In questo tempo strano si fa un gran parlare di situazioni di difficoltà, di problemi economici, di categorie di lavoratrici e lavoratori che vedono pesantemente minacciato il proprio presente e il proprio futuro. 

Artigiani, attrici e attori, musicisti e musiciste, cinema, teatri, bar, ristoranti e l’elenco potrebbe proseguire ancora, ma a pochi, quasi a nessuno, viene in mente delle guide, del loro lavoro e della loro importanza nell’economia di una città e di un territorio a vocazione turistica come il nostro. 

Sono guide turistiche, escursionistiche, ambientali, accompagnatori turistici oppure accompagnatori escursionistici. Un mondo professionalmente variegato, complesso e poco conosciuto, che incide molto sull’economia di Verona e provincia. 

Vino, olio, arte, storia, architettura, lago di Garda, montagna e Adige sono i nostri punti di forza. Sono le guide a interagire, a collegare tutto questo e a rendere visitabile, appetibile, interessante e unico il nostro territorio. La pandemia offre l’occasione di accendere un faro su alcune persone, associazioni e aziende che operano in questo settore. 

Il lavoro di guida alla ricerca di alternative

Lorenza Faccioli, laureata in Scienze naturali, è una guida naturalistica ed escursionistica affiliata all’AIGAE, Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, e opera sul territorio veronese dal 2013. Il suo lavoro, e la sua scelta, sta nell’accompagnare persone sul territorio, ponendo particolare attenzione a tutta la parte naturalistica. Dopo un primo periodo con l’associazione Verdi Intenti, all’inizio del 2020 il salto di qualità: apre una Partita Iva e si mette in proprio. L’inizio è promettente. Poi arriva il Covid 19, si chiude tutto e l’Italia si ferma. 

Di conseguenza si blocca pure il lavoro di Racconto Natura, la sua nuova realtà professionale. Dopo la sospensione dell’attività, Lorenza assiste a una lenta ripartenza con un numero di persone in deciso aumento. «Ci sono molte più persone che vanno a camminare in montagna, – dice Lorenza – ma spesso a molte manca la preparazione o la consapevolezza di trovarsi in un ambiente naturale, dove esistono regole da rispettare.» 

Sul piano degli aiuti da parte del governo, i contributi di sostegno non sono però arrivati perché Il bonus introdotto dal decreto Cura Italia e prorogato dal decreto Rilancio, è rivolto a chi sia titolare di partita iva alla data del 23 febbraio 2020. E invece quella di Lorenza porta la data del 2 marzo. E ora, a fronte della nuova ripresa dell’epidemia, prende la decisione di rimanere ancora ferma nonostante le normative permettano di accompagnare gruppi di persone in escursione. «L’ho deciso – afferma – per una questione di responsabilità nei confronti delle persone e del mio lavoro». Nel frattempo però, Lorenza non rimane ferma, ma elabora nuove idee da proporre non appena sarà possibile ripartire in sicurezza. 

Se mancano i turisti e i progetti a lungo respiro

Assoguide è una delle principali realtà veronesi in materia di guide turistiche. Con trenta associati, per la maggior parte donne, Assoguide opera prevalentemente nei siti storici artistici e culturali. Daniele Bressan, il presidente, ci fornisce una lettura drammatica della situazione. Lo fa in modo “leggero” ma i dati che mette sul tavolo parlano molto chiaro. 

Un’agenda piena zeppa di appuntamenti si è tramutata, da marzo 2020, in una cancellazione dietro l’altra. Via le scolaresche, bloccate dalla chiusura delle scuole e dalla didattica a distanza e via le comitive o i gruppi internazionali.  

Secondo Bressan il lavoro, nel 2020, è diminuito di circa il 90% rispetto all’anno precedente. Non è servita a molto la riapertura estiva visto che a giugno non vi era traccia di turisti e neppure la striminzita stagione areniana ha permesso di movimentare le consuete masse turistiche. Sostanzialmente, tutto fermo. 

foto di Lukas K, Unsplash

La novità di quest’anno è l’approccio con il turismo locale, prima completamente assente, insufficiente però a colmare l’assenza, quasi totale, di quello internazionale, nordeuropeo ed americano in primis. 

«In questi mesi – ribadisce Bressan -, i nostri soci hanno ricevuto dallo Stato le due tranche da seicento euro più una da mille, mentre ora sarebbero previsti altri due “ristori”.» Cifre assolutamente insufficienti per poter vivere dignitosamente. 

Quello statale pare essere, comunque, l’unico contributo concreto ricevuto. Nonostante la situazione non sia delle migliori nessuno degli associati, a detta del presidente Bressan, starebbe cercando un altro lavoro. «Dobbiamo tenere duro, continuando a coltivare i nostri interessi e a elaborare nuove idee. Poi, ovviamente, la speranza è che tutto il caos pandemico si chiuda e che comincino a ritornare i turisti, specie quelli europei.» 

