Siamo nati a fine marzo di un anno fa, in piena pandemia. Il progetto “Heraldo” è maturato dal 2018 attraverso l’esperienza editoriale precedente de “IlNazionale” e la creazione del gruppo che oggi forma il collettivo che scrive in queste pagine ha dato vita a un’associazione culturale del terzo settore che dai suoi albori ha voluto coinvolgere la città e non solo in un dialogo che vuole andare oltre gli stereotipi. Oggi festeggiamo un anno grazie ai giornalisti e collaboratori che ogni giorno scrivono e raccontano non solo la cronaca locale, nazionale e internazionale, ma dando un proprio contributo alla realtà in cui viviamo, attraverso approfondimenti e interviste.

Il Covid-19 ci ha tolto tante occasioni di incontri nei luoghi che tanto amiamo dentro e fuori le mura di Verona che vogliamo ogni giorno raccontare, ma non ci ha mai privato dello scambio di idee e di approfondimenti. Temi cari come l’inclusione, l’Europa, la scuola e l’ambiente, gli adolescenti e i bambini, le sorti dei migranti in diverse latitudini, la condizione femminile, l’anno horribilis della cultura e dello spettacolo, lo sport tra alti e bassi e il lavoro che cambia forma e modalità.

Un nuovo modo di fare informazione

Ci siamo interrogati sui nuovi strumenti a nostra disposizione come giornalisti in pieno isolamento e il 15 aprile del 2020 siamo partiti con un format nuovo, “Succede alle 31”, che riportava tanti di noi di fronte a un microfono ma anche a una webcam, un nuovo tipo di comunicazione e di fare giornalismo. Un anno di articoli nella nostra testata e 170 live da riguardare sul nostro canale Youtube. Abbiamo approfondito le notizie vicine e lontane, siamo arrivati a Wuhan, epicentro del primo focolaio di coronavirus nel mondo.

Come spesso accade ogni anno il nostro vocabolario aumenta di neologismi, lessico che racconta anche quello che è stato il tempo appena trascorso. Abbiamo iniziato quindi ad avere dimestichezza con nuove parole o parole non di uso comune come “focolaio”, “coronavirus”, “paziente zero”, “infodemia”. Forse per chi fa informazione il termine più rappresentativo è stato quello di “sindemia“. Secondo “Treccani” si tratta di quell’insieme di «problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata».

2020, tra neologismi e cambiamenti

Secondo Simonetta Pagliani su “Scienzainrete.it” l’11 novembre 2020, «il mondo va curato, oltre che dall’epidemia, dalle pestilenze che l’hanno preceduta e fatta deflagrare: il capitalismo rapace, l’imperialismo neocolonialista, i fondamentalismi religiosi, l’incuria delle risorse naturali, la negligenza verso le generazioni future. Forse non serve nemmeno quel neologismo, che suona, per di più, tanto incongruo a chi ha bazzicato un po’ di greco: se demos (δῆμος) è il popolo, epidemia (ἐπί) è «sopra il popolo, nel popolo» e pandemia è «in tutto il popolo», ma sindemia (σύν) vorrebbe dire «insieme al popolo». Il convergere di molte sofferenze, invece, in greco si direbbe σύν πάϑεια, ma è chiaro che avrebbe fatto drizzare i capelli definire Covid-19 come una “simpatia”».

In questo nuovo presente – nessuno poteva immaginarsi un tale cambiamento in così poco tempo – noi di “Heraldo” continuiamo a mutare e lavorare pensando all’informazione come un bene pubblico. Come l’acqua, anche il lavoro di chi trova le notizie e le diffonde deve continuare a essere protetto, fruibile da tutte e tutti, in spazi per noi sempre più digitalizzati, non tradendo mai la fiducia dei nostri lettori, lettrici e di chi ogni giorno vuole sostenere il nostro modo di informare.

