Raccontare al pubblico cosa avviene dietro le quinte del Teatro: AAT – All About Theatre è l’iniziativa dello Stabile di Verona, con il sostegno di Fondazione Cariverona, partita nel 2019 in presenza e adesso, in tempi di Covid, approdata online. Ogni martedì e venerdì alle 19, sul canale Youtube e sugli altri social del Teatro Stabile di Verona si possono vedere i nuovi appuntamenti e anche i video già andati in onda. La rassegna è cominciata martedì 17 con la cronaca di un evento del 7 aprile 1870, quando Enrico Cecchetti, maestro di balletto numero uno al mondo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, insieme alla sorella Pia fu il protagonista, al Nuovo, del balletto Idilla.

Tanti sono gli argomenti di ATT, come l’intervista a Nelda, la storica cassiera del Nuovo, che ha raccontato aneddoti e curiosità – dal commovente ricordo di Marcello Mastroianni ai gesti scaramantici di una celebre attrice –  ma anche gli aspetti tecnici del teatro, con incursioni nella buca dell’orchestra e in quella del suggeritore, e quelli architettonici, con la proposta di zone del teatro non accessibili al pubblico. 

All About Theatre è stata l’occasione per parlare con Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile di Verona. il regista e attore ha raccontato di progetti passati e futuri, della passione per questa professione e della speranza di poter rivedere il pubblico in presenza.

Parliamo di questa rassegna, ora online a causa del Coronavirus.
«L’idea è di raccontare il teatro attraverso la sua storia. Un progetto che è nato già lo scorso anno con il grande sostegno della Fondazione Cariverona e che si svolgeva in presenza non solo con gli attori ma con tutti coloro che lavorano nella grande macchina del teatro, che funziona per l’impegno organizzativo e tecnico di tutte le professionalità coinvolte. Fino a quando non potremo riportare il nostro pubblico davanti e dietro il palco abbiamo pensato a una serie di video, realizzati dal nostro film maker Enrico Pieruccini, per mantenere il rapporto con le tante persone che ci seguono.»

Il Teatro Nuovo ha una lunga storia.
«È nato nel 1846 e fondato da famiglie nobili e borghesi che da allora si ritrovano, di generazione in generazione, nei palchi ad assistere agli spettacoli. Il Nuovo ha ospitato tutti i grandi artisti di fine Ottocento, del Novecento e del nuovo millennio. Potremo conoscere le vicende di questo storico teatro con l’intervista al suo presidente, Andrea Bolla.»

Il Teatro, nonostante il Coronavirus, non si è fermato.
«Abbiamo organizzato online anche i corsi di recitazione che si facevano in presenza. Gli iscritti sono oltre 200, di tutte le età. Da remoto riusciamo a leggere testi e a organizzare lezioni di dizione e di improvvisazione.» 

Il dietro le quinte del teatro è protagonista di questo video del ciclo All about theatre, in corso sui canali social del Teatro Nuovo di Verona

Il teatro itinerante, una formula di successo che avete collaudato da anni può essere un’alternativa ai luoghi chiusi del teatro, in tempi di distanziamento sociale?
«Con Romeo e Giulietta abbiamo sperimentato un approccio al teatro ludico, emozionante, alla scoperta della città, dei luoghi immaginari della tragedia shakespeariana. Mente in Silent Dante si ripercorrono i luoghi scaligeri dove il Sommo Poeta è stato e che hanno rappresentato una fonte di ispirazione per i suoi lavori. Un progetto, quest’ultimo, innovativo e interattivo realizzato con la guida turistica Alberto Pavoni: ogni spettatore è dotato di cuffie per ascoltare la recitazione. Stiamo organizzando per portarlo a Firenze. Si tratta di un modo molto coinvolgente di avvicinare il pubblico alla drammatrugia. Il futuro del teatro è anche lavorare con strumenti multimediali. Avevo sperimentato questa formula itinerante per altre produzioni: 15 anni fa a Giardino Giusti, gli spettatori erano divisi in gruppi di 30 persone, che alla fine si ritrovavano tutti assieme per l’epilogo. Anche le Fiabe d’amore al tramonto, tra la Lessinia e il Lago di Garda: gli attori recitavano all’aperto brani al calar del sole. E poi l’ApeTeatro, 2 Ape Piaggio, l’Ape regina e l’Ape Operaia, si fermavano nelle piazze dei paesi veronesi e, con un lenzuolo per sipario, due attori intrattenevano i bambini e le famiglie.»

Parliamo del suo ultimo spettacolo, Il muro trasparente – Delirio di un tennista sentimentaleche ha in presenza debuttato il 15 giugno scorso.
«Una parete di plexiglas che separa i settanta spettatori dotati di cuffie, per amplificare la voce dell’attore (lo stesso Paolo Valerio, nda) che altrimenti non sarebbero udibile, un tennista che gioca contro il muro e l’occasione per parlare della propria vita. Il tennis come metafora della vita. Un lavoro nato un anno fa con Marco Ongaro, prima dell’emergenza sanitaria, ma che si è rivelato assolutamente attuale per le modalità di distanziamento.»

Il teatro cerca nuove strade nell’epoca della pandemia?
«Sono molti i modi fare teatro che si trovano anche in internet. Ma la presenza rimane la priorità. Dobbiamo sperare che tutto questo distanziamento non ci allontani in maniera permanente dalle persone e che il distacco fisico, soprattutto per le generazioni più giovani, non diventi un problema sociale. I rapporti interpersonali in questo particolare momento sono più difficili, si creano ambiguità e i dispositivi tecnologici creano barriere e alienazioni per le nuove generazioni. Dobbiamo però essere speranzosi nel ritorno, in tempi relativamente brevi, alla normalità. Nel frattempo, non smettiamo di progettare.»

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