È inevitabile, parlando con Bressan, l’accenno anche al fallimento della candidatura veronese per diventare Città Italiana della Cultura 2022

«Nessuno di noi è stato coinvolto nell’elaborazione di un qualsiasi progetto» afferma il presidente di Assoguide che ci ricorda pure che a novembre di venti anni fa Verona, grazie al suo straordinario sistema di mura, divenne Città Patrimonio mondiale dell’Unesco. Questo importantissimo risultato venne raggiunto grazie all’intuizione ed alla tenace volontà del compianto Carlo Furlan e di Legambiente Verona. 

In vent’anni, attorno al sistema delle mura, non è stato realizzato nessun tipo di progetto e l’assenza di una benché minima progettualità rispetto a questo patrimonio è la cartina di tornasole che mette in luce come anche tutto il resto, mercatini enogastronomici a parte, non abbia visto in questi anni nessun progetto di corto o largo respiro che sia. Ovvia, in una simile situazione, la bocciatura della nostra città. 

Tra montagne e biciclette

Con Paolo Bertolotto, direttore della Scuola Intersezionale di Escursionismo Veronese, arriviamo al CAI, Club Alpino Italiano. La scuola nasce nel 2013, per volere degli accompagnatori di escursionismo, con l’intento di diffondere la cultura dell’escursionismo e del CAI. Nei vari corsi vengono forniti gli elementi e le nozioni basilari per affrontare con sicurezza e consapevolezza, un’escursione in montagna. La scuola annovera tra i propri componenti tre accompagnatori nazionali e dieci accompagnatori regionali. 

Bertolotto racconta di essere diventato capogita dopo cinque anni di iscrizione al CAI. La sua prima escursione, in quel ruolo, fu nel 2013 quando accompagnò un gruppo di persone al rifugio “Torre di Pisa”, nel gruppo montuoso del Latemar. 

Il 2020 è stato un anno difficoltoso anche per gli accompagnatori escursionistici del CAI. Molte sezioni hanno bloccato sia le uscite, sia i corsi, rimandando il programma al 2021. Le uniche sezioni attive anche durante la scorsa estate, sono state quella di San Pietro Incariano, la “Cesare Battisti” e Verona. 

Quest’anno ci sono state moltissime persone in montagna, molto più del solito. Se da un certo punto di vista questo rappresenta un fatto positivo, dall’altro ha comportato l’intervento continuo del soccorso alpino. Tanta gente in montagna, spesso impreparata fisicamente e con materiale tecnico non all’altezza della situazione. 

«Noi siamo tutti volontari – afferma Paolo Bertolotto -, e viviamo con i contributi dei soci, attraverso il tesseramento, oppure grazie a qualche piccolo sponsor. Non abbiamo richiesto i contributi dallo Stato.»

foto di Patrick Hendry, Unsplash

Isabella Lughezzani è una guida turistica e lavora per Veronality, tour operator nato a Verona nel 2011. Da allora Veronality ha esteso la propria presenza a Venezia, Milano e Torino. Il core business è la bicicletta. Col tempo la loro attività si è allargata fino a comprendere escursioni a piedi, in barca e altro ancora

«L’azienda – ci racconta Lughezzani -, si rivolge principalmente al mercato straniero, con particolare riferimento alle regioni anglofone.» Per la tour operator veronese il 2019 è stato un anno denso di soddisfazioni, con le agende piene in ogni segmento dell’attività. Sugli scudi, in modo particolare, le escursioni a piedi con visita a realtà enogastronomiche locali. 

«Quest’anno -, continua Lughezzani -, è cambiato tutto. La pandemia ha scosso tutti. Noi siamo rimasti senza lavoro ed è subentrata la paura e l’incertezza per il futuro. Anche i clienti sono cambiati e sono preda di molte incertezze. Scelgono il last minute, difficile quindi programmare.» 

Oltre al Covid, pesa l’assenza di lungimiranza

L’estate, anche per le guide turistiche di Veronality, è trascorsa tra poco lavoro e incertezze varie. L’unico mese più produttivo è stato settembre. Il dato più significativo è rappresentato dalla mancanza di persone in arrivo da USA e Australia oltre all’assenza di tutta la realtà nordeuropea-scandinava. Oltre alle difficoltà dovute al Covid 19, ce ne sono altre che dipendono invece da volontà politiche locali.  

Isabella Lughezzani porta questo esempio: «Siamo operatori locali e ogni giorno portiamo decine di persone a visitare l’anfiteatro areniano. Nonostante questo non siamo mai riusciti ad avere una qualsiasi corsia preferenziale o un qualsiasi sconto. Abbiamo chiesto più volte degli incontri ma senza alcun risultato.» 

Nella descrizione di Lughezzani, Verona appare una città ferma, statica, senza voglie né lungimiranza. Questo non sembra essere solo un dato relativo alle istituzioni, a chi governa il territorio ma pure la realtà privata si comporta in modo miope. Ognuno cura il proprio orticello, rari i collegamenti e i contatti, nessuna o scarsa voglia di fare rete. «Noi cerchiamo di sopravvivere tenendo alto uno spirito ottimista, inventandoci nuove idee, nuovi scenari e nuove proposte.» Pessimismo della ragione e ottimismo della volontà? Solo il futuro ci racconterà come saranno andate le cose. 

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