un nuovo ordine tattico e un entusiasmo capace di trascinare duemila cuori gialloblù a Cremona. Il nuovo assetto a quattro ha mandato in pensione la difesa a tre che sembrava ormai scritta nella pietra sin dai tempi di Ivan da Spalato. Un cambio forse obbligato dalla forma non ottimale degli esterni, ma che ha portato un cambio di passo e di sicurezza che serviva da tempo.

In questo senso, la perdita per infortunio di Lasagna è davvero una tegola per il Verona. Kevin ha fatto più danni della grandine in attacco, non siamo mai stati teneri con lui, ma da esterno di centrocampo, ad accorciare le galoppate di Faraoni, ha fatto il suo sia contro il Bologna che contro il Napoli. Certo, nell’ultima gara contro i rossoblù, agganciato il bel pallone arrivato dalle retrovie nel primo tempo, Lasagna è riuscito solo a farsi ipnotizzare da Skorupski, ma questa non è certo una novità. La sua velocità e la sua disponibilità a tornare in difesa sono utilissimi nei nuovi equilibri del Verona, e non dover per forza segnare può aiutarlo anche dal punto di vista psicologico. Zaffaroni invece dovrà fare a meno di lui, e i polmoni per la fascia destra non sono poi molti. 

Davanti, la sfida è aperta e le soluzioni ci sono, Duda può svariare dal centro campo alla trequarti, il centravanti di peso può essere argentino o bosniaco, magari con una staffetta come col Bologna, ma sembra improbabile vedere un Verona senza Verdi. Il ragazzo è pienamente recuperato di piedi e di testa, e ha la chance di confermarsi ancora una volta l’uomo dei miracoli, conquistando salvezze che – fino all’ultimo – sembravano impossibili.

Il peso specifico dei punti

Alla luce dei risultati di venerdì sera, il Verona deve da un lato approfittare dello scivolone dello Spezia, dall’altro non far scappare il Lecce, vittorioso contro l’Udinese al Via del Mare.  Se l’Hellas riuscisse a conquistare il bottino pieno a Cremona, oltre a trovarsi fuori dalla zona retrocessione dopo mesi, si riporterebbe a due punti dai salentini. Il prossimo turno vedrà la compagine di Zaffaroni affrontare l’Inter in casa, mentre il Lecce se la vedrà con la Juve. È dunque plausibile arrivare alla sfida di Lecce sentendo nel naso l’odore della preda, e dare il tutto per tutto per una sfida salvezza che rilancerebbe clamorosamente l’Hellas in questa pazza corsa verso la salvezza. 

Dal punto di vista della classifica nulla è ancora deciso, ci si può lambiccare con schedine, ipotesi e sistemi, ma la verità è che i tre punti persi contro la Sampdoria potrebbero tornare in una prima, storica, vittoria a San Siro all’ultima giornata contro il Milan. Nessuno lo sa. Quello che invece si sa con certezza è che una vittoria domani porterebbe una ventata di entusiasmo che potrebbe essere definitiva e che farebbe crollare tutte le certezze del sempre vivo Spezia, mettendo il fiato sul collo del Lecce.

Un pareggio in riva al Po sarebbe un’occasione persa ma rappresenterebbe un altro piccolo, duro, faticoso passo avanti verso una salvezza da giocare al fotofinish. Una sconfitta non è nemmeno da prendere in considerazione, i danni sul morale e il peso specifico dei punti persi in classifica sarebbero enormi.

Il Verona, dopo lo scontro diretto a La Spezia, ha in mano un’altra palla per vincere il set. La partita per la salvezza è ancora dannatamente lunga, ma questo è il momento di tenere di nervi saldi, raccogliere tutto quello che cade a terra ed evitare, qualsiasi cosa accada, di cadere preda del “braccino”. Un bel pezzo di Verona sarà lì, rumorosamente, a ricordargli l’ovvio: questo è il momento di vincere.

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