In questa nuova disgraziata stagione non è facile sviluppare progetti sportivi di qualità e pianificare le opportune azioni per portarli a termine. Tutte le società di vertice, appartenenti a qualsivoglia sport di squadra, quasi inevitabilmente arrancano. Tra protocolli sanitari, mancati incassi dal botteghino, incertezza sulla possibilità non solo di concludere il campionato, ma anche di poter scendere in campo all’indomani, assistiamo sovente a risultati imprevedibili e all’aumento della preoccupazione in merito alla tenuta dei bilanci dei vari sodalizi. Calcio, pallavolo, basket (per non parlare degli sport minori), stanno affrontando una crisi senza precedenti che potrebbe trasformare il mondo sportivo in modo irreparabile. Non aiuta in tal senso l’incapacità direzionale mostrata dai vertici sportivi nel trovare una linea comune. Stato, Coni, Leghe e Federazioni, spesso percorrono strade antitetiche l’una all’altra, complicando non poco il lavoro degli addetti ai lavori.

In questo complicato contesto il compito della nuova società NBV Verona. si è fatto ancora più difficile. Innanzitutto non è ancora stato presentato il main sponsor preannunciato quest’estate, che avrebbe dovuto quantomeno diventare garante di un sostenibile trasferimento del titolo sportivo con relativi oneri pregressi annessi. Dopo le pronte dichiarazioni di luglio e di inizio agosto, sull’operazione è caduto un totale e quasi assordante silenzio, in netta contrapposizione con una situazione in cui la dirigenza si permetteva di “liquidare” il gruppo Calzedonia e il suo supporto pluriennale, sbandierando con decisione ambizioni di scudetto e budget raddoppiati. La realtà, che poteva benissimo essere prevista, è che NBV Verona, così come tante altre società di vertice, ora non potrà far altro che provare a uscire dalla pandemia con il minor numero possibile di ossa rotte, soprattutto in tema di bilancio. La parola scudetto, quindi, meglio per ora lasciarla da parte.
La piazza veronese, inoltre, così affascinante e ambita per il nutrito seguito degli appassionati, con le gare a porte chiuse vale ben poco in termini mediatici e non può affatto puntare ad accordi commerciali di alto profilo. Almeno per ora. Scarsi, infine, sono stati i risultati prodotti dal neo Direttore Generale Fabio Venturi, le cui entrature nel tessuto produttivo veronese non hanno fino a questo momento concretizzato alcuna partnership significativa. Tuttavia, è giusto dirlo, non può essergli addossata colpa alcuna, dato il particolare momento storico e il poco tempo a sua disposizione.

Il Direttore Generale gialloblù Fabio Venturi

A far piovere sul bagnato, invece, ci stanno pensando i mediocri risultati sportivi finora conseguiti. Dopo un impronosticabile e roboante successo a Trento, rivelatasi peraltro la big più in crisi, sono arrivati risultati altalenanti, con sconfitte tutto sommato accettabili lontano dal PalaOlimpia, due vittorie di misura tra le mura amiche, ma soprattutto due insuccessi senza appello contro Perugia e Civitanova. D’altra parte, la squadra non può far altro che risentire del clima di profonda incertezza che domina sia a livello societario che tra gli atleti, con un Boyer la cui avventura in riva all’Adige è giunta al capolinea, dopo che solo un paio di mesi fa aveva sottoscritto con il club un contratto biennale. Le diverse opportunità avute dal giocatore erano già state chiacchierate durante il mercato estivo, ma nulla era accaduto, forse anche a causa delle sue scelte di vita privata. Oggi il contesto, a quanto si mormora, appare decisamente cambiato e il pezzo più pregiato di casa NBV, ha confessato di avere priorità diverse con la conseguente scelta di volersi accasare altrove. Impossibile, quindi, per Verona riuscire a trattenerlo, soprattutto tenendo conto delle garanzie economiche e sportive che al momento la società può mettere sul tavolo. Senza Boyer e senza un altrettanto valido sostituto, le ambizioni per il campionato si riducono ulteriormente con la conseguenza di deprimere ancora di più l’ambiente, allontanando anche la prospettiva di assistere a breve all’ingresso di eventuali nuovi finanziatori.

Vista anche la situazione contagi – sono già saltati i match con Ravenna e Piacenza e medesima sorte toccherà anche al prossimo con Modena – la società veronese ha manifestato tutto il proprio interesse a una nuova sospensione del campionato, identificando in questo scenario l’unico modo per superare in modo indolore la stagione. Sicuramente il sodalizio gialloblù non è l’unica società che sta cominciando ad augurarsi che ciò accada davvero, ma è evidente che proprio queste considerazioni portano a confermare quanto assurdo e impronosticabile sia il momento al quale assistiamo.

Pensare che si possa proseguire l’attività nel lungo periodo, tra casi di Covid a ogni gara, spostamenti di partite, isolamenti, completo distacco dal pubblico e dall’emotività che ciò comporta, non è solo una questione di tenuta economica. È prima di tutto una perplessità generale. Ha senso proseguire il mantenimento di un teatrino costoso senza la presenza degli appassionati? Davvero pensiamo che la prosecuzione del campionato di Lega e l’assegnazione dello scudetto possano essere motori trainanti dell’attività giovanile e che un nuovo annullamento possa far crollare tutto? O forse si può ritenere più prudente fermare la pallavolo fino a tempi migliori? Leghe e Federazioni, al momento, hanno deciso di proseguire i campionati di vertice, ma opinioni differenti stanno prendendo forza, in base a ragionevoli considerazioni di sostenibilità e buon senso. L’evoluzione della pandemia in questo fine 2020 sarà senza dubbio decisiva.

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