La crisi di governo, dopo giorni pirotecnici, diventa ora una guerra di posizione, da combattere ormai in sede istituzionale. Si urla meno e si affinano le strategie, che più che nei talk ora vanno illustrate nelle consultazioni col Presidente della Repubblica. Il grande caos viene convogliato nei confini strettamente istituzionali e diventa più difficile anche ottenere indiscrezioni giornalistiche, perché ogni forza politica sa che l’uscita ora di voci incontrollate finirebbe per creare danni definitivi.
Qualcosa – però- si può evincere da una certa dialettica collaterale.

A dirci quanto volino stracci ( e coltelli…) nel Movimento 5 Stelle è, ad esempio, un gustoso incrocio di messaggi cifrati veicolati attraverso la stampa. Il Movimento può contare sull’appoggio mediatico potente de Il Fatto Quotidiano, ma anche su una piccola galassia di testate minori, tra le quali la prima è La Notizia, quotidiano diretto da Gaetano Pedullà, giornalista di lungo corso, di piglio vivace, invitato sovente nel talk televisivi in alternativa ai vari Travaglio, Scanzi e Gomez.
Bene, in quest’ambito si è consumato un fuoco amico incrociato che la dice lunga sui malumori interni al Movimento. Ciò che ancora pochi han fatto notare è che l’aver messo in discussione la figura di premier di Giuseppe Conte mette automaticamente in discussione anche quella del suo portavoce Rocco Casalino. Anzi, Casalino, figura molto discussa per la sua presunta grande influenza sul premier ma ancor di più per alcune sue iniziative comunicative diciamo “originali”, potrebbe essere anche la testa da far saltare in cambio della permanenza di Conte alla guida del nuovo esecutivo. O perlomeno questa può essere una della condizioni. Questa prospettiva ha evidentemente dato il via a una girandola di candidature da una parte e di feroce “fuoco di contraerea” dall’altra.

In mezzo a tutto questo è finito Pedullà, con un curioso giro di messaggi trasversali. Improvvisamente su un quotidiano apparentemente estraneo ai grandi giochi, non fosse altro per le ridotte dimensioni, il Corriere dell’Umbria, è uscito un articolo- bomba che parlava dello stesso Pedullà come possibile candidato alla successione di Casalino, citando anonime fonti parlamentari grilline che commentavano l’eventualità come una sciagura. Strano? Mica tanto, perché il Corriere dell’Umbria è diretto da Davide Vecchi, già firma di punta proprio de Il Fatto Quotidiano.
Insomma, a voler pensar male (e come è noto spesso ci si azzecca) non sarebbe difficile leggere in questa vicenda uno scontro di fazioni a mezzo stampa. E una evidente inquietudine interna ai 5 Stelle.

Continuando leggere i messaggi più o meno nascosti tra le pieghe della comunicazione, è interessante leggere per intero un comunicato stampa affidato alle agenzie nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio, firmato collettivamente da tutto il centrodestra: ”Il centrodestra unito in tutte le sue componenti (Lega, Fi, FdI con rappresentanti di Udc, Cambiamo! – Idea e Noi con l’Italia) ha chiesto al Presidente della Repubblica di partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria. Nel corso del vertice il centrodestra ha ribadito la necessità che l’Italia abbia in tempi rapidi un governo con una base parlamentare solida, una forte legittimazione e non, invece, un esecutivo con una maggioranza raccogliticcia. La coalizione è pronta a sostenere in Parlamento tutti i provvedimenti a favore degli italiani, a partire dai ristori e dalla proroga del blocco delle cartelle esattoriali.
Ferme restando le posizioni già espresse al Presidente della Repubblica nel corso dell’ultimo incontro, il centrodestra si affida alla sua saggezza”.
Qui serve una traduzione da un accortissimo e assai istituzionale politichese: “Smettetela di corteggiare Forza Italia. Per chi è uscito sarà pianto e stridore di denti. Per noi, unica vera soluzione sono le elezioni”.

Fin qui la comunicazione più o meno nascosta, ma sulla stampa corrono anche gli smarrimenti, che pervadono perfino quei giornali che fino al giorno prima erano saldi nelle proprie posizioni. Il Foglio, diretto da Claudio Cerasa, che ha frequentemente espresso atteggiamenti “amichevoli” nei confronti di Matteo Renzi, è improvvisamente uscito con un articolo firmato da Giuliano Ferrara, che nel titolo riassume tutto il suo significato: “Dire un sacco di cose giuste e fare delle cose sbagliate. Renzi, l’ondata di calcoli errati e le imprudenze che diventano azzardi insostenibili”. Senza voler proprio vedere in Ferrara il messaggero di chicchessia, ma anche solo ricordando la sua buona confidenza con l’entourage berlusconiano, non è difficile leggere un consiglio, rivolto al leader di Italia Viva: “Ora che hai rotto il giocattolo, invece che sparpagliare i pezzi, renditi disponibile a rimetterli insieme”. Perché per fare un nuovo Nazareno non c’è bisogno di essere entrambi al governo, ma ne basta almeno uno dei due.