La Lega pallavolo serie A ha deciso di congelare le promozioni e le retrocessioni per la stagione in corso. Una presa di posizione saggia – per il momento non condivisa dalla Lega Femminile – e naturale conseguenza delle evidenti difficoltà legate alla possibilità di portare avanti i diversi campionati, fiaccati da notevoli e casuali iniquità sportive prodotte dalla persistente pandemia e dai continui contagi. Rimane da capire fino in fondo, a questo punto, quanto abbia davvero senso proseguire una stagione senza pubblico e con calendari impazziti con sempre più frequenti spostamenti di gare, imposti dalle quarantene. Onorare gli accordi televisivi che contribuiscono agli introiti complessivi del movimento e permettere agli atleti di vertice di mantenere una condizione agonistica sufficiente a prepararsi per le Olimpiadi, sono davvero motivi sufficienti?

In ogni caso per molte società, tra cui NBV Verona, la notizia è stata di sicuro festeggiata a dovere, visto che la formazione scaligera stava navigando in cattive acque insieme a Top Volley Cisterna – già quasi spacciata -, Kioene Padova e Consar Ravenna. Il congelamento delle retrocessioni ha avuto un immediato effetto benefico sulle prestazioni in campo del sestetto gialloblù, successivamente capace di aggiudicarsi ben sei punti consecutivi, una sequenza che ha consentito alla formazione veronese di abbandonare la coda del gruppo. Non è dato a sapere se tutto questo sia merito solo di una serenità ritrovata o anche di una crescente condizione – già registrata anche nella sconfitta con Perugia –. Ci sono indizi che lasciano comunque ottimisti. Le prossime gare, in ogni caso, chiariranno meglio quali prospettive possano essere giudicate ragionevoli per la squadra allenata da Radostin Stoitchev, che ha ora i playoff alla propria portata.

L’allenatore gialloblù Radostin Stoitchev

Rimangono, invece, diverse perplessità sulle reali intenzioni di questo nuovo assetto societario e sulle risorse finanziarie effettivamente disponibili. Questa compagine, infatti, sarà chiamata anche nel prossimo futuro a impegnarsi nella massima serie, data la salvezza acquisita, ma dovrà fare a meno, come tutti gli avversari, della “protezione” del Covid-19, capace di ridurre le pretese della piazza e, forse, di allentare quel tanto che basta le maglie autorevoli della Lega in termini di stabilità di bilancio e di eventuali debiti acquisiti. NBV Verona è passata da un’estate 2020 ricca di proclami inneggianti allo scudetto con toni nemmeno troppo sommessi, al silenzio più totale sull’operazione societaria di cessione del titolo sportivo, mai chiarita fino in fondo, fino alle recenti dichiarazioni del Presidente Stefano Magrini, che non ha nascosto la soddisfazione per il raggiungimento “anticipato” della salvezza.

Il Presidente di NBV Verona Stefano Magrini

Una pandemia è senza dubbio motivo valido per riadattare programmazione e obiettivi e, dunque, per festeggiare un risultato minimale ottenuto non in campo, ma grazie alla decisione della Lega. Appare d’altra parte evidente che, nel leggere i comunicati societari, rimanga la sensazione di essersi persi qualche passaggio o di non aver colto qualche rilevante sfumatura. Come è stato possibile passare in soli sei mesi dall’inserire Verona nel lotto dei pretendenti per il titolo al rallegrarsi per l’ufficialità del mantenimento della categoria?
Ne abbiamo parlato compiutamente in precedenti articoli e abbiamo auspicato, per ora invano, un chiarimento da parte della nuova società. Oggi più che mai gli appassionati di Verona vogliono conoscere quali siano i reali obiettivi sportivi e quale sia il percorso di rilancio e crescita del più importante sodalizio pallavolistico della provincia, dopo la gestione targata Bluvolley, molto chiaccherata nelle ultime stagioni. La richiesta non nasce solo per un’esigenza di trasparenza ma, soprattutto, è legata all’attuale affanno mostrato dal movimento pallavolistico di base. Oggi la quasi totalità delle squadre è ferma causa Covid-19 con molti atleti che, di fatto, non si allenano e non giocano da quasi un anno. Incombono, dunque, gravi preoccupazioni anche nell’ipotesi di una prossima riapertura delle palestre: dall’abbandono dei praticanti, che si sta già verificando copioso, alla mancanza di fondi e sponsor, all’impossibilità duratura di poter praticare attività senza limitazioni senza dimenticare la sempre più emergente difficoltà di effettuare reclutamento nelle scuole. In un contesto simile un’eventuale instabilità della società capofila potrebbe rappresentare il vero colpo finale per la pallavolo veronese, piazza decisamente importante sia per seguito che per tesserati. Uno scenario, questo, decisamente da evitare.