Il 39½ Festival di Mezzo del Cinema Africano di Verona si è concluso dopo dieci giorni di cortometraggi resi fruibili gratuitamente a tutti coloro che hanno seguito i social della manifestazione, ormai presente in città da 40 anni. La vera festa sarà nel 2021, quando i cinema saranno aperti e si potrà tornare in sala con dibattiti ed eventi legati alla produzione cinematografica del grande Continente. Intanto, per non perdere un’edizione comunque importante per l’affezione del pubblico, le giurie hanno premiato quattro film della sezione Viaggiatori&Migranti, che sarà visibile al cinema non appena ci saranno le condizioni per realizzarla in presenza. 

Queste le storie premiate dalle tre giurie del Festival di mezzo 2020: un viaggio della speranza dalla Tunisia all’Italia, una vita irregolare dal Marocco alla Francia, il limbo del confine migratorio montano della Val Roia, tra Francia e Italia, e infine il calcio in un’Italia orfana della Coppa del Mondo 2018, dove in una piazza del meridione ci si incontra e scontra tra diverse nazionalità in un mondiale tutto nostrano.

“Yasmina” di Claire Hélène Cahen e Ali Esmili

In particolare, per la Giuria ufficiale del Festival di cinema africano, composta da Carlo Castiglioni, Francesco Lughezzani, Aldo Nicosia e Simone Villani, il premio va all’unanimità a Benzine (nella foto di copertina una scena del film), di Sarra Abidi, per aver dato voce al dramma dei suoi protagonisti, due genitori chiusi nel silenzio rurale e deserto dell’entroterra tunisino, rifiutando i consueti canoni con i quali il cinema europeo spesso presenta l’emigrazione e le sue vittime.

Per aver delineato sull’assenza, quella di un figlio scomparso nella ricerca di una vita oltre il mare, uno sguardo che volge all’orizzonte, in attesa di una risposta che tarda ad attraversare le acque del Mediterraneo, in un presente bruciato e precario.

La giuria ha deciso inoltre di assegnare una menzione speciale al cortometraggio Yasmina, di Claire Hélène Cahen e Ali Esmili, capace di raccontare la solitudine e la rabbia di una vita in bilico tra la solidarietà degli affetti e la violenza di un meccanismo governativo che insegue e conduce lontano, oltre il proprio universo adolescente. 

“Libero” di Michel Toesca

La Giuria delle giornaliste e giornalisti di Nigrizia, composta da Elio Boscaini, Simona Cella e Jessica Cugini, ha deciso di assegnare il premio a Libero, di Michel Toesca, per averci ricordato che la politica inizia da noi, dai nostri gesti quotidiani. Per averci raccontato quel che accade al confine italofrancese attraverso la figura di Cédric Herrou, un contadino che mette a disposizione quel che ha per aiutare i migranti ad attraversare la frontiera. Per aver mostrato che è possibile una moderna Resistenza, una partigianeria che mette in pratica il passaggio del Vangelo che recita “Ero straniero e mi avete accolto”. 

Il Premio “Cinema al di là del muro” 2020 della giuria della Casa Circondariale di Montorio va al film Il Mondiale in Piazza di Vito Palmieri, per l’attualità del tema sottolineando il disagio per chi nasce in Italia da genitori stranieri di non essere riconosciuto italiano mentre si sente veramente tale, per l’originalità della narrazione utilizzando lo sport come fattore aggregante, per il messaggio che ogni persona ha pari dignità davanti al mondo e davanti a Dio e che la vita di ognuno è importante perché siamo tutti una grande famiglia. 

“Il mondiale in piazza” di Vito Palmieri

Per chi se lo fosse perso, il cortometraggio presentato durante l’ultima serata del Festival di Mezzo made in KenyaSoko Sonko, è ancora visibile insieme alla cerimonia di premiazione fino alle 21 di lunedì 16 novembre al link https://vimeo.com/479474284 digitando la password ttas10. 

Il corto è un viaggio esilarante di un papà intraprendente. Quando la madre di Kibibi si ammala, il padre Ed si incarica del compito di portare la bambina al mercato per acconciarle i capelli prima dell’inizio della scuola. Soko Sonko è la storia di un papà ben intenzionato che, con coraggio, arriva dove nessun uomo è mai giunto prima. 

La regista di Soko Sonko è Ekwa Msangi-Omari. Tanzaniana-americana, cresciuta in Kenya, attualmente risiede a New York. La sua carriera è iniziata come produttrice mentre ora si sta concentrando maggiormente nella sceneggiatura e nella regia. Ekwa oltre ai corti ha diretto diverse serie televisive per le maggiori emittenti keniane e sud africane. 

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