Chi si riconosce in questo “nostro modo” ha la possibilità di fare la propria parte, contribuendo a sostenere l’informazione che propone “Heraldo” attraverso una donazione al link https://bit.ly/3rySJrS


Abbiamo pensato di festeggiare online questo nostro primo traguardo con una delle nostre dirette, iniziando alle 17.31 (proprio come il giorno del nostro debutto) per un paio d’ore. Tanti i temi e gli ospiti, qui sotto i diversi appuntamenti che forse rappresentano una piccola porzione di ciò che è stato approfondito in questi ultimi 365 giorni: lotta alle mafie al Nord e non solo, le nuove povertà che attraversano le nostre città, lo “storytelling” sportivo e ancora il mondo della cultura, dei libri per ragazzi e non solo, oltre ogni stereotipi di genere. Siete invitati a interagire e a scambiare come per ogni nostra diretta social impressioni e domande.

La diretta social del 31 marzo dalle 17.30

Iniziamo alle 17.31 con l’avvocata Anna Tragni, coordinatrice insieme all’avvocato Felice Rubino, della sezione veronese dell’associazione nazionale “Avvocato di Strada Onlus” che dal 2001 si occupa di dare assistenza legale gratuita alle persone che vivono in strada. In particolare cercheremo di capire, in un anno particolarmente difficile e che ha creato nuove povertà, su quali aspetti si è concentrata l’azione dell’associazione e quali sono i prossimi passi di una realtà che dimostra con i fatti che “non esistono cause perse”.

Proseguiamo alle 18 con Diego Alverà, scrittore, giornalista, speaker radiofonico e molto altro. Ha fatto dello storytelling una vera e propria arte, riuscendo nel non facile compito di “portarci altrove” con la sua voce, con la quale ci racconta storie di sport (da Brian Clough ad Ayrton Senna, da Ronnie Peterson a Zigoni e Vendrame passando per Fosbury, Harding e Pericoli) strappate all’oblio e in grado a loro modo di rappresentare una guida per leggere il passato e indirizzare il nostro futuro.

Incontriamo alle 18.30 uno scrittore, Matteo Bussola, e il suo ultimo libro appena uscito in libreria con un ultimo lavoro per Salani, “Viola e il Blu”.
La storia di una ragazzina che ama giocare a calcio e sfrecciare in monopattino ci mette di fronte agli stereotipi degli adulti. Tra “cose da maschi” e “cose da femmine”, il tema del genere si dispiega nel dialogo tra Viola e suo padre, per smontare i preconcetti che limitano il proprio divenire.

Chiudiamo alle 19 con un tema di grande attualità insieme a Stefania Pellegrini e Pierpaolo Romani. L’incontro “Pensieri attorno alla mafia. Da Rinascita-Scott alle collusioni del Nord” chiude questa giornata di festeggiamenti per il primo compleanno di Heraldo. Molti rivoli portano a Verona e la gestione della pandemia è un’opportunità da non perdere per le organizzazioni mafiose.
Dalle 19, Elena Guerra e Agostino Mondin parleranno di questi temi con Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico, e Stefania Pellegrini, ordinaria in Sociologia del diritto al dipartimento di Scienze giuridiche dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e titolare del primo corso di Mafie e Antimafia nel percorso di laurea in Giurisprudenza. Fondatrice e direttrice del Master in “Gestione e riutilizzo beni sequestrati e confiscati Pio La Torre” e della Summer School “Lavoro e legalità”, titolare dei corsi di Sociologia del diritto, Etica applicata, Sociologia dei processi economici e dinamiche del lavoro.

Il tutto intervallato dai saluti e dalle riflessioni di parte della nostra redazione che ci permette oggi di festeggiare. Sì, festeggiamo la nostra informazione, il nostro modo di fare giornalismo. Lunga vita quindi a noi, a Heraldo! Ognuno può sostenerci con una donazione al link https://bit.ly/3rySJrS.

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