I numeri del girone del ritorno inchiodano i gialloblù a una triste realtà. Dopo una virata al giro di boa con un ricco e inaspettato bottino di 30 punti la squadra di Juric nella seconda parte della stagione ha considerevolmente rallentato la sua andatura. A una giornata dal termine i punti incamerati sono solo 13, con una differenza negativa di ben 17 rispetto all’andata. Quello che fa più specie, tuttavia, è l’imprevista perdita di confidenza con i tre punti. Sono solo tre, infatti, le vittorie ottenute nel ritorno e a destare ancora più stupore è il fatto che due di queste sono giunte lontano dal “Bentegodi” (con Benevento e Cagliari ndr). L’ultima e, purtroppo, unica vittoria tra le mura di casa rimane quella conquistata contro il Parma, compagine già condannata alla B, il 15 febbraio. Praticamente una vita fa.

La stagione sta per andare in archivio – domenica prossima è in programma l’ultima partita in casa del Napoli – con una salvezza conquistata con grande anticipo, che ripete l’altrettanto ottimo risultato conseguito l’anno precedente. L’obiettivo raggiunto per due stagioni di fila, senza incorrere in particolari sofferenze, non deve tuttavia distrarre dalla necessità di andare più a fondo per cercare di capire le ragioni di questa frenata che, se non ha compromesso più di tanto l’ottimo girone di andata e, quindi, il risultato finale, ha quantomeno sollevato qualche ragionevole perplessità.

Setti, D’Amico e Juric, rispettivamente Presidente, direttore sportivo e mister del club gialloblù

In questa stagione, come ha ammesso lo stesso Juric «alcuni giocatori hanno dato tanto, altri meno. E questa cosa si è accentuata una volta archiviata la pratica salvezza». In effetti il declino degli ultimi due mesi è stato verticale. La salvezza ottenuta con anticipo può aver, almeno in parte, influito, così come le continue voci di mercato sui vari Zaccagni, Barak, Dimarco e Silvestri. Da una squadra che in questi ultimi due anni ha fatto della concentrazione e dell’aggressività le sue armi migliori, però, era lecito attendersi di più. Anche contro il Bologna dopo un buon primo tempo la squadra di Paro (per la quarta volta in questa stagione in panchina al posto dello squalificato Juric ndr) ha evidenziato un calo, soprattutto dal punto di vista mentale, vedendo sfumare i tre punti nei minuti finali. Nulla toglie che terminare il campionato per due anni di fila nella parte sinistra della classifica rappresenta per il club quasi un piccolo “scudetto” però il tifoso gialloblù fatica molto a digerire questa inversione di tendenza.

Ora l’obiettivo si sposta sulla prossima stagione. Il primo passo è sicuramente rappresentato dalla prosecuzione del rapporto con l’allenatore che, nonostante i due anni ancora di contratto, pare evidenziare qualche inaspettata crepa nella quale qualcuno – Torino in primis – sembrerebbe già pronto ad incunearsi per trarne adeguato profitto. Una volta calato il sipario sul campionato, le nubi si dovrebbero diradare. Il nodo da sciogliere per tornare a vincere è probabilmente anche questo.

Foto: hellasverona.it

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