Il trittico che attendeva i gialloblù in questa settimana era da cuori forti.. Complice un calendario e una Lega Calcio tutt’altro che benevoli, i gialloblù si sono ritrovati a dover affrontare nel giro di una settimana tre squadroni del calibro di Milan, Lazio e Juventus. Visto il gruzzolo di 29 punti, racimolati già alla seconda giornata del girone di ritorno, alcuni avevano addirittura messo in conto – con misurata serenità – anche il rischio di non raccogliere nemmeno un punto, quasi a considerare la squadra gialloblù una sorta di vittima sacrificale, ancor prima di scendere in campo. Con l’attuale classifica, inoltre, nessuno ne avrebbe fatto più di tanto un dramma. In altre stagioni poteva anche diventare un’ipotesi contemplabile ma la presenza in panchina di Ivan Juric lasciava, invece, presagire l’esatto contrario. E così è stato.

MILAN E LAZIO

Sul prato verde di San Siro i gialloblù hanno affrontato i rossoneri a viso aperto, conducendo le danze per lunghi tratti dell’incontro, mostrando la totale assenza di qualsiasi timore reverenziale. Al termine ne è uscito un pareggio sostanzialmente giusto ma in caso di vittoria il Verona non avrebbe rubato nulla. La scena si è, poi, ripetuta mercoledì sera allo stadio “Olimpico” contro la Lazio, una delle squadre più in forma e più forti di questo campionato, principale antagonista assieme all’Inter nella corsa verso lo scudetto. La partita contro la compagine biancoceleste di Simone Inzaghi e del capocannoniere Ciro Immobile è stata una dimostrazione di grande forza mentale e fisica, una delle migliori tra quelle disputate dai gialloblù in questa stagione. I padroni di casa hanno creato qualche pericolo ma la compagine scaligera si è difesa con grande orgoglio, giocando a viso aperto come sa fare, mettendo in saccoccia un altro punto decisamente meritato.

LE NUOVE SCELTE DI JURIC

Dal punto di vista tattico l’uomo di Spalato, in entrambe le occasioni, in barba a tutti i “maestri della tattica”, ha messo sul tavolo da gioco la carta del “falso nueve” ovvero dell’assenza di una vera e propria punta di ruolo. Una decisione da lui nuovamente motivata – viste le continue domande a lui rivolte sul tema – con una tale dovizia di particolari che conferma la meticolosità e l’attenzione che il tecnico mette nella preparazione di ogni singolo incontro.

LA SFIDA CON LA JUVENTUS

Il trittico si chiude ora sabato sera con la visita della Juventus. Il Bentegodi – che per l’occasione è già sold out con oltre 28.000 persone presenti – sarà il palcoscenico della “partitissima delle partite”, almeno per quanto riguarda i match tra gialloblù e bianconeri disputati in riva all’Adige. La storia di questa partita è piena di ricordi con risultati a favore di entrambe le squadre. La cara “Vecchia Signora”, però, più di qualche volta al Bentegodi ci ha lasciato le penne. Un curioso fermo immagine riporta la mente alla stagione 1999/2000 quando proprio con la sconfitta subita al Bentegodi ad opera dell’Hellas di Prandelli (doppietta di Cammarata ndr) prese il via il periodo nero dei bianconeri che finirono per perdere lo scudetto – già virtualmente cucito sulle maglie visto il vantaggio accumulato in classifica – favore proprio della Lazio, guarda caso una delle due antagoniste di quest’anno. Corsi e ricorsi storici? Chissà, al momento non è dato a sapersi.

Questi, tuttavia, sono discorsi che in casa gialloblù lasciano il tempo che trovano. Juric mantiene i piedi ben saldi per terra e continua a predicare umiltà. Quota quaranta punti – questo è il suo mantra – non è ancora in cassaforte e fino ad allora inutile fare proclami. L’unica cosa certa e che sabato sera per la Juventus la trasferta del Bentegodi non sarà certo una passeggiata. I tifosi, invece, che sono animati dalla passione e dalla voglia di sognare hanno già iniziato ad alzare l’asticella. Dovesse continuare così, potrebbe essere chiamato a fare la stessa cosa anche il bravo mister gialloblù.