Per il Chievo contro la Cremonese, nella sfida di ieri al mitico stadio “Zini”, era fondamentale vincere, prima della mini-pausa invernale. E vittoria, pure convincente, è stata. Contro la squadra dell’esperto Bisoli, che pure conta in rosa elementi di esperienza, è arrivato un 2-0 (con reti di Giaccherini su rigore e di Bertagnoli) che lascia pochi dubbi sul valore delle due compagini e che, per quanto visto in campo, risulta anche parecchio stretto alla truppa pandorata. Sono tornati così i tre punti, alla fine di un tour de force iniziato a fine novembre e con otto partite (che sarebbero state addirittura nove, se non ci fosse stato il rinvio causa-Covid della gara con il Cittadella) in meno di quaranta giorni. Due sconfitte (le prime due contro Lecce e Frosinone), poi una vittoria contro la Reggina, quattro pareggi contro Spal, Empoli, Pisa e Venezia, e una nuova vittoria, contro appunto la Cremonese. Un bilancio in chiaro-scuro, si dirà, ma che va osservato sotto la lente d’ingrandimento. A ben guardare, infatti, le sconfitte sono arrivate contro due big del campionato, i quattro pareggi pure (soprattutto quelli contro Spal ed Empoli, ma anche Pisa e Venezia veleggiano nella parte alta della classifica), mentre le due vittorie sono arrivate contro formazioni che in questo momento stanno lottando per non retrocedere. Insomma, la squadra ha fatto tutto sommato il suo dovere, considerando soprattutto che la prestazione non è mai mancata e che in qualche caso la partita si è chiusa con più di qualche rammarico. Il Chievo, peraltro, oltre a quella con il Cittadella dovrà recuperare anche la gara con il Vicenza (fissata per il 19 gennaio alo stadio “Menti”) e potenzialmente si tratta di altri sei punti in palio che, se conquistati, rilancerebbero Semper e soci in classifica.

Aglietti avrà ora qualche giorno per riflettere, mentre i suoi ragazzi riposano qualche giorno prima della ripresa degli allenamenti in vista del prossimo match, in programma il 15 gennaio alle 19 al “Bentegodi” contro la Virtus Entella. E avrà qualche giorno di riflessione anche il responsabile dell’area tecnica Giorgio De Giorgis, che all’apertura del mercato di riparazione è chiamato a tamponare eventuali uscite (di chi, soprattutto, sta trovando poco spazio) e – forse – a cercare un centravanti da doppia cifra.

La questione, d’altronde, è sempre quella. Il Chievo gioca tutto sommato un calcio arioso e propositivo, con le fasce ben presidiate e le vie centrali che rappresentano ben più di un’opzione. Ha una rosa larga e competitiva, con tanti “piedi buoni” (ieri, per dire, hanno iniziato dal primo minuto, alle spalle del centravanti-boa De Luca, tutti insieme Garritano, Giaccherini e Ciciretti, in attesa del ritorno dall’infortunio di Canotto). Davanti alla difesa, ben amministrata dall’inamovibile Gigliotti, ci sono Palmiero e Obi, che più passa il tempo e più trovano facilità nel partecipare con efficacia alle fasi di difesa e attacco. Insomma, per Aglietti la squadra c’è e ha quell’unico neo, ribadito tante volte, di non riuscire sempre a tramutare in gol la mole di gioco e occasioni create dal resto della squadra. Quindi, al netto di giocatori d’attacco (Fabbro, De Luca, Margiotta in primis) che si sacrificano facendo la loro parte e “smazzandosi” per difendere e proporsi in zona gol, le reti in zona gol arrivano con il contagocce e per la seconda parte di stagione occorre inevitabilmente un’inversione di tendenza. Staremo a vedere quali saranno le mosse del Chievo, ma c’è da attendersi che le altre squadre in lotta per la promozione non staranno a guardare e saranno in molte a tentare il colpo per rafforzarsi ulteriormente. In pole, al momento, ci sono Empoli e Monza, con la Salernitana sorprendentemente (ma nemmeno più di tanto) in vetta alla classifica. Il Chievo, in un torneo che è tornato ad essere altamente competitivo, può di certo dire la sua, a patto di trovare chi la “butti dentro”, senza se e senza ma.