Schermi d’Amore è proseguito ieri, venerdì 2 ottobre, con l’ultima giornata dedicata ai film in concorso. Due le proiezioni, quella di Only You di Harry Wootliff e Alice di Josephine Mackerras. Per un disguido tecnico le proiezioni sono state invertite. Alice ha avuto così l’onore e l’onere di chiudere il concorso in serata.

Esordio alla regia di Josephine Mackerras, Alice è incentrato sull’omonima protagonista (Emilie Piponnier), una donna che si ritrova sola a gestire un figlio piccolo e un debito di decine di migliaia di euro quando il marito scappa dopo aver dilapidato i soldi lasciati dal padre di lei. Alice scopre presto che il marito li ha spesi in escort e, per una serie di casi, si ritrova a fare quello stesso lavoro pur di salvare la casa e rimettersi in piedi.

Mackerras si mantiene sul filo tra commedia e dramma per buona parte del film, nel raccontare una storia di empowerment e presa di coscienza, in cui la figura del marito (Martin Swabey) incarna i tratti tipici della mascolinità tossica e del maschilismo strisciante, passivo-aggressivo, che attanaglia ancora oggi la società occidentale. La sceneggiatura, scritta dalla stessa regista, sottolinea più volte come il mestiere a cui Alice è stata costretta dagli eventi non sia poi così degradante, in quanto è lei stessa a condurre le trattative e i giochi.

La regista evita accuratamente di sessualizzare le sequenze in cui Alice incontra i suoi clienti, ed è evidentemente più interessata alla percezione del suo lavoro all’esterno, e alla ricaduta interiore dello stesso, più che ai suoi aspetti erotici. Anche se, delle volte, tira talmente il freno da far sembrare le sue scelte più “pudiche” che rigorose. In un film che parla anche della vendita del proprio corpo, l’assenza quasi totale di carne a volte disorienta, e sembra più dettata dalla necessità di rendere il film appetibile a un pubblico di massa avvezzo alle commedie leggere, piuttosto che da una spinta autoriale.

Nel suo percorso di scoperta e risveglio, Alice incontra anche Lisa (Chloé Boreham), una collega con cui stringe una fortissima amicizia, e ritrova il marito, che le si presenta in casa dopo qualche tempo. Con lui, Alice instaura un rapporto ambiguo e difficile che è forse la cosa migliore del film: vorrebbe cacciarlo, tenta di farlo, ma ne ha bisogno perché lui le tiene il bambino quando viene chiamata a lavorare nel cuore della notte. Peccato che questa dinamica diventi presto l’unica di rilievo nel film, a discapito di tutto il resto. Persino del rapporto con Lisa, che rimane in superficie: l’amica, si scopre, è stata ammessa a una prestigiosa università in Nuova Zelanda. Una notizia che non viene mai troppo approfondita e sembra messa lì solo per dire “Queste sono persone con dei sogni, non SOLO prostitute!”. Un’aggiunta in fondo didascalica e inutilmente rassicurante, in un film che sogna di aprire uno spiraglio sulle macchinazioni profonde dell’animo femminile, ma troppo spesso si fa distrarre dagli imperativi del cinema di massa.

Alice resta un film gradevole, ma è anche un’occasione sprecata. Avrebbe potuto essere un Bella di giorno aggiornato al 21° secolo, e invece è solo un melodramma che punta a consolare e mal nasconde il suo dogmatico moralismo.

Schermi d’Amore prosegue oggi, sabato 3 ottobre, con una programmazione all’insegna dei recuperi d’autore. Alle 15 verrà proiettato La strada della vergogna di Kenji Mizoguchi. Alle 18 Harry e Tonto di Paul Mazursky. Alle 21 verranno proclamati i vincitori del concorso. A seguire, What Happened to Jones di William A. Seiter e, alle 22.40, il classico di Roman Polanski Per favore, non mordermi sul collo.