Quella di Tokyo 2020 sarà un’Olimpiade all’insegna del numero cinque per Federica Pellegrini, non solo perché sarà la sua quinta Olimpiade o perché il simbolo dei giochi sono i cinque cerchi che rappresentano i cinque continenti, ma anche perché la nuotatrice italiana è nata il 5 agosto e perché il doppio di cinque è dieci, come il numero dei nuotatori che, al momento, sono entrati nella storia per aver disputato cinque Olimpiadi in una singola disciplina. Nel caso di Federica Pellegrini, inoltre, la gara in questione sono i 200 metri stile libero che la nuotatrice, veronese d’adozione, disputerà per la quinta volta consecutiva alle Olimpiadi dai giochi di Atene 2004. 

Proprio nella patria delle Olimpiadi, in Grecia, 17 anni fa, una giovane nuotatrice appena sedicenne (16 anni e 12 giorni nel momento in cui salì sul podio) fece il suo esordio ai giochi presentandosi non solo all’Italia, ma al mondo intero, con la conquista della medaglia d’argento in quella che sarà la disciplina che la renderà leggenda: i 200 metri stile libero. Con il secondo posto conquistato ad Atene 2004, Federica Pellegrini divenne la più giovane atleta italiana di quell’epoca a salire su un podio Olimpico in una disciplina individuale. E pensare che la sua carriera in campo internazionale era cominciata appena un anno prima, come staffettista nella 4×100 stile libero ai Mondiali di Barcellona, svoltisi nell’estate del 2003. Gli inizi di una carriera che, a partire dai giochi Olimpici di Atene 2004 e per il susseguirsi di tutta la sua carriera la vedrà associata anche al titolo la divina Fede”.


Dopo aver conquistato i primi successi in campo internazionale, nell’anno Olimpico di Pechino 2008, a soli 20 anni, conquistò la sua seconda e sin ora ultima medaglia Olimpica, la più importante, l’oro, neanche a dirlo, nei 200 metri stile libero. Il 2008 per la nuotatrice azzurra fu un anno molto importante, non solo per il grandissimo successo ottenuto in Cina, ma anche perché iniziarono ad arrivare i primi record Mondiali. Negli Europei svoltisi in Olanda, infatti, per la “divina” arrivò il primo record del mondo in carriera nei 400 metri stile libero con un tempo finale di 4’01”53. Anche nella sua disciplina preferita, i 200 metri stile libero, i grandi tempi non tardarono ad arrivare. Proprio nella finale delle Olimpiadi di Pechino 2008, Federica fece registrare il tempo di 1’54”82, che le permise di vincere l’oro e battere il suo stesso record Mondiale, stabilito solo il giorno prima nella batteria di qualificazione. Nell’anno seguente e nel successivo arrivarono anche le vittorie ai Mondiali, di cui la prima in casa a Roma nel 2009, e tante altre soddisfazioni.

Giunti all’apice, però, si sa che si può solo cadere. E anche nella carriera di Federica Pellegrini i momenti difficili non sono certo mancanti. Il primo fu la morte del suo allenatore e mentore Alberto Castagnetti: una grave perdita per la nuotatrice, che comunque riuscì a confermarsi campionessa del Mondo nel 2011. La prima delusione arrivò proprio nella gara che l’aveva resa grande, la finale dei 200 metri stile libero delle Olimpiadi di Londra 2012, dove chiuse con un quinto posto, risultato che in quella edizione dei giochi ottenne anche nei 400 metri stile libero. Anche alle Olimpiadi di Rio 2016 arrivarono poche soddisfazioni, o meglio, arrivò unicamente una soddisfazione: quella di essere stata la porta bandiera della spedizione italiana. A pochi interessano i grandi risultati che Federica Pellegrini ottiene sia agli Europei  che ai Mondiali dove, nel 2019, arriva a conquistare il suo sesto titolo di campionessa del mondo; molti la criticano per aver deluso alle ultime due Olimpiadi disputate: “è finita” arrivano a dire.

Con questa carica, e dopo un periodo complicatissimo dovuto alla positività al Covid-19, Federica Pellegrini si è presentata ai Campionati Assoluti di Riccione, ultima chance per qualificarsi alla sua quinta Olimpiade, Tokyo 2020.  In questa circostanza è proprio il caso di dirlo: “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. A Riccione, infatti, la nuotatrice azzurra non si limita a vincere i 200 metri stile libero, ma li domina facendo registrare il tempo di 1’56”69, di ben due decimi inferiore rispetto al limite minimo richiesto per qualificarsi alla prossima rassegna olimpica di Tokyo. L’esultanza, il cinque – come le sue partecipazioni alle Olimpiadi – al cielo, e infine le lacrime, come sfogo ma anche per caricarsi, pronta a scrivere nuove pagine della sua storia leggendaria. 

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