Digerita la delusione di sabato scorso, dimenticato il secondo tempo disastroso di San Siro e rimosso da qualsiasi angolo della memoria il tragicomico autogol di Gunter, il Verona si prepara ad affrontare il secondo capitolo di questa sfida “complicata” lunga 5 giornate: la Lazio arriva al Bentegodi.

Il prossimo avversario del Verona è il secondo ostacolo quasi proibitivo, almeno sulla carta, di questo mese di fuoco. La Lazio di Maurizio Sarri viene da una brillante vittoria in campionato con l’Inter e da un pareggio non troppo convincente in Europa League contro l’Olympique Marsiglia. Che avversario possono aspettarsi gli uomini di Tudor? 

A Roma c’è entusiasmo

L’ambiente a Roma, sponda biancoceleste, è carico a molla. L’importantissima vittoria ottenuta in casa contro l’Inter – malgrado gli strascichi di polemiche sul gol segnato con Di Marco a terra e sull’espulsione a fine partita di Luis Felipe –  è arrivata in casa Lazio come il segnale di un salto di qualità che Sarri ha fatto fare alla squadra. 

Durante la settimana l’entusiasmo è stato ridimensionato in parte dal pareggio a reti bianche in casa contro l’OM, ma non va sottovalutato come la settimana europea della riva biancoceleste del Tevere sia stata illuminata da una delle figuracce più memorabili della storia dei rivali giallorossi – umiliati 6 -1 dai norvegesi del Bodo-Glimt –  e, si sa, da quelle parti queste sono cose che contano eccome per scaldare l’ambiente. 

Come gioca la Lazio?

L’arrivo di Sarri ha rivoluzionato solo in parte lo stile di gioco a cui la Lazio era abituata sotto la gestione Inzaghi. È ovviamente cambiato il modulo, dal 3-5-2 al classico 4-3-3 dell’allenatore toscano, amante del rombo a centrocampo, ma l’azione sulle fasce è rimasta scolpita nella memoria muscolare dei biancocelesti, che riescono ad alternare verticalizzazioni sulle vie centrali e attacchi rapidi ed efficaci sulle fasce

Il pericolo numero uno di questa squadra è ovviamente Ciro Immobile, fresco campione d’Europa che con la maglia laziale sembra dare il meglio di sé, ma sarebbe un errore credere di annullare il potenziale offensivo della Lazio contenendo il suo Bomber. 

Tutti gli uomini di Sarri dal centrocampo in su sono in grado di fare malissimo alle difese avversarie: Felipe Anderson, Pedro, Zaccagni (anche se il grande ex della gara sarà assente per infortunio) e Raul Moro formano un bel ventaglio di scelte sulle ali, ma anche il centrocampo è pieno di potenziale offensivo: basti pensare a Luis Alberto, ora arretrato in posizione di regista ma che vede la porta anche da lontanissimo, o ai colpi di testa di Milinkovic Savic, che ha deciso la partita l’anno scorso.  Persino Lazzari, che di ruolo fa il terzino ma di fatto copre l’intera fascia, regala assist e penetrazioni alla bisogna, come si è visto nel secondo tempo contro il Marsiglia. 

Insomma, dal punto di vista delle soluzioni offensive Sarri ha davvero l’imbarazzo della scelta, e questa caratteristica della Lazio preoccupa non poco il comparto difensivo dell’Hellas, dimostratosi fino ad oggi il tallone d’Achille della squadra.

Il Verona ha le sue chances

A favore del Verona va detto che la tendenza delle ultime settimane della Lazio è di non raccogliere risultati dopo gli appuntamenti internazionali. 2-2 col Cagliari dopo la sconfitta di Istanbul col Galatasaray, sconfitta che è arrivata anche a Bologna dopo la trasferta di Mosca giocata contro il Lokomotiv. Chissà che questo vizio della Lazio non si confermi anche oggi. 

Certamente se il Verona riuscisse ad aumentare la sua resistenza, giocando tutta la partita come ha dimostrato di saper fare nello scintillante primo tempo di Milano, non ci sarebbe motivo di temere nessun avversario. I tifosi del Verona l’hanno capito, e gli oltre settemila abbonamenti venduti in pochi giorni sono la prova. 

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